Introduzione di Claudio Collovà
UN FESTIVAL PER LA TRASFORMAZIONE
In un’epoca segnata da conflitti, divisioni e incertezze, dove il mondo sembra spesso travolto dall’oscurità di guerre e tensioni internazionali, il Segesta Teatro Festival cerca di illuminare la strada verso una comprensione più profonda dell’umano. In questo spazio di arte e cultura, la musica, il teatro, la danza e l’autorialità dei nostri artisti, trovano un palcoscenico comune, creando un’esperienza di riflessione, di crescita e di trasformazione. Segesta è un luogo mentale e fisico, con il suo meraviglioso parco archeologico, in cui l’arte può parlare direttamente al cuore e alla mente, e ogni forma espressiva diventa un veicolo per stimolare emozioni, interrogativi e pensieri. In un contesto globale che sembra spesso privo di direzione, l’arte può oggi fornirci risposte, permettere uno sguardo che va oltre la realtà e immaginare un mondo altro. Il Segesta Teatro Festival è uno di questi luoghi, uno spazio di dialogo e di condivisione. E dove le arti performative tutte si intrecciano e si connettono, creando una sinfonia culturale che coinvolge il pubblico in una riflessione globale sui valori cari a una comunità erede degli antichi e che proprio nella cavea del nostro Teatro Antico si riunivano.
Il Festival unisce le diverse forme artistiche, riconoscendo che l’arte vive di un linguaggio che non ha confini e che, attraverso la musica, la danza e il teatro è possibile raccontare storie universali, stimolare e risvegliare le coscienze. La musica che noi principalmente presentiamo all’interno del Tempio, è un linguaggio che unisce, che solleva lo spirito e che ispira la pace. Essa ha la capacità di attraversare le barriere culturali e linguistiche, raggiungendo direttamente il cuore di chi ascolta. La danza, con il suo linguaggio viscerale e immediato, esprime ciò che le parole non riescono a dire, creando un dialogo tra corpo e anima che trascende ogni divisione. Il teatro, con la sua forza narrativa e la sua capacità di rappresentare la complessità della vita, invita il pubblico a riflettere sulle proprie azioni, sulle scelte morali che determinano il nostro destino e sulla libertà. E inoltre, il lavoro degli artisti ospiti di questa edizione che vivono percorsi mai occasionali, in magica connessione con le voci di drammaturghi, musicisti e coreografi, compone e crea e dirige nuove storie, nuove visioni, nuovi orizzonti, affrontando temi che riguardano tutti noi, come l’identità, la giustizia, la libertà, la violenza e il sogno.
Ogni spettacolo che prende vita sul palcoscenico del Segesta Teatro Festival è un atto collettivo, il risultato del lavoro di un gruppo di persone che mettono insieme il loro talento e la loro passione per offrire al pubblico un’esperienza emotiva. Non si tratta solo di assistere a una performance, ma di diventare parte di un processo di crescita e di condivisione. Vorremmo creare un ponte tra le generazioni, le culture e le storie, e aspiriamo ad essere una testimonianza del potere trasformativo dell’arte. L’arte ha sempre avuto la capacità di mutare i popoli, di far riscoprire la bellezza nelle differenze, di stimolare un pensiero che trascende le barriere politiche, sociali e culturali. Il Segesta Teatro Festival non si limita quindi a offrire un evento da guardare, ma invita ogni spettatore a partecipare attivamente a un processo di trasformazione. Ogni performance è un dono, una possibilità di resistenza culturale e di cambiamento. In un mondo che ha bisogno di pace e di dialogo il nostro festival è un impegno collettivo verso un futuro più giusto e umano.
Non posso concludere questa introduzione senza un sincero ringraziamento a tutte le persone che rendono possibile il Segesta Teatro Festival. Un ringraziamento che va a ciascun membro del nostro staff, che con dedizione, passione e impegno costante, ha contribuito a far crescere il festival negli ultimi tre anni da me diretti. Ogni anno, infatti, dietro il palcoscenico non c’è solo un grande spettacolo da realizzare, ma una famiglia che lavora insieme per creare un’esperienza unica. Voglio ringraziare il Direttore del Parco archeologico con cui l’alta sintonia sulle scelte mi permette da sempre di dirigere il festival con una forte condivisione, e gli uomini e le donne del parco archeologico di Segesta, il nostro staff organizzativo, che con precisione e creatività ha curato ogni dettaglio; il team tecnico, che con competenza e impegno rende possibile l’armoniosa realizzazione di ogni performance; il gruppo amministrativo, che con efficienza e professionalità ha gestito la logistica e le risorse del festival; il team della comunicazione, fondamentale per raggiungere il vostro interesse, la Pro Loco di Calatafimi Segesta e i nostri volontari, che con entusiasmo e spirito di servizio hanno reso ogni momento speciale, e il personale della sicurezza, Croce Rossa, Vigili del Fuoco e Protezione Civile, che con discrezione e attenzione hanno garantito al festival un ambiente sicuro. Siamo una squadra di uomini e donne di pace, che, attraverso il nostro lavoro, ci poniamo al servizio di un’idea di bellezza. Tutto ciò che vedrete è unico, ma sarebbe impossibile senza il sostegno e l’impegno di tutti coloro che lavorano dietro le quinte, con cuore e passione. E un grande abbraccio al pubblico che ci segue con crescente amore e generosità. Il Segesta Teatro Festival è una realtà che cresce grazie a voi, che rendete ogni edizione speciale, unica e indimenticabile. Benvenuti quindi, che l’arte ci lasci vivere un’esperienza oltre il tempo e lo spazio, che ci spinga, insieme, a sognare un mondo migliore.
Claudio Collovà
direttore artistico
SEGESTA TEATRO FESTIVAL
Con l’edizione del 2025, il Segesta Teatro Festival, conferma la sua direzione artistica e si avvia alla sua seconda triennalità con un programma che presenta spettacoli al nostro pubblico dal 25 luglio al 24 agosto. Una media di 5 spettacoli a settimana di danza, teatro e musica, accolti nei nostri due spazi più significativi e suggestivi. Il Teatro Antico, una edificazione del III sec. a.C., che ospiterà la danza e il teatro, con una cavea che può ospitare fino a 1.200 spettatori, e il Tempio di Afrodite Uranìa, interamente dedicato alla musica e ai concerti cui potranno assistere 800 spettatori per volta. Il Teatro, costruito sulla cima del Monte Barbaro, sfrutta come scenografia lo splendido panorama del mare e delle colline orientate verso il Golfo di Castellammare, e il Tempio dorico con le sue 36 colonne ospita al suo interno, il programma musicale del festival, in uno scenario altamente suggestivo. La capienza di questi due luoghi iconici è stata aumentata sensibilmente, grazie e soprattutto alle edizioni precedenti che hanno avuto in termini di spettatori un trend sempre crescente. Quest’anno presentiamo 11 concerti, 20 rappresentazioni teatrali di 10 compagnie diverse, 4 coreografie, 6 prime nazionali, 8 compagnie under 35, con la dichiarata volontà di essere sempre dediti alle scoperte più innovative con spettacoli che per la prima volta vengono presentati al nostro festival e con uno sguardo molto attento alle nuove generazioni, guidate da maestri della scena nazionale con una connessione fortunata e felice tra tradizione e innovazione.
MUSICA
L’apertura del Festival, il 25 luglio, è di Eugenio Finardi e la sua band, con un concerto al Teatro che festeggia 50 anni dal suo primo album, con il significativo titolo Tutto ’75 – ’25, in cui propone le canzoni più significative del suo vasto repertorio, ripercorrendo mezzo secolo di carriera che lo ha consacrato come uno degli artisti più originali della Canzone d’Autore italiana. Alla canzone d’autore è dedicata in massima parte la sezione musica con i concerti di Francesco Baccini con il suo Archi e frecce Tour che rilegge in chiave cameristica i suoi classici più famosi, accompagnato dagli archi delle Alter Echo String Quartet, una formazione crossover tutta al femminile, cui segue Filippo Graziani che festeggia l’ottantesimo del padre con una festa di compleanno dove si ripercorrerà la storia musicale di Ivan dai dischi dell’esordio fino ai grandi classici. Il programma musicale prosegue con Petra Magoni & Arke’ String Quartet con il suo Subversion, una performance musicale, ma anche un concerto teatrale, in cui i linguaggi della musica e del teatro si connettono, e la musica sovverte, distorce, capovolge la realtà, dall’illuminismo alle avanguardie, e dalla beat generation ai giorni nostri. Presentiamo due formazioni in un certo senso simili, frutto di collaborazione tra artisti geograficamente distanti, ma che hanno trovato affinità e assonanze da molto tempo. L’album L’Amico Di Cordoba, racconta infatti la splendida collaborazione fra tre musicisti di rilievo: il sassofonista argentino Javier Girotto, il cantante degli Avion Travel Peppe Servillo e il pianista argentino Natàlio Luis Mangalavite. Dopo anni di collaborazioni sui palchi, i tre musicisti presentano un progetto ispirato al tango di Piazzolla, a Jobim, al jazz e alla canzone d’autore italiana. Una felice connessione con il secondo trio Reijseger Fraanje Sylla: Ernst Reijseger, olandese è un maestro del violoncello, e nella sua musica spazia dalle variazioni di Bach a linee di basso hard bop nello stile di Mingus. Il pianista Harmen Fraanje, danese, crea melodie fantasiose tra musica classica e jazz. Il musicista senegalese Mola Sylla interpreta le proprie tradizioni culturali con la sua voce affascinante e strumenti tradizionali. Questo trio crea una musica personale che provoca una forte reazione nel pubblico, come fossero canti sacri. I musicisti contribuiscono ognuno con diversi background e si connettono miracolosamente. E di sacralità è pervaso il progetto artistico Celia, che nasce da un lungo percorso di ricerca e composizione musicale condotto dall’eclettico compositore e pianista Maurizio Curcio sui versi del poeta monrealese Antonio Veneziano (1543-1593) con la collaborazione di due giovani eccellenti interpreti vocali siciliane, Roberta Scacciaferro e Valentina Migliore. La presenza di giovani musicisti emergenti e siciliani si concretizza inoltre con la presentazione di tre artisti che, con la loro musica, stanno creando una interessante innovazione con testi e una ricerca molto personale. Il progetto Altre Origini del Giuseppe Di Bella Quartet unisce influenze musicali della Sicilia a suggestioni culturali lontane, attraverso un cantautorato che è uscito fuori dai generi e dai modi. Il cantautore ennese, utilizza lingue diverse (dialetto, italiano, spagnolo) e timbri ibridi e fonde elementi di musica antica, mito, e tradizioni del ‘900 con la canzone europea e mediterranea contemporanea. Giulia Mei, è una cantautrice e pianista proveniente da Palermo, ma che da un anno vive a Milano. Giovane cantautrice in ascesa con brani ormai famosi come Diventeremo adulti, Kundera e Tutta colpa di Vecchioni, Bandiera che hanno raggiunto numeri altissimi di ascolto. Giovane e palermitano è anche Federico Pipia la cui ricerca è soprattutto all’interno della contaminazione tra musica elettronica e musica strumentale e ha all’attivo tre dischi in studio con numerose collaborazioni. Sotto lo pseudonimo Pipya, qui presenta un concerto con la sua Gang Band, formazione con cui ha recentemente suonato al Montreux Jazz Festival. Siamo inoltre e infine felici di presentare Serena Abrami, qui con Enrico Vitali alla chitarra, che in Partitura di stagioni, concerto per Mahvash Sabet, dedicato a lei ostaggio del regime nella tristemente famosa prigione di Evin e di lei sono le poesie scelte, tradotte e musicate. Le parole e la musica qui muovono la luce, nella cornice di un approccio cantautorale, della poesia come atto di libertà.
TEATRO
Ampio spazio per il mondo della tragedia e della commedia latina. Segesta Teatro Festival ospita Seneca, con Medea ed Edipo, riportando la tragedia a un periodo distante circa cinque secoli dai tragediografi greci. L’indagine sui miti è qui trattata con altra scrittura. La Medea di Seneca, per la regia di Daniele Salvo, è profondamente radicata nella psicologia del personaggio e nell’analisi delle forze archetipiche e ultraterrene che muovono la protagonista, interpretata da Melania Giglio, e la rendono una figura più distante dalle emozioni umane e più incentrata sulla razionalità della vendetta. Il mito di Edipo nella versione senechiana, qui nella regia di Claudio Collovà, con Giuseppe Pambieri protagonista, enfatizza maggiormente la riflessione filosofica e la moralità delle azioni individuali. Nella predizione dell’oracolo e nella lunga affermazione di Creonte, interpretato da Sergio Basile, aleggia il colpo di stato, il complotto e il tentativo di sovvertire l’ordine; nelle testimonianze riportate, il sospetto che nulla sia vero e che più che dagli dèi, Edipo sia scacciato dagli uomini. In entrambi i casi si tratta di letture che collegano il passato al presente e riguardano più che mai l’umanità del nostro tempo. Laura Morante, accompagnata da Davide Alogna al violino e Luca Provenzani al violoncello, si esibirà in Notte di sfolgorante tenebra. Sei straordinarie figure femminili delle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide prendono voce in un monologo vibrante e impetuoso, ma al tempo stesso intimo e introspettivo, sullo sfondo del tragico retaggio della guerra.
