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Belvedere F. Vivona - CALATAFIMI SEGESTA
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P.zza Autonomia Siciliana - POGGIOREALE
Belvedere Giardini Comunali - CUSTONACI
Ex Convento di San Francesco - CALATAFIMI SEGESTA
Conservatorio di Palermo
Parco archeologico di Segesta
luglio

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I conflitti di Lisistrata di Aristofane
a cura degli allievi dell’Accademia dell’INDA
regia Mauro Avogadro
con Caterina Alinari, Andrea Bassoli, Vanda Bovo, Alberto Carbone, Sebastiano Caruso, Gaia Cozzolino, Sara De Lauretis, Carloalberto Denoyè, Enrica Graziano, Ferdinando Iebba, Althea Iorio, Domenico Lamparelli, Federica Leuci, Emilio Lumastro, Carlotta Messina, Moreno Pio Mondì, Matteo Nigi, Marta Parpinel, Alice Pennino, Edoardo Pipitone, Francesco Ruggiero, Jacopo Sarotti, Mariachiara Signorello, Flavia Testa, Elisa Zucchetti
produzione Istituto Nazionale del Dramma Antico Fondazione Onlus
durata 80 minuti
È il V secolo a.C., le donne greche, sotto la guida accorta di Lisistrata, risolute a porre fine ad una guerra dilaniante, decidono di astenersi da ogni rapporto coniugale fino a che i loro uomini non acconsentiranno a porre fine al conflitto. Uno sciopero del sesso, in poche parole, che suona di inaudita modernità. Attraverso una compagnia di attori affiatati davvero come devono essere gli elementi di un coro, I conflitti di Lisistrata è uno spettacolo in cui si sperimenta e ci si sperimenta. Il coro è una delle strutture portanti dello spettacolo. E proprio lì lo mette la sperimentazione dell’INDA. I cori dialogano, si sfiorano, risolvono ogni violenza in una danza di pace. Sono voci che si muovono insieme lungo un sentimento comune e che accomuna. Lisistrata è uno spettacolo vitale capace di incarnare sensibilità e tematiche contemporanee. Un messaggio pacifista ante litteram risolto seguendo logiche originali e ancora oggi sorprendenti. Il rifiuto di ogni guerra in nome dell’Umanità che donne e uomini simboleggiano allo stesso modo. Niente di nuovo dunque. Una sfida. Una sfida che si rinnova.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 19:30

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I conflitti di Lisistrata
di Aristofane
a cura degli allievi dell’Accademia dell’INDA
regia Mauro Avogadro
con Caterina Alinari, Andrea Bassoli, Vanda Bovo, Alberto Carbone, Sebastiano Caruso, Gaia Cozzolino, Sara De Lauretis, Carloalberto Denoyè, Enrica Graziano, Ferdinando Iebba, Althea Iorio, Domenico Lamparelli, Federica Leuci, Emilio Lumastro, Carlotta Messina, Moreno Pio Mondì, Matteo Nigi, Marta Parpinel, Alice Pennino, Edoardo Pipitone, Francesco Ruggiero, Jacopo Sarotti, Mariachiara Signorello, Flavia Testa, Elisa Zucchetti
produzione Istituto Nazionale del Dramma Antico Fondazione Onlus
durata 80 minuti
È il V secolo a.C., le donne greche, sotto la guida accorta di Lisistrata, risolute a porre fine ad una guerra dilaniante, decidono di astenersi da ogni rapporto coniugale fino a che i loro uomini non acconsentiranno a porre fine al conflitto. Uno sciopero del sesso, in poche parole, che suona di inaudita modernità. Attraverso una compagnia di attori affiatati davvero come devono essere gli elementi di un coro, I conflitti di Lisistrata è uno spettacolo in cui si sperimenta e ci si sperimenta. Il coro è una delle strutture portanti dello spettacolo. E proprio lì lo mette la sperimentazione dell’INDA. I cori dialogano, si sfiorano, risolvono ogni violenza in una danza di pace. Sono voci che si muovono insieme lungo un sentimento comune e che accomuna. Lisistrata è uno spettacolo vitale capace di incarnare sensibilità e tematiche contemporanee. Un messaggio pacifista ante litteram risolto seguendo logiche originali e ancora oggi sorprendenti. Il rifiuto di ogni guerra in nome dell’Umanità che donne e uomini simboleggiano allo stesso modo. Niente di nuovo dunque. Una sfida. Una sfida che si rinnova.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 19:30
agosto
03agosto21:00PenelopeOFFICINA TEATRO LMCTempio21:00 •:Teatro