Latina e decisamente romana anche nella interpretazione, Anfitrione di Plauto, l’autore teatrale che più ha influenzato il teatro occidentale, una commedia tra le più note che qui a Segesta viene presentata con la regia e la trascinante interpretazione di Emilio Solfrizzi che con la sua Compagnia Molière mette in scena una esilarante commedia degli equivoci. E dal mondo greco e latino ancora Giovanni Calcagno in Polifemo Innamorato, dall’idillio di Teocrito e dalle Metamorfosi di Ovidio, all’alba nel nostro Teatro, vicenda mitica vissuta dai personaggi protagonisti che rivivono nei corpi delle marionette corporee di Bianca Bonaconza animate dall’autore e regista che condivide con Alessandra Pescetta la scrittura scenica dello spettacolo. La narrazione si intreccia con l’azione danzata delle grandi marionette corporee e dei due danzatori Vanessa Lisi e Marco Di Dato, giovani promesse di Scenario Pubblico di Roberto Zappalà. E uno sguardo sul teatro classico greco ribadisce un polo di confronto con la tragedia Antigone e i suoi fratelli di Gabriele Vacis e POEM ispirato alla tragedia di Eschilo. Lo spettacolo conclude nel nostro teatro una trilogia di indagine sulla tragedia (le precedenti erano Prometeo e Sette a Tebe) mirabilmente condotta da Vacis e dalla sua compagnia di giovani under 35, con una scrittura e uno sguardo che sui classici coinvolge pienamente l’umanità del presente. Ospitiamo i giovani diplomati dell’INDA di Siracusa con Orestea, una suite da Eschilo, qui tradotta da Walter Lapini, e con la regia di Daniele Salvo. Pur seguendo la sua direzione originale, il regista si inserisce in un dialogo ideale con la storica messa in scena di Ronconi del 1974, cercando di mantenere viva la forza tragica di Eschilo e al contempo proponendo una lettura personale e attuale del materiale antico. Il lungo e consistente viaggio nelle riscritture dei classici si completa naturalmente con Fenicie di Euripide di Balletto Civile, di cui abbiamo già parlato nella sezione danza. Ancora teatro e ancora classici, nell’affascinante attraversamento poetico di Lino Musella su 30 immortali sonetti di Shakespeare, ‘traditi’ in napoletano dall’artista Dario Jacobelli, in cui si racconta l’amore, la bellezza e la caducità della vita in una lingua coraggiosa, viscerale e seducente. Con lui in scena Marco Vidino con musiche suggestive e avvolgenti che accompagnano gli spettatori in questo intimo viaggio. L’ammore nun’è ammore è uno spettacolo intenso e vibrante, di uno tra gli attori oggi più coinvolgenti della scena italiana. Il 10 agosto, per finire questo lungo racconto, l’appuntamento con l’astronomia, con lo spettacolo multidisciplinare in forma di racconto teatrale dedicato alla Via Lattea, con proiezioni in diretta delle reali immagini dei corpi celesti. Uno spettacolo seguitissimo al Segesta Teatro Festival condotto da Marcello Barrale, accompagnato dalla musica live-electronic di Alfredo Giammanco. Un imperdibile viaggio sotto le stelle, all’interno del Tempio, nella notte più propizia.
DANZA
Un felice ritorno di Virgilio Sieni a Segesta, con una delle sue coreografie più conosciute, apprezzate e premiate. Un classico della danza contemporanea internazionale. Sonate Bach – di fronte al dolore degli altri, è considerata nelle parole della critica una coreografia che ha fatto la storia del novecento. Questa meravigliosa creazione di un maestro, tra i più apprezzati e conosciuti coreografi del nostro tempo, presenta 11 coreografie che deflagrano nel gesto del dolore e della pittura e ci rammentano altrettanti avvenimenti tragici accaduti nei conflitti recenti. Una travolgente scrittura che commuove per la bravura dei danzatori, per l’ideazione e per una felicissima connessione con la musica di Bach. Giuseppe Muscarello, coreografo palermitano di solida trentennale esperienza, presenta con la sua giovanissima Compagnia di cui è anche formatore, Zefiro torna in danza, una prima nazionale al nostro festival, su musiche di Corelli e Monteverdi, un viaggio nella musica barocca, con un linguaggio di sperimentazione e contaminazione, una pièce che comunica emozioni universali attraverso un dialogo tra le danze barocche e la musica aperta a influenze popolari, in un continuo scambio tra tradizione e modernità. Infine Michela Lucenti con la sua compagnia Balletto Civile con un ritorno alla dimensione teatrale, un focus di lavoro tra gesto coreografico e parola su le Fenicie di Euripide, anche lei in prima nazionale e con un ensemble under 35, con un linguaggio che fa della contaminazione tra teatro e danza la cifra più rilevante della loro ricerca. Balletto Civile sarà impegnato in una doppia replica, e presenterà il lavoro anche all’alba, nella magica luce che sorge del teatro.
LABORATORI
Il Segesta Teatro Festival propone e offre al pubblico, fino al numero previsto di partecipanti, nuovi laboratori esperienziali. Ideati sin dalla prima edizione del 2022, l’attività è guidata da maestri ospitati al Teatro Antico, al Tempio, nei luoghi storici come l’Ex Convento di San Francesco della Città di Calatafimi Segesta o il Castello di Salemi, nostri partner: questi luoghi sacri hanno accresciuto di molto la percezione della ricerca e della conoscenza di sé. Costituiscono un progetto che ha ormai indicato e radicato una strada, che intendiamo perseguire anche in questo triennio successivo. Master class di composizione, risonanze acustiche ed emotive nell’apprendimento musicale di gruppo, movimento del corpo in relazione alle immagini che esso crea, l’Yin Yoga armonizzato dal suono e delle vibrazioni delle campane tibetane, laboratori di canto, l’armonia della musica generata dal corpo danzante, il suono nel movimento, i temi dei nostri laboratori, vissuti in una atmosfera unica di luoghi senza tempo e adottando modalità di fruizione aperte, coinvolgenti, stimolanti e informali.
Introduzione di Luigi Biondo
Le strade del Bello
La cultura siciliana ci insegna ad apprezzare tutto quello che ci viene messo a disposizione partendo dalla vita stessa, dagli oggetti materiali che possediamo, dalle esperienze che ci vengono concesse. I siciliani dovrebbero vivere in connessione con tutto ciò che li circonda cercando di apprezzare il valore di un tramonto, la forza del vento, la luce accecante che avvolge i nostri monumenti.
Il Segesta teatro Festival vuole dimostrare, ancora una volta, la consapevolezza di essere parte di un universo che vuole avvolgere e coinvolgere.
Gli eventi proposti nel nostro cartellone cercano valori e nuovi orizzonti, modi di esprimersi che partono dalle immagini della natura allo stato puro e si spingono verso mondi onirici e immaginano figure che rappresentano spiriti divini e creature antiche che possono condurci verso la nostra forza interiore.
Libere e al tempo stesso necessarie, sono semplicemente le tracce che attestano, nel susseguirsi delle linee, il disegno che non mostra interruzioni fra una storia millenaria ed un presente carico dei valori antichi.
Spettacoli di danza, musica e recitazione visti come pegno di speranza, come luce puntata sul presente evocato che guarda il frammento non come oggetto in sé, ma come parte di un discorso universale.
In un momento della nostra storia confuso, incerto e testimone delle nostre fragilità servono cure e l’arte è un dono, un balsamo che non lascia cicatrici né ha effetti collaterali, lenisce i dolori del cervello, del cuore e dell’anima.
Il Parco Archeologico di Segesta non può rimanere silente o peggio ancora estraneo alla ricerca di espressioni che, con realismo raffinato ed chiara visione del mondo, annullino amare contraddizioni e scelgano la strada del bello.
Una direzione che sopravvive ancora nella natura e negli uomini donandoci il senso della grande ricchezza dell’esistenza.
Luigi Biondo
Direttore del Parco Archeologico di Segesta
Introduzione di Mario La Rocca
Tra le diverse proposte culturali ed educative che la Regione Siciliana propone, tramite il Dipartimento Regionale dei Beni Culturali ed Identità Siciliana, non possiamo dimenticare il ciclo di rappresentazioni del Segesta Teatro Festival.
L’arte ha un ruolo centrale nella nostra vita grazie agli esempi ed alle lezioni che provengono dal mondo antico ed in maniera particolare dalla cultura ellenistica. Per coltivarla i nostri avi cercavano di coniugare l’attenzione per i luoghi e lo sviluppo di linguaggi affidati alla parola, al canto ed alla musica.
La pietra di particolari luoghi magnetici avvolgeva gli spettatori e li accompagnava verso momenti indefiniti tra l’attesa e la scoperta. Attimi che, attraverso la rigenerazione dello spirito, hanno proposto la trasformazione di idee, di movimenti, di suoni, di emozioni che erano nobilitati nella sostanza e ridefiniti nelle loro espressioni.
Il Segesta Teatro Festival parte da quelle radici e propone innovazioni che si muovono con leggerezza verso antichi testi e testimonianze a cavallo di oltre 20 secoli. Un impegno difficile per mostrare come sia necessaria una nuova alleanza tra l’uomo e l’ambiente strizzando l’occhio all’economia circolare, in grado di trasformare materia ed idee in ricchezza.
Un nuovo invito a vivere la bellezza parte ancora una volta dal ricchissimo cartellone che apre le braccia a quanti vogliano vivere emozioni senza confini e limiti.
Mario La Rocca
Dirigente Generale del Dipartimento dei Beni Culturali e Identità Siciliana
Introduzione di Francesco Paolo Scarpinato
I viaggiatori di un tempo usavano spostarsi per scopi precisi mentre adesso seguono itinerari, percorsi o strade. È corretto pensare che il terzo millennio possa fornire una nuova chiave di lettura che consenta di raggiungere e vivere i luoghi della memoria. Il viaggio diventa quindi figurato o simbolico oppure strumento di ricerca di un io dimenticato, nascosto o ignorato.
Il teatro, la musica, la danza, con tutte le molteplici accezioni e mezzi espressivi, sono visti da sempre come strumenti di arricchimento, mezzi di approfondimento che si intersecano con culti e culture antichissimi.
Le proposte della nuova stagione del Segesta Teatro Festival portano verso nuove letture del cuore e della mente e forniscono strumenti per riscoprire nuovi itinerari e nuove mete.
Uno spunto nuovo, di straordinaria attualità, è la ricerca del Genius Loci inevitabilmente legato a tradizioni ancestrali e poco conosciute.
I luoghi abitati dall’antica e misteriosa popolazione degli Elimi nei territori del trapanese rivivono grazie a nuove e raffinate ricerche seguite da scavi stratigrafici estesi e la nostra terra, che ha fatto dell’arte per secoli una delle sue attività, vuole vivere in chiave moderna nuovi percorsi che segnino momenti di rilevante crescita morale e di progresso.
Fulcro di questo lavoro è certamente il percorso dell’arte a Segesta che desidera aspirare ad essere cerniera fra l’antichità e la modernità in un viaggio che deve portarci lontano e regalarci felicità.
Francesco Paolo Scarpinato
Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana
Laboratori 2025
Date
luglio
lun28luglio18:00MICHELE NUNNARIBagno di Gong e suoni ancestraliSold OutTempio18:00
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immersione in Suoni Ancestrali, per un profondo rilassamento e benessere Il Gong è lo strumento principe nella creazione di suoni
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immersione in Suoni Ancestrali, per un profondo rilassamento e benessere
Il Gong è lo strumento principe nella creazione di suoni terapeutici, si parla di “Bagno”, perché si ha la sensazione di essere immersi in un oceano vibrazionale di suoni che danno benessere e pace, portando a un grande rilassamento. Durante un Bagno di Gong, per effetto del Principio di Risonanza, si armonizza e si ripristina la naturale frequenza degli organi interni del corpo umano. Vengono infatti stimolati e riattivati tutti i centri energetici sottili che sono a essi collegati. Il suono del Gong diventa onda portatrice di coscienza, che aiuta a rigenerare nel profondo il corpo e la mente.
Michele Nunnari: Musicista e Gong Master. Ha conseguito il diploma di Biocostellatore ed è stato allievo della scuola di Bert Hellinger con cui ha studiato le Costellazioni Familiari e Spirituali. Ricercatore sperimentale nel campo delle frequenze terapeutico-rigenerative conduce in tutta Italia esperienze sonore, energetiche e di crescita tramite Bagni di Gong.
Tempio
Luogo
Tempio
Ora
28 luglio 2025 18:00
agosto
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durata 2h e 30’ Il Metodo Feldenkrais, ovvero consapevolezza attraverso movimenti piacevoli e consapevoli, ha effetto sul riequilibrio del sistema
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durata 2h e 30’
Il Metodo Feldenkrais, ovvero consapevolezza attraverso movimenti piacevoli e consapevoli, ha effetto sul riequilibrio del sistema nervoso e sull’ organizzazione motoria attraverso la percezione di sé stessi in movimento. Sarà accompagnato da suoni e vibrazioni dei Gong e delle Campane Tibetane. Le vibrazioni di questi strumenti aiutano a rilasciare tensioni fisiche ed emotive favorendo lo scioglimento di blocchi energetici e disintossicano l’organismo, rigenerando corpo mente e anima. È un’esperienza di meditazione in movimento sostenuta dal suono.
Alessandra Luberti è danzatrice, coreografa e Danzamovimento terapeuta, biosonologa, insegnante di Metodo Feldenkrais e di Gyrokinesis
Stefano Maltese istruttore yoga e operatore in tecniche sonore con strumenti ancestrali, Gong e campane tibetane, specializzato nel massaggio sonoro vibrazionale individuale con le campane tibetane.
Luogo
Castello di Salemi
Ora
4 agosto 2025 18:00
lun11agosto18:00Domenico SciajnoTantrasonieTempio18:00
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Il laboratorio è rivolto ad un massimo di 21 partecipanti. Ai partecipanti è richiesto abbigliamento comodo, un tappetino da yoga/ginnastica, una benda per gli occhi e acqua da
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Il laboratorio è rivolto ad un massimo di
21 partecipanti.
Ai partecipanti è richiesto abbigliamento comodo, un tappetino da yoga/ginnastica, una benda per gli occhi e acqua da bere. Opzionali un piccolo cuscino e un plaid.
Contatti:
domenico.sciajno@gmail.com
La via della liberazione attraverso il suono. La Biosonologia e la vibrazione sonora lungo il cammino del Tantra
Questa pratica biosonologica si focalizza sul percorso verso la liberazione esplorando i punti di contatto e di risonanza con il cammino del Tantra che nella sua essenza rappresenta una via per la liberazione e per la vera espressione del Sé.
In altre parole Tantrasonie ripercorre il cammino del tantrismo ponendo il focus sulla vibrazione sonora.
Le pratiche adottate sono una rivisitazione in chiave biosonologica di alcune di quelle impiegate nelle dottrine tantriche: suono sacro (Mantra), combinazione e reiterazione di suono e respiro (Ajapajapa), fusione tra l’energia femminile e quella maschile, lavoro con il corpo fisico e con quello yogico per risvegliare l’energia vitale e creativa (Kundalini) e manifestazione attraverso visualizzazione e stati meditativi.
Domenico Sciajno, diplomato al Real Conservatorio dell’Aia in Composizione strumentale ed elettronica, ed in Contrabbasso, è oggi musicista, compositore e insegnante di Musica elettronica e di Informatica musicale presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino. Da più di vent’anni unisce le sue grandi conoscenze musicali al suo profondo interesse per la ricerca nell’ambito del benessere, delle medicine tradizionali e degli stati espansi di coscienza.
Tempio
Luogo
Tempio
Ora
11 agosto 2025 18:00
lun18agosto18:00JOTY MARZIA PINELLIRiconnettersi a sé e alla vitaTempio18:00
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Laboratorio di Biodanza Info e iscrizioni: Jyotibiodanza@gmail.com abbigliamento e scarpe comode e un paio di calzini. aperto a tutti fino a un massimo di 20 partecipanti. durata 2h e
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Laboratorio di Biodanza
Info e iscrizioni: Jyotibiodanza@gmail.com
abbigliamento e scarpe comode e un paio di calzini.
aperto a tutti fino a un massimo di 20 partecipanti.
durata 2h e 30’
Biodanza come ascolto, espressione di sé e condivisione con gli altri, come possibilità di crescita e di riconquista del benessere, come invito ad attingere al proprio “scrigno interiore” e tirar fuori le “gioie”: risorse, talenti, capacità, potenzialità. La Biodanza è utile per ritrovare l’impulso vitale e creativo e per riconnettersi a ciò che è sacro in se’, nell’altro, nell’ambiente, come movimento pieno di significato, pieno di emozione, pieno di “sé”. Il laboratorio è rivolto a tutti coloro che vogliono fare esperienza di sé, dell’altro e della connessione con l’ambiente attraverso il movimento.
Joti Marzia Pinelli è Insegnante di Biodanza®, Danzamovimentoterapeuta, Counselor e Insegnante di Metodo Feldenkrais®.Da 24 anni conduce laboratori di gruppo a mediazione corporea con adulti e ragazzi.
Tempio
Luogo
Tempio
Ora
18 agosto 2025 18:00
Programma 2025
Date
luglio
ven25luglio21:15EUGENIO FINARDITUTTO ’75 – ’25Teatro Antico21:15
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Eugenio Finardi
voce
Giuvazza Maggiore
chitarre, loop, cori
Maximilian Agostini
tastiere, basso, cori
Claudio Arfinengo
batteria, basso, percussione
produzione Master’s Voice
durata 90’
Per festeggiare cinquant’anni dal suo primo album, Eugenio Finardi torna con un nuovo tour e un nuovo disco intitolato ‘Tutto’. Dopo il successo di Euphonia Suite, con ottanta date in tre anni, Finardi presenta uno spettacolo in cui propone le canzoni più significative del suo vasto repertorio, ripercorrendo mezzo secolo di carriera che lo ha consacrato come uno degli artisti più originali della Canzone d’Autore italiana. Accanto ai grandi successi, non mancheranno brani tratti dal nuovo album omonimo, un lavoro che stupisce per sonorità innovative e per la creatività inesauribile di un artista capace di raccontare il presente con lucidità e profondità. Sul palco, insieme a lui, tre talentuosi musicisti con cui crea atmosfere coinvolgenti e mai prevedibili.
Figlio di una soprano, Eugenio Finardi è stato da sempre un cultore del canto, della voce come puro suono al di la delle parole che vi poggiano sopra. Questo legame con il suono lo ha portato ad incrociare le traiettorie di molti protagonisti della musica italiana pur seguendo sempre una sua personalissima visione musicale. I suoi primi cinque album gettano le basi del Rock italiano. Una scrittura nuova, con testi volutamente crudi ma una tessitura musicale complessa in cui risaltavano echi di jazz e musica classica sviluppati con caratteristiche di armonia e ritmo tipicamente italiane. Brani complessi e profondi testualmente e musicalmente, con cambi di tonalità ad ogni strofa e melodie difficilissime da cantare. Con il giro di boa del Millennio inizia la sua tradizione di aggiornare, ad ogni decennio, l’interpretazione dei suoi vecchi brani, quasi per fare il punto della sua crescita musicale e della sua ricerca vocale.
Teatro Antico
Luogo
Teatro Antico
Ora
25 luglio 2025 21:15
sab26luglio19:30LINO MUSELLAL’ammore nun’è AmmoreTeatro Antico19:30
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30 sonetti di Shakespeare traditi e tradotti da Dario Jacobelli
con Lino Musella
e Marco Vidino cordofoni e percussioni
regia Lino Musella
produzione Associazione Culturale Cadmo
durata 60’
Lino Musella, abituato a muoversi tra cinema e teatro, è qui protagonista di un affascinante percorso poetico attraverso gli immortali versi di Shakespeare, qui “traditi” in napoletano dall’artista Dario Jacobelli. L’ammore nun’è ammore è un originale ‘recita dei sentimenti’ tra emozioni, atmosfere magnetiche e intensi desideri. Musella racconta l’amore, la bellezza e la caducità della vita in una lingua coraggiosa, viscerale e seducente. Ad affiancarlo sulla scena, Marco Vidino con le sue musiche suggestive e avvolgenti che accompagnano gli spettatori in questo intimo viaggio.
“Dario Jacobelli, poeta scomparso prematuramente nel 2013, autore di racconti e romanzi, abile paroliere per musicisti come i Bisca, i 99 Posse e gli Almamegretta, si dedicò negli ultimi anni della sua vita alla traduzione in napoletano e al tradimento, come amava definirlo, di 30 Sonetti di Shakespeare. Non aveva scadenze, non doveva rispettare le indicazioni o correzioni di nessun editore. Per committenti aveva i suoi amici più cari ai quali dedicava ogni sua nuova traduzione. I Sonetti in napoletano suonano bene. Battono di un proprio cuore. Indossano una maschera che li costringe a sollevarsi dal foglio per prendere il volo, tenendo i piedi per terra”. (Lino Musella)
Musella ha ricavato uno spettacolo intenso e vibrante, che conferma il suo talento e lo consacra oggi tra i migliori attori in circolazione. Coadiuvato dal bravo e versatile Marco Vidino ai cordofoni e alle percussioni, Musella dimostra una forza scenica magnetica e una capacità quasi sciamanica di suscitare emozioni, con la complicità di una lingua (in napoletano di Jacobelli), che è un efficace misto di tradizione letteraria e slang contemporaneo. (Fabrizio Coscia, Il Mattino)
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26 luglio 2025 19:30
dom27luglio19:30LAURA MORANTENotte di sfolgorante tenebraTeatro Antico19:30
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regia Daniele Costantini
Laura Morante voce recitante
Davide Alogna violino
Luca Provenzani violoncello
musiche di Johann Sebastian Bach, Reinhold Gliere, Maurice Ravel, George Friedrich
Haendel/Johann Havorsen
testo Laura Morante
produzione AidaStudioProduzioni
direttore di produzione: Elena Marazzita
durata 60’
Sei straordinarie figure femminili delle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide si raccontano sullo sfondo del tragico retaggio della guerra in un monologo vibrante, impetuoso ma anche intimo e introspettivo.
La sanguinosa guerra di Troia, durata dieci anni, si è conclusa con la vittoria dei Greci, ma le donne, greche o troiane, mogli, figlie o sorelle dei trionfatori o degli sconfitti, hanno tutte pagato un amarissimo tributo. Hanno perduto padri o sposi amati, oppure da sposi o padri sono state ingannate, tradite, abbandonate. I vincitori hanno infierito sui vinti, le donne troiane, prede di guerra dei soldati greci, sono costrette a servire gli assassini dei propri figli e dei propri sposi, come schiave o concubine, invise alle loro mogli legittime. Sei straordinarie figure femminili delle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide si raccontano sullo sfondo del tragico retaggio della guerra.
Tre greche, Clitemnestra, Elettra ed Elena, e tre troiane, Cassandra Ecuba e Andromaca.
Accogliendo e rielaborando opere differenti, i sei monologhi mettono in scena personaggi controversi, che è difficile sottoporre a un giudizio morale.
…Non ci resta, credo, che sospendere il giudizio e lasciarci trascinare nel vortice delle loro passioni.
(Laura Morante)
Laura Morante, attrice, regista e sceneggiatrice italiana, è una delle interpreti più raffinate del cinema italiano, nota per il suo stile elegante e per la sua intensa espressività.
Ha iniziato la sua carriera come attrice teatrale, collaborando con il grande regista Carmelo Bene. Il suo debutto cinematografico avviene nel 1980 con il film Oggetti smarriti di Giuseppe Bertolucci, ma la notorietà arriva con Nanni Moretti, che la dirige in Sogni d’oro (1981) e soprattutto in La stanza del figlio (2001), che vince la Palma d’Oro a Cannes.
Nel corso della sua carriera, ha lavorato con numerosi registi di prestigio, tra cui: Gabriele Salvatores, Pupi Avati, Paolo Virzì, Gianni Amelio, Alain Resnais e Manuel Poirier.
Ha ricevuto diversi premi, tra cui il David di Donatello e il Nastro d’Argento per le sue straordinarie interpretazioni.
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27 luglio 2025 19:30
mer30luglio21:30PIPYA AND THE GANG BANDUnder 35Tempio21:30
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con
Pipya And The Gang Band
Federico Pipia
Chitarra, Live Electronics
Antonio Freno
Tastiere, Sintetizzatori
Marco Ardizzone
Sax, Live Electronics
Ruggero Di Luisi
Batteria, Percussioni
produzione Panico Concerti
durata 60’
Sotto lo pseudonimo PIPYA, Federico Pipia ricerca all’interno della contaminazione tra musica elettronica e musica strumentale ed ha all’attivo tre dischi in studio con numerose collaborazioni. Oltre ad esibirsi in solo, riarrangia i propri brani per altre formazioni, tra cui il quartetto Pipya And The Gang Band, composto da Chitarra e Live Electronics, Sax e Live Electronics, Tastiere, Batteria. Con questa formazione ha recentemente suonato al Montreux Jazz Festival, prendendo parte alle residenze autunnali.
Federico Pipia (Palermo, 1996) è un compositore, regista, musicista e sound artist. Si interessa di musica, sound design e regia per il teatro, il cinema e l’audiovisivo, composizione acusmatica, sistemi di improvvisazione, concerti strumentali, live electronics e produzioni musicali di vario genere. Ha presentato i suoi progetti in numerosi teatri e festival internazionali (Montreux Jazz Festival, Societas Teatro Comandini, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Biondo Palermo, Tempo Reale, Palazzo Butera, FontanaMixEnsemble, Curva Minore, Vera Groningen, Centro Musica Modena e molti altri). La sua ricerca musicale si concentra sulla contaminazione tra generi diversi, sull’uso dello spazio come elemento narrativo e sulla combinazione di strumenti, oggetti e nuove tecnologie. Come regista, si occupa di teatro di prosa, teatro musicale e sonoro, performance e cortometraggi.
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30 luglio 2025 21:30
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coreografia e regia Virgilio Sieni
interpreti Jari Boldrini, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu, Andrea Palumbo, Valentina Squarzoni
musica
J.S. Bach Tre Sonate per viola e pianoforte (BWV 1027, 1028, 1029)
costumi Giulia Pecorari, Giulia Bonaldi, Marysol Maria Gabriel
luci Andrea Narese, Virgilio Sieni
direzione tecnica Marco Cassini
produzione Centro di Produzione Virgilio Sieni in collaborazione con Festival Chiassodanza RED Festival Reggio Emilia Danza
la Compagnia è sostenuta da MIC, Regione Toscana, Fondazione CR Firenze
durata 70’
Danzare l’angoscia, la paura, la morte assurda e ingiusta: impresa non facile che tuttavia riesce nella lancinante bellezza, madida d’intensità, di Sonate Bach – di fronte al dolore degli altri. Considerata dalla critica “una tra le sedici coreografie che hanno fatto la storia del novecento” (Marinella Guatterini), questa meravigliosa creazione di Virgilio Sieni, presenta 11 coreografie che deflagrano nel gesto del dolore e della pittura e ci rammentano altrettanti avvenimenti tragici accaduti nei conflitti recenti: Sarajevo, Kigali in Rwanda, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul. 11 date emblematiche raccolte intorno agli 11 brani che compongono le 3 Sonate di J.S.Bach. Una travolgente scrittura coreografica che ci parla del nostro tempo con un affondo che commuove per convinzione interpretativa, bravura dei danzatori, ideazione, e rapporto tra musica e danza.