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Penelope
con Alma Passarelli Pula, Rosalba Santoro, Lucia Poma
voce narrante e regia Enzo Caputo
produzione Officina Teatro LMC
durata 60 minuti
Dal racconto dell’ Odissea di Omero, in chiave poetica si rivisita e si ritraccia la figura di Penelope che viene riscritta donando al personaggio la tenera forza della donna-madre, regina del regno. Le ancelle, presenze costanti a tracciare quell’oscurità attraverso la quale la purezza e la luce non potrebbero emergere. Il mito di Penelope rivisitato e sperimentato attraverso uno studio sulla percezione del tempo. Un re che parte per una guerra alla ricerca dell’onore e del mito eterno, simbolo del Tempo negato. La tela fatta e disfatta che è, ancor oggi, il simbolo del Tempo guadagnato. Uno stratagemma che permette a Penelope di resistere alle pressioni dei pretendenti. Due ancelle che tramano alle spalle e tradiscono la loro regina, svelando il trucco ai bramosi approfittatori, simbolo del Tempo rubato.
Una donna costretta ad attendere un improbabile ritorno e che, suo malgrado, affronta in solitudine la sua guerra personale. Una prova dall’esito incerto e che, comunque vada, non le consegnerà nessuna onorificenza eroica. Penelope e la sua apparente fedeltà eterna al suo uomo. In realtà una mantenuta purezza per saldare insieme le uniche essenze di fedeltà, quella di Regina e di Donna.
(Enzo Caputo)
Officina Teatro LMC è un gruppo di ricerca teatrale, che ha come obiettivo principe la ricerca nel teatro finalizzata all’acquisizione di nuove tecniche per lo sviluppo e la formazione dell’attore. Gli spettacoli teatrali proposti sono sempre il risultato di un intenso percorso di ricerca che si sviluppa sullo studio, sempre più approfondito, della pre-espressione fisica, vocale e nel caso di questa specifica opera, di libera scrittura artistica. Negli ultimi venti anni, da quando, con la Zattera di Babele di Carlo Quartucci, Enzo Caputo ha cominciato ad occuparsi prevalentemente di regia nel teatro di ricerca, Officina Teatro LMC ha prodotto diversi lavori sempre frutto di un percorso di studio e ricerca sulla figura attoriale. Attore con oltre trent’anni di esperienza si è formato partecipando a numerosi laboratori di formazione teatrale tenuti da alcuni dei più grandi registi e attori del teatro italiano: Carlo Quartucci, Carla Tatò, Marco Solari, Valeriano Gialli, Sandro Lombardi, Flavio Bucci, Nino Romeo, Eugenio Barba. Da quindici anni lavora con gruppi di teatro da lui creati e formati.
Luogo
Tempio
Ora
(Giovedì) 21:00

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Sul tempo e sull’amore. Senza fretta ma senza tregua (lectio teatrale)
produzione Associazione Siciliana Amici della Musica
L’amore non lascia il tempo che trova. I turbamenti amorosi di grandi eroi letterari filtrati attraverso il fondamentale concetto filosofico. L’interazione delle due dimensioni cruciali della vita genera le più profonde esperienze, in forma di attesa e di ricordo. Alessandro Baricco accompagna gli spettatori in un viaggio speciale. Lo scrittore narratore teatrale esplora il significato del tempo traendo ispirazione da due eventi storici. In quale modo furono comunicati il maldestro tentativo di fuga di Re Luigi XVI e gli ultimi sei giorni di vita di Tolstoj? Perché i racconti delle due fughe ispirarono una rete intricata di destini con il diffondersi delle notizie nel tempo? Come accade nei romanzi polizieschi, è evidente quale sia stato il percorso di sfasamento e allineamento temporale. C’è solo un momento della nostra vita in cui tempo vissuto e tempo reale coincidono. Nel corso della lectio teatrale il professor Baricco lo analizza attraverso brani di letteratura classica, leggendo García Márquez, Shakespeare, Rostand e Omero.
Alessandro Baricco è nato a Torino nel gennaio del 1958, è uno di quei letterati molto poliedrici, è esperto di musica e di filosofia, ha fondato la scuola Holder, un punto di riferimento italiano per lo storytelling, conduttore radiotelevisivo è infine autore teatrale. Tra i suoi capolavori mensioniamo il suo dirompente romanzo di esordio Castelli di Rabbia che ha affascinato pubblico e critica, e ancora Oceano Mare, Seta e tante altre meraviglie letterarie che lo hanno portato a ricevere importanti riconoscimenti come il Premio Viareggio nel 1993 con Oceano Mare, il Prix Medicis etranger per Castelli di Rabbia e tanti altri fino al riconoscimento della Penna d’Oro nel 2022.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 19:30
06agosto5:00Autodifesa di IsmeneCINZIA MACCAGNANOTeatro Antico5:00 •:Teatro•:PRIMA NAZIONALEAlba