Virgilio Sieni, danzatore e coreografo italiano, artista attivo in ambito internazionale per le massime istituzioni teatrali, musicali, fondazioni d’arte e musei. Gli è stato assegnato per tre volte il premio UBU (2000, 2003, 2011); nel 2011 il premio Lo Straniero; nel 2013 è stato nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et de Lettres dal Ministro della cultura francese e nel 2020 il Premio Internazionale Ivo Chiesa. È stato Direttore della Biennale Danza di Venezia dal 2013 al 2016. Il suo percorso coreografico accoglie cicli tematici che vanno dall’esplorazione della tragedia greca alle peregrinazioni nei paesaggi della fiaba, dalla relazione tra gesto e filialità fino alla ricerca condivisa sul senso della democrazia del corpo, in un confronto costante con la realtà del presente, alla ricerca di un perduto umanesimo.
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31 luglio 2025 19:30
agosto
ven01agosto21:30FRANCESCO BACCINI & ALTER ECHO STRING QUARTETArchi e FrecceTempio21:30
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Francesco Baccini piano e voce
Alter Echo String Quartet
Marta Taddei I violino
Noemi Kamaras II violino
Roberta Ardito viola
Rachele Rebaudengo violoncello
Michele Cusato chitarra e basso
durata 90’
Sempre alla ricerca di nuove esperienze, Francesco Baccini rilegge in chiave cameristica i suoi classici più famosi, accompagnato dagli archi delle Alter Echo String Quartet, formazione crossover femminile e dal chitarrista e arrangiatore Michele Cusato. Archi e Frecce è uno spettacolo unplugged ironico e al tempo stesso intimista che unisce due mondi musicali: la vena rock-blues del Baccini che tutti conoscono e il lato classico della sua formazione musicale giovanile. Numerosi i brani in scaletta, quelli immancabili e quelli meno conosciuti o raramente eseguiti live e inoltre gli omaggi a Fabrizio De André e a Luigi Tenco e un brano inedito.
“Le versioni unplugged regalano sempre nuove sfumature, con questa formazione unirò due mondi musicali che mi appartengono, la classica e il rock in una sintesi sonora del tutto inedita”. (Francesco Baccini)
Francesco Baccini, autore, compositore e attore tra i più eclettici del panorama italiano, ha all’attivo una carriera trentennale come cantautore. Avido di nuove avventure, grazie al suo temperamento trasversale, è sempre aperto a nuove collaborazioni che gli permettano di esprimere al meglio le sue diverse inclinazioni artistiche e creative. Con Baccini, sul palco Michele Cusato (chitarre, basso e arrangiamenti) e le affascinanti e talentuosissime Alter Echo String Quartet, ensemble che ha collaborato con grandi artisti come Andrea Bocelli, Sting, Mario Biondi, Roby Facchinetti, Francesco De Gregori, Giovanni Allevi, Morgan, Francesco Renga, Baustelle, PFM, tra gli altri.
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1 agosto 2025 21:30
sab02agosto19:30COMPAGNIA MOLIÈRE EMILIO SOLFRIZZI Anfitrione di PlautoTeatro Antico19:30
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con
Giancarlo Ratti
Ivano Falco
Viviana Altieri
Cristiano Dessi
Beatrice Coppolino
E con
Rosario Coppolino
Regia
Emilio Solfrizzi
Scene Fabiana Di Marco
Luci Mirko Oteri
Costumi Alessandra Benaduce
produzione Compagnia Moliere Roma
durata 120’
La Commedia torna al Segesta Teatro Festival con un’opera di Plauto, l’autore teatrale che più influenzò il teatro occidentale, tra le più conosciute. Il carattere ludico della Commedia latina richiama il pubblico ad avere la consapevolezza che si stia partecipando a una finzione, al gioco teatrale. Caratteristica dello stile plautino è la contaminazione, che consiste nel comporre una commedia utilizzando personaggi o scene provenienti da più commedie, come nel caso dell’Anfitrione, usate come modelli. Anfitrione è una delle commedie più celebri di Plauto. La trama ruota attorno a un soldato di nome Anfitrione e al suo servo Sosia, che tornano a casa dopo una lunga campagna militare. Nella commedia si sviluppano una serie di equivoci, situazioni buffe e colpi di scena. Inganni che creano una girandola di situazioni esilaranti in cui i personaggi si confondono sulle identità di chi hanno di fronte offrendo al pubblico uno spettacolo esilarante. Un’opera incredibilmente divertente ma anche una fonte preziosa e importante per il suo valore storico linguistico che può essere usata come lente attraverso cui analizzare e commentare la contemporaneità. Insomma, un Plauto modernissimo: quante volte pensiamo di aver di fronte qualcuno ed invece abbiamo di fronte qualcun altro sbagliando le nostre valutazioni? E quanto spesso non siamo all’altezza dei ruoli che gli altri ci danno?
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2 agosto 2025 19:30
dom03agosto19:30COMPAGNIA MOLIÈRE EMILIO SOLFRIZZIAnfitrione di PlautoTeatro Antico19:30
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Giancarlo Ratti
Ivano Falco
Viviana Altieri
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Beatrice Coppolino
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Rosario Coppolino
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Emilio Solfrizzi
Scene Fabiana Di Marco
Luci Mirko Oteri
Costumi Alessandra Benaduce
produzione Compagnia Moliere Roma
durata 120’
La Commedia torna al Segesta Teatro Festival con un’opera di Plauto, l’autore teatrale che più influenzò il teatro occidentale, tra le più conosciute. Il carattere ludico della Commedia latina richiama il pubblico ad avere la consapevolezza che si stia partecipando a una finzione, al gioco teatrale. Caratteristica dello stile plautino è la contaminazione, che consiste nel comporre una commedia utilizzando personaggi o scene provenienti da più commedie, come nel caso dell’Anfitrione, usate come modelli. Anfitrione è una delle commedie più celebri di Plauto. La trama ruota attorno a un soldato di nome Anfitrione e al suo servo Sosia, che tornano a casa dopo una lunga campagna militare. Nella commedia si sviluppano una serie di equivoci, situazioni buffe e colpi di scena. Inganni che creano una girandola di situazioni esilaranti in cui i personaggi si confondono sulle identità di chi hanno di fronte offrendo al pubblico uno spettacolo esilarante. Un’opera incredibilmente divertente ma anche una fonte preziosa e importante per il suo valore storico linguistico che può essere usata come lente attraverso cui analizzare e commentare la contemporaneità. Insomma, un Plauto modernissimo: quante volte pensiamo di aver di fronte qualcuno ed invece abbiamo di fronte qualcun altro sbagliando le nostre valutazioni? E quanto spesso non siamo all’altezza dei ruoli che gli altri ci danno?
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3 agosto 2025 19:30
lun04agosto19:30COMPAGNIA MOLIÈRE EMILIO SOLFRIZZIAnfitrione di PlautoTeatro Antico19:30
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con
Giancarlo Ratti
Ivano Falco
Viviana Altieri
Cristiano Dessi
Beatrice Coppolino
E con
Rosario Coppolino
Regia
Emilio Solfrizzi
Scene Fabiana Di Marco
Luci Mirko Oteri
Costumi Alessandra Benaduce
produzione Compagnia Moliere Roma
durata 120’
La Commedia torna al Segesta Teatro Festival con un’opera di Plauto, l’autore teatrale che più influenzò il teatro occidentale, tra le più conosciute. Il carattere ludico della Commedia latina richiama il pubblico ad avere la consapevolezza che si stia partecipando a una finzione, al gioco teatrale. Caratteristica dello stile plautino è la contaminazione, che consiste nel comporre una commedia utilizzando personaggi o scene provenienti da più commedie, come nel caso dell’Anfitrione, usate come modelli. Anfitrione è una delle commedie più celebri di Plauto. La trama ruota attorno a un soldato di nome Anfitrione e al suo servo Sosia, che tornano a casa dopo una lunga campagna militare. Nella commedia si sviluppano una serie di equivoci, situazioni buffe e colpi di scena. Inganni che creano una girandola di situazioni esilaranti in cui i personaggi si confondono sulle identità di chi hanno di fronte offrendo al pubblico uno spettacolo esilarante. Un’opera incredibilmente divertente ma anche una fonte preziosa e importante per il suo valore storico linguistico che può essere usata come lente attraverso cui analizzare e commentare la contemporaneità. Insomma, un Plauto modernissimo: quante volte pensiamo di aver di fronte qualcuno ed invece abbiamo di fronte qualcun altro sbagliando le nostre valutazioni? E quanto spesso non siamo all’altezza dei ruoli che gli altri ci danno?
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4 agosto 2025 19:30
mer06agosto21:30SERENA ABRAMIPartitura di StagioniPrima NazionaleTempio21:30
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concerto per Mahvash Sabet
di e con
Serena Abrami voci, basso elettrico
Enrico Vitali voce, chitarra elettrica
Giuseppe Franchellucci violoncello, live eletronics
cura della visione Andrea Fazzini
produzione Teatro Rebis
durata 60’
“Partitura di Stagioni” è un concerto poetico, uno spartito inedito di voci e parole.
Durante il corso degli ultimi due anni, la cantautrice Serena Abrami si è confrontata a più riprese con i traduttori e scrittori Francesco Occhetto e Stella Sacchini e con amici persiani. Contemporaneamente, ha avviato un processo di scrittura con il chitarrista e compositore Enrico Vitali, delineando una tessitura che si è arricchita, in fase finale, delle suggestioni musicali del violoncellista Giuseppe Franchellucci.
Mahvash Sabet, dal carcere di Evin dove è rinchiusa, continua a parlare di speranza, amore e vita. Sul palco, i suoi versi, selezionati attraverso la generosità del traduttore Francesco Occhetto, si alternano a momenti più autoriali. Il concerto, che si apre e si chiude con liriche tratte rispettivamente da alcuni componimenti dei poeti Mahmud Darwish e Arzoo Rahemi, è una personalissima dedica sonora alla poesia come atto di libertà, in un intreccio di lingue e suggestioni.
Cantante ed autrice, Serena Abrami è soprattutto una persona curiosa. Nel tempo ha avuto modo di delineare sempre nuovi tracciati, in uno scavo verticale e prismatico. Oggi si muove tra ricerca, scrittura e ideazione di esperienze corali. Negli ultimi anni il teatro ha bussato in modi sempre più profondi: con la band Leda, compone ed esegue dal vivo le musiche dell’Opera in Fieri Don Chisciotte ad ardere (Ravenna Festival), per Ermanna Montanari e Marco Martinelli de Il teatro delle Albe e in veste solista affianca la Montanari in “A te come te. Scritti giornalistici di Giovanni Testori”. In “Sole & Baleno” assieme a Pietro Babina, esplora per la prima volta la recitazione come dimensione possibile di una ricerca sulla Voce. Enrico Vitali, che condivide con Serena la presenza nei Leda e l’ esperienza della scrittura delle musiche per il Don Chisciotte, è chitarrista e compositore. Dedito alla ricerca del suono delle corde, è un cuore dedito alla musica come possibilità di codifica del mondo, di creazione di linguaggi, di mescolanza tra radici e ciò che c’è “oltre” e, nel corso del tempo. ha modo di attraversare innumerevoli esperienze artistiche. Giuseppe Franchellucci, grazie all’ interesse per la musica contemporanea, elettroacustica e la pratica improvvisativa, si esibisce in progetti sperimentali, collaborando con musicisti di caratura internazionale e esibendosi in manifestazioni di grande rilievo, tra cui “Nuova Consonanza” a Roma, “900 ed oltre” a Modena insieme al M° Enzo Porta, Tonhalle Düsseldorf Festival, Platzhirschfestival in Duisburg.
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6 agosto 2025 21:30
gio07agosto19:30COMPAGNIA GIUSEPPE MUSCARELLOZefiro TornaPrima NazionaleUnder 35Teatro Antico19:30
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Ideazione e coreografia Giuseppe Muscarello
Con Ludovica Messina, Grazia Montelione, Valeria Zampardi, Antonio D’angelo, Giuseppe Muscarello, Desirè Grimaudo, Cristina Genovese
Musiche eseguite dal vivo Laura Benvenga, Sergio Beercock
Consulente storico Alessandro Pontremoli
Produzione Pindoc, coproduzione Muxarte
con il sostegno di MIC ministero della Cultura, Regione Sicilia
Un viaggio nella musica barocca, è il punto di partenza della compagnia di danza guidata dal coreografo Giuseppe Muscarello, che nelle complesse e ipnotiche composizioni di Corelli e Vivaldi ha rintracciato possibilità di espressioni emotive e interiori. Fedele al suo linguaggio fatto di sperimentazione e contaminazione, il coreografo debutta in prima nazionale al Segesta Teatro Festival, con una pièce che comunica emozioni universali attraverso un dialogo tra le danze barocche, radicate nella cultura di corte e la musica aperta a influenze popolari, in un continuo scambio tra tradizione e modernità.
Giuseppe Muscarello, coreografo, danzatore e performer con oltre trent’anni di esperienza nel panorama della danza contemporanea. Nel 1999 ha fondato e dirige Muxarte, un’associazione culturale dedicata alla promozione della danza contemporanea. Le sue creazioni sono state presentate in numerosi teatri e festival sia in Italia che all’estero. Dal 2017 è direttore artistico e fondatore di ConFormazioni, un festival di danza e linguaggi contemporanei che si svolge annualmente a Palermo, che ospita ogni anno compagnie tra le più significative del panorama della danza nazionale ed internazionale. Nel 2015 realizza il progetto fotografico e pubblica il libro “Io sono mia madre”, edizioni Leima. Con progetti come Sull’Identità e I Pupi, si dedica alla divulgazione della tradizione siciliana reinterpretata in chiave contemporanea. Quest’ultima coreografia è stata rappresentata nella Giornata Mondiale UNESCO il 10 ottobre 2024.
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7 agosto 2025 19:30
ven08agosto21:30FILIPPO GRAZIANIOttanta Buon Compleanno Ivan!Tempio21:30
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Filippo Graziani voce
Tommy Graziani batteria
Francesco Cardelli basso
Stefano Zambardino tastiere
Massimo Marches chitarra
una produzione IMARTS
durata 90’
Dopo il successo del lunghissimo tour del disco postumo di Ivan da lui prodotto che ha registrato oltre 50 date per la maggior parte sold out, Filippo Graziani si prepara a festeggiare l’ottantesimo del padre con un nuovo tour nelle principali città italiane. Una festa di compleanno itinerante dove si ripercorrerà la storia musicale di Ivan dai dischi dell’esordio fino ai grandi classici iconici come Lugano addio, Monnalisa, Pigro, Firenze. Sarà un’occasione davvero speciale, ricca di soprese e aneddoti, per un concerto che non mancherà di emozionare e far muovere i piedi con l’inconfondibile suono di casa Graziani.
Filippo Graziani, riminese, secondo figlio di Ivan Graziani, inizia la sua attività musicale insieme al fratello batterista Tommy, esibendosi nei club e locali di tutta Italia. Col tempo, apre concerti per artisti di grande rilievo come Renato Zero, Negramaro, Morgan, Niccolò Fabi e Max Gazzè. Nel 2008 forma un gruppo rock chiamato Stoner-rock Carnera, debutta con l’EP First Round. Successivamente, si trasferisce negli Stati Uniti, dove è influenzato dalla scena musicale folk e rock elettronico statunitense, prima di tornare in Italia e avviare il progetto Viaggi e intemperie, un omaggio al padre Ivan Graziani. Dal 2019, Filippo continua a divulgare il meraviglioso repertorio di Ivan, contribuendo a far conoscere alle nuove generazioni un artista che ha rappresentato una svolta nel rock italiano. Nel 2023 porta in scena Arcipelago Ivan, un omaggio che va oltre la musica, esplorando anche il disegno e la scrittura. Nel periodo di lockdown, Filippo recupera 8 inediti del padre e li produce nel disco Per gli amici, uscito il 26 gennaio 2024 per la storica etichetta NUMERO1/SONY. Nella prima settimana di uscita, il disco si posiziona tra i primi dieci album più acquistati, ascoltati e scaricati. Al disco segue il tour Filippo canta Ivan – Per gli amici tour, che dall’inverno all’estate colleziona circa 40 date, tutte sold out nella sessione invernale.
Tempio
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Tempio
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8 agosto 2025 21:30
sab09agosto19:30ACCADEMIA D’ARTE DEL DRAMMA ANTICO INDA DI SIRACUSAOresteaUnder 35Teatro Antico19:30
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traduzione di Walter Lapini
regia Daniele Salvo
con
Clara Borghesi, Davide Carella, Carlotta Ceci, Federica Clementi, Giovanni Costamagna, Alessandra Cosentino, Cristian D’Agostino, Lorenzo Ficara, Ludovica Garofani, Gemma Lapi, Zoe Laudani, Marco Maggio, Arianna Martinelli, Carlo Marrubini Boulan, Giuseppe Oricchio, Carloandrea Pecori Donizetti, Beatrice Ronga, Massimiliano Serino, Davide Sgamma, Francesca Sparacino, Stefano Stagno, Giovanni Taddeucci, Siria Veronese Sandre.
costumi Marcella Salvo
Sartoria INDA Fondazione
scene scenotecnica INDA Fondazione
collaborazione ai movimenti Jacqueline Boulnès
acting coach Melania Giglio
durata 120’
Questa produzione dell’Orestea non si limita a raccontare una storia antica. La nostra sfida è quella di dare voce alla tragedia di Eschilo come se fosse una questione irrisolta, un grido che continua a echeggiare nei secoli. I 23 attori dell’Accademia dell’INDA sono il cuore pulsante di questa esperienza, chiamati non solo a incarnare i protagonisti di una saga mitologica, ma a vivere in prima persona il conflitto che essa rappresenta: quello tra l’individuo e il destino, tra l’umanità e il divino. L’Orestea di Eschilo, tradotta da Walter Lapini, si impone come una delle sfide più ardue e affascinanti per chi desidera affrontare il teatro antico con occhi e cuore moderni. La trilogia eschilea, che intreccia mito, giustizia e destino, è il fondamento stesso della tragedia greca, una macchina drammatica complessa che non ha smesso di interrogare l’uomo e la sua condizione. In questa produzione, la regia di Daniele Salvo si propone di rispettare il testo in modo assoluto, ma con un’interpretazione contemporanea che ne esalta la potenza visiva ed emotiva. L’Orestea di Eschilo, per il suo valore universale, è stata più volte reinterpretata nella storia del teatro contemporaneo, e uno degli esempi più significativi è la versione curata da Luca Ronconi nel 1974, che ha profondamente segnato il panorama teatrale italiano. La regia di Daniele Salvo, pur seguendo la sua direzione originale, si inserisce in un dialogo ideale con quella storica messa in scena di Ronconi, cercando di mantenere viva la forza tragica di Eschilo e al contempo proponendo una lettura personale e attuale del materiale antico.
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Ora
9 agosto 2025 19:30
dom10agosto5:00GIOVANNI CALCAGNOPolifemo InnamoratoAlbaUnder 35Teatro Antico5:00
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dall’Idillio di Teocrito e dalle Metamorfosi di Ovidio
di e con Giovanni Calcagno
musiche, canti e paesaggi sonori Puccio Castrogiovanni
danza a cura Vanessa Lisi, Marco Di Dato
occhio esterno e costumi Alessandra Pescetta
marionette corporee Bianca Bonaconza
una coproduzione La Casa Dei Santi, Scenario Pubblico Centro Di Rilevante Interesse Per La Danza
durata 60’
Polifemo innamorato è uno spettacolo ispirato dalle liriche e dai racconti di due poeti classici di cultura greca e latina che si sono occupati per diverse ragioni dell’impossibile amore di Polifemo e Galatea. Questa vicenda mitica è vissuta dai personaggi protagonisti che rivivono nei corpi delle marionette corporee di Bianca Bonaconza animate da Giovanni Calcagno che condivide con Alessandra Pescetta la scrittura scenica dello spettacolo. La narrazione si intreccia con l’azione danzata delle grandi marionette corporee e dei due danzatori Vanessa Lisi e Marco Di Dato, giovani promesse di Scenario Pubblico. Le musiche, i canti e i paesaggi sonori di Puccio Castrogiovanni coniugano sonorità etniche con declinazioni elettroniche e accompagnano i testi che spaziano dall’italiano al greco antico, dal siciliano al veneto, al napoletano. Il Ciclope innamorato è, in definitiva e semplicemente, uno spettacolo sulle conseguenze dell’amore, così diverse e antitetiche a seconda che questo sentimento venga declinato e provato nella sua dimensione più pura e incondizionata oppure con la presenza di un elemento altamente inquinante: il possesso che genera violenza e sopraffazione.
Giovanni Calcagno è un attore siciliano di teatro e cinema, nonché autore, narratore e traduttore di molti testi della classicità e della tradizione mediterranea e medio-orientale. Insieme ad Alessandra Pescetta coordina l’attività di produzione cinematografica e teatrale della Casa dei Santi. Diverse sono le pubblicazioni tratte dalle sue opere teatrali, fra cui Il Piccolo principe in versi, La Canzone di Orlando e Gilgamesh-l’epopea di colui che tutto vide.
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10 agosto 2025 5:00
dom10agosto19:30ACCADEMIA D’ARTE DEL DRAMMA ANTICO INDA DI SIRACUSAOresteaUnder 35Teatro Antico19:30
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traduzione di Walter Lapini
regia Daniele Salvo
con
Clara Borghesi, Davide Carella, Carlotta Ceci, Federica Clementi, Giovanni Costamagna, Alessandra Cosentino, Cristian D’Agostino, Lorenzo Ficara, Ludovica Garofani, Gemma Lapi, Zoe Laudani, Marco Maggio, Arianna Martinelli, Carlo Marrubini Boulan, Giuseppe Oricchio, Carloandrea Pecori Donizetti, Beatrice Ronga, Massimiliano Serino, Davide Sgamma, Francesca Sparacino, Stefano Stagno, Giovanni Taddeucci, Siria Veronese Sandre.
costumi Marcella Salvo
Sartoria INDA Fondazione
scene scenotecnica INDA Fondazione
collaborazione ai movimenti Jacqueline Boulnès
acting coach Melania Giglio
durata 120’
Questa produzione dell’Orestea non si limita a raccontare una storia antica. La nostra sfida è quella di dare voce alla tragedia di Eschilo come se fosse una questione irrisolta, un grido che continua a echeggiare nei secoli. I 23 attori dell’Accademia dell’INDA sono il cuore pulsante di questa esperienza, chiamati non solo a incarnare i protagonisti di una saga mitologica, ma a vivere in prima persona il conflitto che essa rappresenta: quello tra l’individuo e il destino, tra l’umanità e il divino. L’Orestea di Eschilo, tradotta da Walter Lapini, si impone come una delle sfide più ardue e affascinanti per chi desidera affrontare il teatro antico con occhi e cuore moderni. La trilogia eschilea, che intreccia mito, giustizia e destino, è il fondamento stesso della tragedia greca, una macchina drammatica complessa che non ha smesso di interrogare l’uomo e la sua condizione. In questa produzione, la regia di Daniele Salvo si propone di rispettare il testo in modo assoluto, ma con un’interpretazione contemporanea che ne esalta la potenza visiva ed emotiva. L’Orestea di Eschilo, per il suo valore universale, è stata più volte reinterpretata nella storia del teatro contemporaneo, e uno degli esempi più significativi è la versione curata da Luca Ronconi nel 1974, che ha profondamente segnato il panorama teatrale italiano. La regia di Daniele Salvo, pur seguendo la sua direzione originale, si inserisce in un dialogo ideale con quella storica messa in scena di Ronconi, cercando di mantenere viva la forza tragica di Eschilo e al contempo proponendo una lettura personale e attuale del materiale antico.
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10 agosto 2025 19:30
dom10agosto21:15Miti celestiPrima NazionaleRepeating EventTempio21:15
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spettacolo scientifico di narrazione dei miti celesti, proiezioni astronomiche ed estemporanea musicale
musica dal vivo e sound art Alfredo Giammanco
voce recitante Marcello Barrale
e gli operatori scientifici del Planetario di Palermo
produzione Urania
durata 40’
Urania, ente che si occupa di divulgazione scientifica a più livelli e che gestisce il Planetario e il Museo astronomico di Palermo, presenta uno spettacolo multidisciplinare, in forma di racconto teatrale dedicato alla Via Lattea, con proiezioni in diretta delle reali immagini dei corpi celesti riprese da uno speciale strumento, e con la narrazione dei relativi miti legati alla costellazione e la descrizione scientifica dello stesso condotta da Marcello Barrale, divulgatore scientifico e filosofo della scienza. Il pubblico potrà seguire seduto la proiezione e la spiegazione che sarà accompagnata da musica LIVE ELECTRONICS realizzata dal musicista Alfredo Giammanco, esperto di musica analogica e SOUND ART. Lo spettacolo partirà dalla descrizione della Via Lattea e saranno poi puntati e proiettati in diretta varie tipologie di oggetti di profondo cielo, da nebulose ad ammassi stellari, sino a galassie lontane. La musica farà da sottofondo alle spettacolari immagini. La lezione spettacolo, che ha registrato nella precedente edizione del Segesta Teatro Festival 2024 il tutto esaurito coinvolgendo il pubblico in ogni istante, è un unicum tra narrazione del cielo e proiezioni di cielo virtuale e reale. Un evento unico nel suo genere, una narrazione teatralizzata e musicale dei corpi celesti proiettati in diretta dal telescopio su un maxi schermo con in fondo la magnificenza del tempio.