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Autodifesa di Ismene
elogio della sopravvivenza
di Flavia Gallo
PRIMA NAZIONALE
con Luna Marongiu e Raffaele Gangale
regia Cinzia Maccagnano
paesaggi sonori Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
scene Mariella Beltempo, Rosalba Cannella
assistente compagnia Marta Cirello
produzione Bottega del pane
durata 65 minuti
Autodifesa di Ismene è una riscrittura del mito, dei luoghi della tragedia classica in cui il personaggio si manifesta nella relazione con gli altri membri della famiglia reale tebana. Diversamente dall’eroica sorella Antigone, esempio emblematico di rivolta, Ismene appare come colei che ha tentato di disinnescare l’inesorabile susseguirsi di eventi sostenuti a furor di ragione dai due protagonisti del dibattimento, Creonte e Antigone, sulla sepoltura di Polinice. Il sottotitolo dell’opera, Elogio della sopravvivenza, ci dice qualcosa in più. Ismene è la sopravvissuta, colei che si ritrova a vivere a seguito della morte di tutti gli altri e della morte può davvero comprendere la portata insostenibile per chi resta. In fondo Ismene ci somiglia di più. E noi siamo tutti e tutte più simili a lei che a quell’altra. Come Ismene proviamo a vedere l’alba del giorno successivo. Ismene è il nome del fiume che scorre vicino a Tebe. Significa colei che ha visto, colei che adesso sa…
(Cinzia Maccagnano)
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, prosegue la sua formazione concentrandosi sul corpo pensante attraverso l’incontro con maestri coreografi, mimi e performer. Si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 5:00

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Troppu trafficu ppi nenti
di Andrea Camilleri
e Giuseppe Dipasquale
Testo attribuito a Messer Angelo Florio Crollalanza, archetipo, pare, dell’illustre testo Molto rumore per nulla dietro la cui figura dell’autore si cela William Shakespeare
con (in ordine di apparizione) Angelo Tosto, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Anita Indigeno, Lorenza Denaro, Filippo Brazzaventre, Ruben Rigillo, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Luciano Fioretto, Alex Caramanna, Mimmo Mignemi, Valerio Santi, Rosario Valenti, Pietro Casano
regia e scene Giuseppe Dipasquale
costumi Angela Gallaro
produzione Teatro della città / Artelè
durata 120 minuti compreso breve intervallo
Se davvero Shakespeare fosse siciliano? Ci piacerebbe, per spirito di patria, poterlo credere, ma la storia, si sa, non la si fa coi se! Tuttavia, immaginiamo una Messina in mezzo al mediterraneo così come Shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di magheggi che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per una giostra degli intrichi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi, che nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Immaginiamo che tutto ciò sia il frutto di un carattere tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano ed ecco che potremmo anche credere, anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford-upon Avon , sia potuto essere quel tale Michele Angelo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina.
Ecco, questo Troppu trafficu ppi nenti è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l’esistenza in un continuo ‘arrovugliarsi’ su se stesso.
(Giuseppe Dipasquale)
Lo spettacolo ha debuttato la prima volta nell’anno 2000, all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese 2000 e al Festival de Théâtre Atelier che si tiene ogni anno a Sfântu Gheorghe in Romania. Ha girato in Italia e all’estero. Ospite 2005 del Festival Internazionale Shakespeariano di Danzica, per tre volte al Globe Silvano Toti di Roma diretto da Gigi Proietti.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Lunedì) 19:30