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10 agosto 2025 21:15
dom10agosto22:15Miti celestiPrima NazionaleRepeating EventTempio22:15
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spettacolo scientifico di narrazione dei miti celesti, proiezioni astronomiche ed estemporanea musicale
musica dal vivo e sound art Alfredo Giammanco
voce recitante Marcello Barrale
e gli operatori scientifici del Planetario di Palermo
produzione Urania
durata 40’
Urania, ente che si occupa di divulgazione scientifica a più livelli e che gestisce il Planetario e il Museo astronomico di Palermo, presenta uno spettacolo multidisciplinare, in forma di racconto teatrale dedicato alla Via Lattea, con proiezioni in diretta delle reali immagini dei corpi celesti riprese da uno speciale strumento, e con la narrazione dei relativi miti legati alla costellazione e la descrizione scientifica dello stesso condotta da Marcello Barrale, divulgatore scientifico e filosofo della scienza. Il pubblico potrà seguire seduto la proiezione e la spiegazione che sarà accompagnata da musica LIVE ELECTRONICS realizzata dal musicista Alfredo Giammanco, esperto di musica analogica e SOUND ART. Lo spettacolo partirà dalla descrizione della Via Lattea e saranno poi puntati e proiettati in diretta varie tipologie di oggetti di profondo cielo, da nebulose ad ammassi stellari, sino a galassie lontane. La musica farà da sottofondo alle spettacolari immagini. La lezione spettacolo, che ha registrato nella precedente edizione del Segesta Teatro Festival 2024 il tutto esaurito coinvolgendo il pubblico in ogni istante, è un unicum tra narrazione del cielo e proiezioni di cielo virtuale e reale. Un evento unico nel suo genere, una narrazione teatralizzata e musicale dei corpi celesti proiettati in diretta dal telescopio su un maxi schermo con in fondo la magnificenza del tempio.
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10 agosto 2025 22:15
dom10agosto23:15Miti celestiPrima NazionaleRepeating EventTempio23:15
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spettacolo scientifico di narrazione dei miti celesti, proiezioni astronomiche ed estemporanea musicale
musica dal vivo e sound art Alfredo Giammanco
voce recitante Marcello Barrale
e gli operatori scientifici del Planetario di Palermo
produzione Urania
durata 40’
Urania, ente che si occupa di divulgazione scientifica a più livelli e che gestisce il Planetario e il Museo astronomico di Palermo, presenta uno spettacolo multidisciplinare, in forma di racconto teatrale dedicato alla Via Lattea, con proiezioni in diretta delle reali immagini dei corpi celesti riprese da uno speciale strumento, e con la narrazione dei relativi miti legati alla costellazione e la descrizione scientifica dello stesso condotta da Marcello Barrale, divulgatore scientifico e filosofo della scienza. Il pubblico potrà seguire seduto la proiezione e la spiegazione che sarà accompagnata da musica LIVE ELECTRONICS realizzata dal musicista Alfredo Giammanco, esperto di musica analogica e SOUND ART. Lo spettacolo partirà dalla descrizione della Via Lattea e saranno poi puntati e proiettati in diretta varie tipologie di oggetti di profondo cielo, da nebulose ad ammassi stellari, sino a galassie lontane. La musica farà da sottofondo alle spettacolari immagini. La lezione spettacolo, che ha registrato nella precedente edizione del Segesta Teatro Festival 2024 il tutto esaurito coinvolgendo il pubblico in ogni istante, è un unicum tra narrazione del cielo e proiezioni di cielo virtuale e reale. Un evento unico nel suo genere, una narrazione teatralizzata e musicale dei corpi celesti proiettati in diretta dal telescopio su un maxi schermo con in fondo la magnificenza del tempio.
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10 agosto 2025 23:15
lun11agosto19:30DANIELE SALVOMedea di SenecaTeatro Antico19:30
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Medea Melania Giglio
Giasone Michele Lisi
Creonte Alfonso Veneroso
Nutrice Marcella Favilla
Coro Simone Ciampi, Cinzia Cordella, Silvia Pietta, Salvo Lupo
scene Daniele Salvo
costumi Daniele Gelsi
regia Daniele Salvo
una produzione Amenanos Festival/Associazione Culturale DIDE – Michele Di Dio Management Srl
durata 100’
Medea è l’emblema della condizione umana: un essere intrappolato tra il desiderio di vendetta e la consapevolezza della propria solitudine cosmica. Non c’è redenzione per Medea, solo il vuoto che segue la distruzione. Questa visione pessimistica e quasi esistenziale del mito si riflette in una regia che non cerca di offrire soluzioni o consolazioni, ma solo di mettere in scena l’ineluttabilità della tragedia. Questa lettura di “Medea” di Seneca è profondamente radicata nella psicologia del personaggio e nell’analisi delle forze archetipiche e ultraterrene che lo muovono. Il risultato è una tragedia potente, viscerale e inquietante, che esplora le profondità dell’animo umano attraverso un personaggio che sfida ogni legge e ogni confine, in una battaglia titanica contro il destino. (Daniele Salvo)
Daniele Salvo, attore e regista, ha collaborato con Luca
Ronconi per quasi 18 anni, come attore, in ruoli di primo piano, assistente alla regia e regista collaboratore. Tra le sue regie più note, Coefore/Eumenidi di Eschilo, Aiace, Edipo Re, Edipo a Colono di Sofocle con Giorgio Albertazzi, con cui ha avviato una lunga collaborazione, e La Pace di Aristofane, tutte al Teatro Greco di Siracusa. Ha inoltre diretto, tra le tante regie, altre opere dei tragici, tra cui Dionysus in Romania, Prometheus di Eschilo, Medea di Euripide, con Franco Branciaroli, e moltissimi altri lavori in Italia e all’estero.
Teatro Antico
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11 agosto 2025 19:30
mar12agosto19:30DANIELE SALVOMedea di SenecaTeatro Antico19:30
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Medea Melania Giglio
Giasone Michele Lisi
Creonte Alfonso Veneroso
Nutrice Marcella Favilla
Coro Simone Ciampi, Cinzia Cordella, Silvia Pietta, Salvo Lupo
scene Daniele Salvo
costumi Daniele Gelsi
regia Daniele Salvo
una produzione Amenanos Festival/Associazione Culturale DIDE – Michele Di Dio Management Srl
durata 100’
Medea è l’emblema della condizione umana: un essere intrappolato tra il desiderio di vendetta e la consapevolezza della propria solitudine cosmica. Non c’è redenzione per Medea, solo il vuoto che segue la distruzione. Questa visione pessimistica e quasi esistenziale del mito si riflette in una regia che non cerca di offrire soluzioni o consolazioni, ma solo di mettere in scena l’ineluttabilità della tragedia. Questa lettura di “Medea” di Seneca è profondamente radicata nella psicologia del personaggio e nell’analisi delle forze archetipiche e ultraterrene che lo muovono. Il risultato è una tragedia potente, viscerale e inquietante, che esplora le profondità dell’animo umano attraverso un personaggio che sfida ogni legge e ogni confine, in una battaglia titanica contro il destino. (Daniele Salvo)
Daniele Salvo, attore e regista, ha collaborato con Luca
Ronconi per quasi 18 anni, come attore, in ruoli di primo piano, assistente alla regia e regista collaboratore. Tra le sue regie più note, Coefore/Eumenidi di Eschilo, Aiace, Edipo Re, Edipo a Colono di Sofocle con Giorgio Albertazzi, con cui ha avviato una lunga collaborazione, e La Pace di Aristofane, tutte al Teatro Greco di Siracusa. Ha inoltre diretto, tra le tante regie, altre opere dei tragici, tra cui Dionysus in Romania, Prometheus di Eschilo, Medea di Euripide, con Franco Branciaroli, e moltissimi altri lavori in Italia e all’estero.
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12 agosto 2025 19:30
mer13agosto21:30TRIO REIJSEGER FRAANJE SYLLATempio21:30
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Ernst Reijseger violoncello
Harmen Fraanje piano
Mola Sylla voce, xalam, m’bira
produzione Marsab Music Management
durata 75’
Ernst Reijseger è un maestro del violoncello, e nella sua musica spazia dalle variazioni di Bach a linee di basso hard bop nello stile di Mingus. Il pianista Harmen Fraanje crea melodie fantasiose tra musica classica e jazz. Il musicista senegalese Mola Sylla interpreta le proprie tradizioni culturali con la sua voce affascinante e strumenti tradizionali. Questo trio crea una musica personale, che provoca una forte reazione nel pubblico, come fossero canti sacri. I musicisti contribuiscono ognuno con le loro composizioni originali e diversi background e si connettono miracolosamente. Reijseger, Fraanje e Sylla si sono conosciuti bene negli ultimi anni, condividendo molte avventure, sia come trio che in altri progetti, come le colonne sonore dei film di Werner Herzog’s My Son My Son What Have Ye Done e Cave of Forgotten Dreams, e sono uniti da una profonda stima e amicizia. La combinazione dei tre musicisti crea un sound particolare e dal carattere ben definito, poetico, ma anche fatto di humor e brillante improvvisazione sostenuta da una fantastica tecnica individuale. Il repertorio del concerto comprende canzoni africane, cantate in wolof, la lingua nativa del cantante senegalese Mola Sylla, e bellissimi brani di Reijseger e Fraanje. Oltre a cantare, Mola Sylla suona strumenti tradizionali africani, come lo xalam e la m’bira, immaginatelo combinato alle melodie liriche di Harmen Fraanje e con l’improvvisazione del guru Ernst Reijseger. Da non perdere!
Ernst Reijseger è uno degli artisti più innovativi degli ultimi 20 anni sulla scena internazionale del jazz, world music e nell’improvvisazione. Da oltre 30 anni continua a suonare con moltissimi celebri musicisti e in diverse ed eccitanti combinazioni, ma riesce anche a trovare il tempo per insegnare il violoncello ai bambini ed esibirsi in concerti da solista. Nato a Dakar, in Senegal, Mola Sylla è cresciuto nella tradizione dei Griot, poeti-cantori erranti, che tramandavano la tradizione musical- teatrale dell’Africa Occidentale. È a questa ricchissima tradizione narrativa che attingono le sue canzoni, per la maggior parte in lingua wolof. Lunga la sua collaborazione con Ernst Reijseger, ma anche con Omar Sosa e le compagnie di teatro danza come Scapino e Sasha Waltz. Harmen Fraanje è uno dei più giovani e promettenti pianisti europei. Tra le sue collaborazioni più recenti spicca l’album inciso per la ECM con il trombettista Arve Henrikssen, e il Tether Trio con il vocalist Theo Bleckmann.
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13 agosto 2025 21:30
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regia e coreografia Michela Lucenti
drammaturgia Michela Lucenti, Emanuela Serra, Maurizio Camilli
con Alessandro Pallecchi Arena, Maurizio Camilli, Antonio Carta, Ambra Chiarello, Francesco Collavino, Cecilia Francesca Croce, Giovanni Fasser, Michela Lucenti, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Mirco Tosches
collaborazione musicale Daniele Boccardi
assistente alla regia Francesco Gabrielli
assistente alla coreografia Alessandro Pallecchi Arena
costumi Giulia Spattini in collaborazione con Laboratorio Creazioni Teatrali Napoli 2500
produzione Balletto Civile in coproduzione con ERT Emilia Romagna Teatro / Teatro Nazionale – Comune di Napoli Napoli2500, con il sostegno del MIC Ministero della Cultura Italiana
durata 70’
Un ritorno alla dimensione teatrale per Balletto Civile, un focus di lavoro tra gesto coreografico e parola. Un felice ritorno quello di Balletto Civile, guidato dalla coreografa Michela Lucenti, in prima nazionale e con formazione under 35, quest’anno impegnato ne Le fenicie da Euripide, un testo radicale che la compagnia restituisce con una danza che tesse un necessario elogio alla democrazia, in un dialogo visivo ideale con la Polis di oggi. Il progetto è un ritorno alla dimensione teatrale per Balletto Civile, un focus di lavoro tra gesto coreografico e parola, un linguaggio a loro ormai consueto, che fa della contaminazione la cifra più rilevante della loro ricerca.
Michela Lucenti incontra il lavoro della compagnia di Pina Bausch attraverso i suoi danzatori Beatrice Libonati e Jan Minarik. Frequenta la Scuola del Teatro Stabile di Genova. Collabora con molti registi tra i quali Valter Malosti, Gigi dall’ Aglio, Moni Ovadia, Leo Muscato , Mario Martone. Nel 2003 fonda Balletto Civile, progetto artistico nomade animato da una forte tensione etica, una formazione di danzatori-attori che si caratterizza per la ricerca di un linguaggio scenico totale. Dal 2022-24 Michela Lucenti è artista residente presso ERT Emilia Romagna Teatro e curatrice della rassegna di drammaturgia fisica Carne. I suoi spettacoli sono stati premiati numerose volte, da riconoscimenti nazionali e internazionali.
Teatro Antico
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14 agosto 2025 19:30
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musiche e canzoni sui versi di Antonio Veneziano
Maurizio Curcio pianoforte, voce, stick, laptop
Roberta Scacciaferro voce, percussioni
Valentina Migliore voce, percussioni, chitarra
con la partecipazione di:
Giuseppe Viola fiati
Angelo Battaglia strumenti a corde
e la partecipazione straordinaria di
Anton Giulio Pandolfo nel ruolo di Cervantes
produzione Le Baccanti
con il sostegno di
Il progetto artistico “Celia” nasce da un lungo percorso di ricerca e composizione musicale condotto dall’eclettico compositore e pianista Maurizio Curcio sui versi del poeta monrealese Antonio Veneziano (1543-1593) con la collaborazione di due giovani eccellenti interpreti vocali siciliane, Roberta Scacciaferro e Valentina Migliore.
Antonio Veneziano, uomo coraggioso, poeta fecondo, giurista abilissimo, dalla vita movimentata e ricca di avventure, il suo nome invase i confini della leggenda e della fantasia popolare e raggiunse la reputazione di mago.
Il repertorio poetico di Antonio Veneziano, scritto in lingua siciliana del ‘600, conserva una sorprendente attualità sia nel linguaggio che nella forma espressiva adottata.
Amico e compagno di prigionia di Miguel de Cervantes (durante la quale compose il “Libru primu di li canzuni siciliani” chiamata anche col nome “Celia”, misteriosa figura femminile destinataria di questi versi) fu il poeta e umanista più acclamato di cui si può gloriare la Sicilia nella metà del secolo XVI.
L’odierna “Celia” si configura come un ponte ideale tra passato e presente, favorendo la riscoperta di un patrimonio culturale fondamentale, superando le barriere linguistiche e intellettuali che spesso separano le nuove generazioni dalle radici della propria cultura.
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14 agosto 2025 21:30
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regia e coreografia Michela Lucenti
drammaturgia Michela Lucenti, Emanuela Serra, Maurizio Camilli
con Alessandro Pallecchi Arena, Maurizio Camilli, Antonio Carta, Ambra Chiarello, Francesco Collavino, Cecilia Francesca Croce, Giovanni Fasser, Michela Lucenti, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Mirco Tosches
collaborazione musicale Daniele Boccardi
assistente alla regia Francesco Gabrielli
assistente alla coreografia Alessandro Pallecchi Arena
costumi Giulia Spattini in collaborazione con Laboratorio Creazioni Teatrali Napoli 2500
produzione Balletto Civile in coproduzione con ERT Emilia Romagna Teatro / Teatro Nazionale – Comune di Napoli Napoli2500, con il sostegno del MIC Ministero della Cultura Italiana
durata 70’
Un ritorno alla dimensione teatrale per Balletto Civile, un focus di lavoro tra gesto coreografico e parola. Un felice ritorno quello di Balletto Civile, guidato dalla coreografa Michela Lucenti, in prima nazionale e con formazione under 35, quest’anno impegnato ne Le fenicie da Euripide, un testo radicale che la compagnia restituisce con una danza che tesse un necessario elogio alla democrazia, in un dialogo visivo ideale con la Polis di oggi. Il progetto è un ritorno alla dimensione teatrale per Balletto Civile, un focus di lavoro tra gesto coreografico e parola, un linguaggio a loro ormai consueto, che fa della contaminazione la cifra più rilevante della loro ricerca.
Michela Lucenti incontra il lavoro della compagnia di Pina Bausch attraverso i suoi danzatori Beatrice Libonati e Jan Minarik. Frequenta la Scuola del Teatro Stabile di Genova. Collabora con molti registi tra i quali Valter Malosti, Gigi dall’ Aglio, Moni Ovadia, Leo Muscato , Mario Martone. Nel 2003 fonda Balletto Civile, progetto artistico nomade animato da una forte tensione etica, una formazione di danzatori-attori che si caratterizza per la ricerca di un linguaggio scenico totale. Dal 2022-24 Michela Lucenti è artista residente presso ERT Emilia Romagna Teatro e curatrice della rassegna di drammaturgia fisica Carne. I suoi spettacoli sono stati premiati numerose volte, da riconoscimenti nazionali e internazionali.
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15 agosto 2025 5:00
ven15agosto21:30PETRA MAGONI & ARKE’ STRING QUARTETSubversionTempio21:30
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Petra Magoni
Arkè String Quartet
Carlo Cantini
violino elettrico
Valentino Corvino
violino/oud/live-electronics
Matteo Del Soldà
viola
Stefano Dall’Ora
contrabbasso
Musiche di:
Pink Floyd, Nina Simone, John Cage, Frank Zappa,Wolfgang Amadeus Mozart, The Beatles,
David Bowie, Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber,Franco Battiato
durata 75’
Dall’Illuminismo alle Avanguardie, dalla Beat Generation ai giorni nostri, la musica e i testi che hanno sovvertito gli schemi, cambiato le anime e ci hanno fatto vedere il mondo in modo nuovo.
Subversion è una performance musicale, un concerto teatrale PER cambiare le visioni preconfezionate del mondo, pungolare le istituzioni e i poteri precostituiti.
Musica, Letteratura, Gesti, Immagini e Luci.
Uno spettacolo che solletica occhi, orecchie, naso e gola.
Una lettura brillante, una voce recitante e cantante quattro strumenti ad arco, live-electronics, luci e videoproiezioni
Petra Magoni è una cantante italiana eclettica, apprezzata per la sua abilità nel passare da un genere musicale all’altro, capace di coinvolgere il pubblico con il suo magnetismo scenico e la sua intensa emotività. La sua voce, caratterizzata da un’ampia gamma dinamica e da un perfetto controllo del falsetto, è accompagnata da una forte componente interpretativa che la rende unica nel panorama musicale. Oltre a essere una cantante di talento, Petra ha anche lavorato come autrice e attrice, avendo un ampio percorso professionale che include esperienze nel rock, nella musica antica e operistica.
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15 agosto 2025 21:30
sab16agosto19:30GABRIELE VACIS E POEMAntigone e i suoi fratelliUnder 35Teatro Antico19:30
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drammaturgia Gabriele Vacis e PEM
autore Gabriele Vacis e PEM
con Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Lucia Corna, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera
regia Gabriele Vacis
scenofonia e allestimenti Roberto Tarasco
cura dei cori Enrica Rebaudo
fonico Riccardo Di Gianni
produzione Compagnia A. Artisti associati Soc. Coop
durata 80’
Tratto da Fenicie di Euripide e Antigone di Sofocle, Antigone e i suoi fratelli mette in scena uno dei personaggi femminili più importanti della storia del teatro attraverso le due tragedie di Sofocle, perché conoscendo gli antefatti è possibile comprendere meglio le scelte di Antigone che nel corso dei secoli, dei millenni, è stata il simbolo della rivoluzione ma anche della conservazione più oscurantista. Negli ultimi anni, per esempio, era di moda prendere le parti di Creonte: Antigone potrebbe essere la sorella di un capomafia che pretende funerali con fuochi d’artificio per il fratello assassinato e Creonte il giudice che nega l’autorizzazione. All’epoca dei tragici, nel quinto secolo avanti Cristo in Grecia, stavano inventando la democrazia. E Antigone potrebbe essere anche l’erede di un’aristocrazia che difende antichi privilegi di fronte al nuovo che avanza. Argomenti che coinvolgono l’umanità nel ventunesimo secolo come nel IV secolo a.C., fino alle domande fondamentali a cui costringono ottant’anni di pace in Europa: c’è qualcosa per cui saremmo disposti a morire? E, di conseguenza: per cosa vale la pena vivere? Sono questi i classici, comprendono la cosa e il suo contrario, contengono i paradossi, sono specchi che riflettono gli sguardi di un’epoca. (Gabriele Vacis)
Dopo i felici transiti qui al Segesta Teatro Festival, e il tutto esaurito del Prometeo (2023) e de I sette a Tebe, un terribile amore per la guerra (2024), Gabriele Vacis, regista e drammaturgo tra i più apprezzati della scena contemporanea italiana, e i giovani attori della sua scuola, concludono qui la trilogia, con questa prova importante sull’Antigone.
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16 agosto 2025 19:30
dom17agosto19:30GABRIELE VACIS E PEMAntigone e i suoi fratelliUnder 35Teatro Antico19:30
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drammaturgia Gabriele Vacis e PEM
autore Gabriele Vacis e PEM
con Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Lucia Corna, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera
regia Gabriele Vacis
scenofonia e allestimenti Roberto Tarasco
cura dei cori Enrica Rebaudo
fonico Riccardo Di Gianni
produzione Compagnia A. Artisti associati Soc. Coop
durata 80’
Tratto da Fenicie di Euripide e Antigone di Sofocle, Antigone e i suoi fratelli mette in scena uno dei personaggi femminili più importanti della storia del teatro attraverso le due tragedie di Sofocle, perché conoscendo gli antefatti è possibile comprendere meglio le scelte di Antigone che nel corso dei secoli, dei millenni, è stata il simbolo della rivoluzione ma anche della conservazione più oscurantista. Negli ultimi anni, per esempio, era di moda prendere le parti di Creonte: Antigone potrebbe essere la sorella di un capomafia che pretende funerali con fuochi d’artificio per il fratello assassinato e Creonte il giudice che nega l’autorizzazione. All’epoca dei tragici, nel quinto secolo avanti Cristo in Grecia, stavano inventando la democrazia. E Antigone potrebbe essere anche l’erede di un’aristocrazia che difende antichi privilegi di fronte al nuovo che avanza. Argomenti che coinvolgono l’umanità nel ventunesimo secolo come nel IV secolo a.C., fino alle domande fondamentali a cui costringono ottant’anni di pace in Europa: c’è qualcosa per cui saremmo disposti a morire? E, di conseguenza: per cosa vale la pena vivere? Sono questi i classici, comprendono la cosa e il suo contrario, contengono i paradossi, sono specchi che riflettono gli sguardi di un’epoca. (Gabriele Vacis)
Dopo i felici transiti qui al Segesta Teatro Festival, e il tutto esaurito del Prometeo (2023) e de I sette a Tebe, un terribile amore per la guerra (2024), Gabriele Vacis, regista e drammaturgo tra i più apprezzati della scena contemporanea italiana, e i giovani attori della sua scuola, concludono qui la trilogia, con questa prova importante sull’Antigone.
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17 agosto 2025 19:30
lun18agosto19:30CINZIA MACCAGNANOI cavalieri di AristofaneTeatro Antico19:30
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adattamento e regia Cinzia Maccagnano
con
Cinzia Maccagnano
Luna Marongiu
Raffaele Gangale
Cristina Putignano
Marta Cirello
Andrea Maiorca
Maria Chiara Pellitteri
musiche originali Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
maschere Luna Marongiu
scene Freezer09_Lab
produzione Bottega del Pane Teatro
durata 75’
I Cavalieri di Aristofane, commedia rappresentata nel 424 a. C. è una feroce critica alla classe politica ateniese e alla sua degenerazione demagogica. Durante la guerra del Peloponneso, Atene è governata da un demagogo arrogante e vigliacco che asseconda i peggiori istinti e la credulità del popolo. Liberare il paese da questo individuo è il fulcro su cui è costruita la vicenda e il compito assegnato all’azione comica. Ma per scalzare un farabutto ne serve uno peggiore.
La Bottega del Pane, dopo il successo ottenuto con Le Rane e Gli Uccelli, riporta in scena la commedia aristofanesca.
Rappresentare I cavalieri è una scelta di grande attualità: molti secoli sono passati ma i metodi usati dai demagoghi per infiltrarsi nelle crepe della democrazia e arrivare al potere sono sempre gli stessi.
L’allestimento, affidato alla regia di Cinzia Maccagnano, sceglie un taglio surreale e una comicità marcata: le situazioni, i ritmi serrati dei dialoghi, il gioco precisissimo del movimento dei personaggi/attori, con e senza maschera; e un coro di cavalieri-fantocci di un circo sgangherato, rivelano una società (e un’umanità) passata e presente, appesa a dei fili sottili, rappresentando gli scontri e tutti i livelli di demagogia che l’autore vuole “smascherare” nella sua commedia.
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, prosegue la sua formazione concentrandosi sul corpo pensante attraverso l’incontro con maestri coreografi, mimi e performer. Si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina.
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18 agosto 2025 19:30
mar19agosto19:30CINZIA MACCAGNANOI cavalieri di AristofaneTeatro Antico19:30
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adattamento e regia Cinzia Maccagnano
con
Cinzia Maccagnano
Luna Marongiu
Raffaele Gangale
Cristina Putignano
Marta Cirello
Andrea Maiorca
Maria Chiara Pellitteri
musiche originali Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
maschere Luna Marongiu
scene Freezer09_Lab
produzione Bottega del Pane Teatro
durata 75’
I Cavalieri di Aristofane, commedia rappresentata nel 424 a. C. è una feroce critica alla classe politica ateniese e alla sua degenerazione demagogica. Durante la guerra del Peloponneso, Atene è governata da un demagogo arrogante e vigliacco che asseconda i peggiori istinti e la credulità del popolo. Liberare il paese da questo individuo è il fulcro su cui è costruita la vicenda e il compito assegnato all’azione comica. Ma per scalzare un farabutto ne serve uno peggiore.
La Bottega del Pane, dopo il successo ottenuto con Le Rane e Gli Uccelli, riporta in scena la commedia aristofanesca.
Rappresentare I cavalieri è una scelta di grande attualità: molti secoli sono passati ma i metodi usati dai demagoghi per infiltrarsi nelle crepe della democrazia e arrivare al potere sono sempre gli stessi.
L’allestimento, affidato alla regia di Cinzia Maccagnano, sceglie un taglio surreale e una comicità marcata: le situazioni, i ritmi serrati dei dialoghi, il gioco precisissimo del movimento dei personaggi/attori, con e senza maschera; e un coro di cavalieri-fantocci di un circo sgangherato, rivelano una società (e un’umanità) passata e presente, appesa a dei fili sottili, rappresentando gli scontri e tutti i livelli di demagogia che l’autore vuole “smascherare” nella sua commedia.
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, prosegue la sua formazione concentrandosi sul corpo pensante attraverso l’incontro con maestri coreografi, mimi e performer. Si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina.
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19 agosto 2025 19:30
mer20agosto21:30GIUSEPPE DI BELLA QUARTETAltre originiPrima NazionaleTempio21:30
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Giuseppe Di Bella voce e chitarre
Riccardo Gerbino percussioni
Giovanni Arena
contrabbasso
Alfredo Giammanco live elettronics
produzione Le Baccanti
durata 70’
Il progetto Altre Origini – Giuseppe Di Bella Quartet unisce influenze musicali della Sicilia a suggestioni culturali lontane, attraverso un cantautorato che è uscito fuori dai generi e dai modi. Utilizzando lingue diverse (dialetto, italiano, spagnolo) e timbri ibridi, il progetto fonde elementi di musica antica, mito e tradizioni del ‘900 con la canzone europea e mediterranea contemporanea. La performance in quartetto include brani sospesi tra ritmi mediterranei, influssi sudamericani, jazz e intimo cantautorale, si sviluppa come una narrazione tra canzoni, poesia e suoni elettronici, creando un linguaggio unico e identitario.
Giuseppe Di Bella è un cantautore, poeta e chitarrista siciliano originario di Enna, che unisce la tradizione della canzone d’autore e popolare con influenze contemporanee e colte. Dopo gli studi di chitarra in conservatorio e il perfezionamento vocale, inizia una carriera artistica poliedrica che spazia tra musica, teatro e poesia. Ha collaborato con importanti produzioni teatrali, come ImmensaMadre con Lucia Sardo, e ha realizzato musiche per il cinema e il teatro. Nel 2015 pubblica Il tempo e la voce, un progetto unico sulla Scuola poetica siciliana portato in scena in prestigiosi contesti nazionali e internazionali e nel 2018 pubblica il libro-CD Fuddìa, che esplora la world music mediterranea e la poesia, partecipando a numerosi festival. Ha partecipato a eventi di rilievo, tra cui il Mercurio Festival e il Premio Tenco. Tra i suoi lavori recenti spiccano l’album Sette Arcangeli (2022), ispirato alla spiritualità e all’arte, e un tour in Canada (2023) con il Sicilian Jazz Project, promosso dagli Istituti Italiani di Cultura. Attualmente è impegnato nella realizzazione di Tre sogni di Sanciu, un’opera musicale basata sul poema di Giovanni Meli, in collaborazione con Willy Merz, presentata in anteprima presso la Fondazione Merz di Torino.
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20 agosto 2025 21:30
gio21agosto21:30GIULIA MEIIo della musica non ci ho capito nienteUnder 35Tempio21:30
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Giulia Mei voce, piano, controller
Dario Marchetti drum set, synth
Vezeve beatbox, loop station
Vittorio Di Matteo TM/Fonico
produzione Locusta
durata 60’
Giulia Mei, cantautrice e pianista palermitana trasferitasi a Milano nel 2022, fonde il pianismo classico con cantautorato francese/genovese e sonorità indie pop ed elettroniche, creando un pop d’autore attuale e pungente. Laureata in pianoforte al Conservatorio di Palermo e in Didattica della Musica a Bologna, insegna pianoforte e scrive canzoni dal forte impatto emotivo. Ha vinto premi come il Cesa, il Lauzi, e il premio del pubblico a Musicultura. Nel 2019 pubblica l’album Diventeremo Adulti, finalista alle Targhe Tenco. Oltre all’album del 2019, in cui sono contenuti singoli come Kundera e Tutta colpa di Vecchioni, nel 2021 vince “Genova per voi” e firma con la Universal. Il singolo Bandiera (2023) diventa colonna sonora delle manifestazioni del 25 novembre, virale online e premiato da Amnesty International. Nel 2024 conquista X Factor. I brani H&M e La Vita è Brutta anticipano il nuovo album Io della Musica non ci ho Capito Niente, uscito a marzo 2025.
Tempio
Luogo
Tempio
Ora
21 agosto 2025 21:30
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traduzione Sergio Basile
adattamento e regia Claudio Collovà
traduzione Sergio Basile
con Giuseppe Pambieri, Sergio Basile, Micol Pambieri, Gianluigi Fogacci, Luigi Mezzanotte, Stefano Mondini, Yuri Napoli, Beatrice Rincicotti scene Claudio Collovà, Sofia Alopari, Chiarastella Santalucia costumi Marina Mango
suono Giuseppe Rizzo
ideazione elmi Stefania Pennacchio
realizzazione Stefania Pennacchio
e Matteo Todeschini
regia del suono e sound engineer Gabriele Giambertone
luci Pietro Sperduti
produzione IDS, Imprenditori di Sogni Roma
durata 90’
Le tragedie di Seneca sanno comunicarci il brivido di una sensibilità nuova, aperta ai più paurosi abissi dell’umana passionalità. Se il rapporto tra ragione e destino era a fondamento dell’Edipo Re di Sofocle, con Seneca prevale la forza dirompente dell’inconscio e dell’irrazionale. Il protagonista di Seneca, oppresso da un senso di colpa oscuro e smisurato, non combatte ma accompagna la sua rovina. La sua sovranità su Tebe è avvertita come responsabilità funesta, i suoi sentimenti sono di angoscia e paura. Nella predizione dell’oracolo e nella lunga affermazione di Creonte, aleggia il colpo di stato, il complotto e il tentativo di sovvertire l’ordine, nelle testimonianze riportate il sospetto che nulla sia vero e che più che dagli dèì, Edipo sia scacciato dagli uomini. È una tragedia scritta 450 anni dopo la sua fonte da cui Seneca si discosta in maniera significativa, diversa la comunità a cui si rivolgeva, diversi gli intenti, e il mito qui diventa emblema di una individualità a noi molto vicina, esponendo un ritratto complessato, impegnato contro il padre in un conflitto che oggi risuona terribilmente moderno. (Claudio Collovà)
Teatro Antico
Luogo
Teatro Antico
Ora
22 agosto 2025 19:30
ven22agosto22:00TRIO SERVILLO GIROTTO MANGALAVITEL’amico di CordobaTempio22:00
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Peppe Servillo voce
Javier Girotto sax soprano e baritono
Natalio Mangalavite piano, tastiere, voce
produzione Egea Live
durata 70’
L’album L’Amico Di Cordoba racconta la splendida collaborazione fra tre musicisti di rilievo: il sassofonista Javier Girotto, il cantante degli Avion Travel Peppe Servillo e il pianista Natàlio Luis Mangalavite. Dopo anni di collaborazioni sui palchi, i tre musicisti presentano un progetto ispirato al tango di Piazzolla, a Jobim, al jazz e alla canzone d’autore italiana. L’amico di Cordoba unisce l’anima sudamericana con quella mediterranea, in cui la latinità dei protagonisti è il filo conduttore di una fusione di stili e di emozioni. «Capita a volte di trovarsi dall’altro capo del mondo e di incontrare inaspettatamente qualcosa che ci appartiene e che forse avevamo dimenticato.” Questo è successo a Girotto, Servillo e Mangalavite, in particolare quando i due argentini hanno riconosciuto in quest’incontro una possibilità di ritorno alla propria cultura condotto senza retorica, ma giocando in prima persona la scommessa di scrivere canzoni ‘nuove’. Canzoni ‘antiche’ si direbbe viceversa per Servillo, che può accostarsi così a paesaggi classici del fare musica popolare senza il rischio della ridondanza e del luogo comune.
Il programma proposto da questa poliedrica formazione è ispirato alle radici italiane e argentine dei suoi membri e si estende da Piazzolla a Jobim con significative composizioni originali di ognuno. Buon dia, Prima di te, L’amico di Cordoba, Aria, La separazione, Vuelvo al Sur, Che senso ha, En tres, Regina, La ninna nanna del GRA, Il gatto.
Nucleo originario di questo progetto è l’album Colibrì inciso dai due argentini nel 2003. La musica del Trio è ineluttabilmente intrisa di reminiscenze della storia personale e musicale dei tre autori; i brani risultano così in possesso di una “doppia cittadinanza”, latino-americana ed europea, mondi e atmosfere culturali differenti che si fondono in un mix suggestivo ed evocativo.
Tempio
Luogo
Tempio
Ora
22 agosto 2025 22:00
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traduzione Sergio Basile
adattamento e regia Claudio Collovà
traduzione Sergio Basile
con Giuseppe Pambieri, Sergio Basile, Micol Pambieri, Gianluigi Fogacci, Luigi Mezzanotte, Stefano Mondini, Yuri Napoli, Beatrice Rincicotti scene Claudio Collovà, Sofia Alopari, Chiarastella Santalucia costumi Marina Mango
suono Giuseppe Rizzo
ideazione elmi Stefania Pennacchio
realizzazione Stefania Pennacchio
e Matteo Todeschini
regia del suono e sound engineer
Gabriele Giambertone
luci Pietro Sperduti
produzione IDS, Imprenditori di Sogni Roma
durata 90’
Le tragedie di Seneca sanno comunicarci il brivido di una sensibilità nuova, aperta ai più paurosi abissi dell’umana passionalità. Se il rapporto tra ragione e destino era a fondamento dell’Edipo Re di Sofocle, con Seneca prevale la forza dirompente dell’inconscio e dell’irrazionale. Il protagonista di Seneca, oppresso da un senso di colpa oscuro e smisurato, non combatte ma accompagna la sua rovina. La sua sovranità su Tebe è avvertita come responsabilità funesta, i suoi sentimenti sono di angoscia e paura. Nella predizione dell’oracolo e nella lunga affermazione di Creonte, aleggia il colpo di stato, il complotto e il tentativo di sovvertire l’ordine, nelle testimonianze riportate il sospetto che nulla sia vero e che più che dagli dèì, Edipo sia scacciato dagli uomini. È una tragedia scritta 450 anni dopo la sua fonte da cui Seneca si discosta in maniera significativa, diversa la comunità a cui si rivolgeva, diversi gli intenti, e il mito qui diventa emblema di una individualità a noi molto vicina, esponendo un ritratto complessato, impegnato contro il padre in un conflitto che oggi risuona terribilmente moderno. (Claudio Collovà)
Teatro Antico
Luogo
Teatro Antico
Ora
23 agosto 2025 19:30
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traduzione Sergio Basile
adattamento e regia Claudio Collovà
traduzione Sergio Basile
con Giuseppe Pambieri, Sergio Basile, Micol Pambieri, Gianluigi Fogacci, Luigi Mezzanotte, Stefano Mondini, Yuri Napoli, Beatrice Rincicotti scene Claudio Collovà, Sofia Alopari, Chiarastella Santalucia costumi Marina Mango
suono Giuseppe Rizzo
ideazione elmi Stefania Pennacchio
realizzazione Stefania Pennacchio
e Matteo Todeschini
regia del suono e sound engineer
Gabriele Giambertone
luci Pietro Sperduti
produzione IDS, Imprenditori di Sogni Roma
durata 90’
Le tragedie di Seneca sanno comunicarci il brivido di una sensibilità nuova, aperta ai più paurosi abissi dell’umana passionalità. Se il rapporto tra ragione e destino era a fondamento dell’Edipo Re di Sofocle, con Seneca prevale la forza dirompente dell’inconscio e dell’irrazionale. Il protagonista di Seneca, oppresso da un senso di colpa oscuro e smisurato, non combatte ma accompagna la sua rovina. La sua sovranità su Tebe è avvertita come responsabilità funesta, i suoi sentimenti sono di angoscia e paura. Nella predizione dell’oracolo e nella lunga affermazione di Creonte, aleggia il colpo di stato, il complotto e il tentativo di sovvertire l’ordine, nelle testimonianze riportate il sospetto che nulla sia vero e che più che dagli dèì, Edipo sia scacciato dagli uomini. È una tragedia scritta 450 anni dopo la sua fonte da cui Seneca si discosta in maniera significativa, diversa la comunità a cui si rivolgeva, diversi gli intenti, e il mito qui diventa emblema di una individualità a noi molto vicina, esponendo un ritratto complessato, impegnato contro il padre in un conflitto che oggi risuona terribilmente moderno. (Claudio Collovà)
Teatro Antico
Luogo
Teatro Antico
Ora
24 agosto 2025 19:30
settembre
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Natia e Dachi Beraia Taktakishvili e il gruppo delle voci della georgia Pianoforte, violino e coro Il Parco Archeologico di Segesta e l’Università di Ginevra collaborano
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Natia e Dachi Beraia Taktakishvili e il gruppo delle voci della georgia
Pianoforte, violino e coro
Il Parco Archeologico di Segesta e l’Università di Ginevra collaborano da anni al “Progetto Archeologia Solidale” che permette di inserire giovani rifugiati richiedenti asilo da paesi come la Siria, il Pakistan e il Rwuanda negli scavi archeologici condotti nell’area del Parco.
Il concerto « Archeologia solidale » : canti e danze della Georgia è un evento straordianario che permetterà di ascoltare alcuni giovani orfani ormai diventati dei veri artisti grazie al sostegno della Fondazione Jonas che ormai da più decenni offre un’opportunità di vita a centinaia di piccoli orfani in diverse località del mondo.
I centri finanziati dalla Fondazione si occupano di offrire ai piccoli una formazione e un’opportunità di vita protetta.
Il concerto « Archeologia solidale: canti e danze dalla Georgia” è stato concepito nel quadro di una nuova collaborazione tra il Parco Archeologico di Segesta, la Fondazione Jonas e l’Istituto per la Ricerca nel Mediterraneo di Ginevra (RhAM-Genève).
Ingresso libero su prenotazione: segreteria@segestateatrofestival.com
Ora
5 settembre 2025 21:00