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Troppu trafficu ppi nenti
di Andrea Camilleri
e Giuseppe Dipasquale
Testo attribuito a Messer Angelo Florio Crollalanza, archetipo, pare, dell’illustre testo Molto rumore per nulla dietro la cui figura dell’autore si cela William Shakespeare
con (in ordine di apparizione) Angelo Tosto, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Anita Indigeno, Lorenza Denaro, Filippo Brazzaventre, Ruben Rigillo, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Luciano Fioretto, Alex Caramanna, Mimmo Mignemi, Valerio Santi, Rosario Valenti, Pietro Casano
regia e scene Giuseppe Dipasquale
costumi Angela Gallaro
produzione Teatro della città / Artelè
durata 120 minuti compreso breve intervallo
Se davvero Shakespeare fosse siciliano? Ci piacerebbe, per spirito di patria, poterlo credere, ma la storia, si sa, non la si fa coi se! Tuttavia, immaginiamo una Messina in mezzo al mediterraneo così come Shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di magheggi che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per una giostra degli intrichi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi, che nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Immaginiamo che tutto ciò sia il frutto di un carattere tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano ed ecco che potremmo anche credere, anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford-upon Avon , sia potuto essere quel tale Michele Angelo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina.
Ecco, questo Troppu trafficu ppi nenti è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l’esistenza in un continuo ‘arrovugliarsi’ su se stesso.
(Giuseppe Dipasquale)
Lo spettacolo ha debuttato la prima volta nell’anno 2000, all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese 2000 e al Festival de Théâtre Atelier che si tiene ogni anno a Sfântu Gheorghe in Romania. Ha girato in Italia e all’estero. Ospite 2005 del Festival Internazionale Shakespeariano di Danzica, per tre volte al Globe Silvano Toti di Roma diretto da Gigi Proietti.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Martedì) 19:30
12agosto19:3013:00Curculio di PlautoCINZIA MACCAGNANOTeatro Antico19:30 - 13:00 •:Teatro

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Curculio di Plauto
traduzione Giusto Monaco
con Edoardo Siravo
e Raffaele Gangale, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Marta Cirello e con i giovani del laboratorio Plautus Festival
regia e adattamento Cinzia Maccagnano
musiche Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
movimenti di scena Luna Marongiu
produzione Teatro dei due mari
in collaborazione con il Laboratorio Festival di Sarsina
durata 80 minuti
La commedia contiene tutti i numeri della cosiddetta fabula palliata latina: l’amore di due giovani, il servo sfrontato, il soldato fanfarone, la vecchia beona, la critica ai costumi, il tema dell’agnizione, la lettera falsa, il travestimento. Plauto fa in modo che il mondo “esotico” greco in cui ambienta la commedia sia ben chiaro allo spettatore tanto da capire che dietro una qualsivoglia città greca si nasconde Roma con i suoi vizi e le sue virtù. Anche qui Plauto non rinuncia alla “rottura”, cioè una sorta di smascheramento della finzione teatrale che porta lo spettatore a partecipare, insieme all’autore, ad un gioco che diverte entrambi. Il pilastro della comicità è Curculio, parassita perennemente affamato, che fa il suo ingresso correndo, portando notizie, come una caricatura del messaggero tragico, non buone. Il travestimento è la sua strategia, l’ingenuità degli altri personaggi è sua complice. Alla fine, tutto volge per il meglio: trovati i soldi, liberata la fanciulla, fatto fesso il soldato… il matrimonio si può fare. E a Curculio spetta il premio di un lauto pranzo nuziale.
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea, collaborando con artisti-artigiani, musicisti e coreografi con cui sperimenta l’utilizzo di nuove possibili forme di spettacolo. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina (FC).
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 19:30 - 13:00
13agosto19:30Curculio di PlautoCINZIA MACCAGNANOTeatro Antico19:30 •:Teatro

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Curculio di Plauto
traduzione Giusto Monaco
con Edoardo Siravo
e Raffaele Gangale, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Marta Cirello e con i giovani del laboratorio Plautus Festival
regia e adattamento Cinzia Maccagnano
musiche Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
movimenti di scena Luna Marongiu
produzione Teatro dei due mari
in collaborazione con il Laboratorio Festival di Sarsina
durata 80 minuti
La commedia contiene tutti i numeri della cosiddetta fabula palliata latina: l’amore di due giovani, il servo sfrontato, il soldato fanfarone, la vecchia beona, la critica ai costumi, il tema dell’agnizione, la lettera falsa, il travestimento. Plauto fa in modo che il mondo “esotico” greco in cui ambienta la commedia sia ben chiaro allo spettatore tanto da capire che dietro una qualsivoglia città greca si nasconde Roma con i suoi vizi e le sue virtù. Anche qui Plauto non rinuncia alla “rottura”, cioè una sorta di smascheramento della finzione teatrale che porta lo spettatore a partecipare, insieme all’autore, ad un gioco che diverte entrambi. Il pilastro della comicità è Curculio, parassita perennemente affamato, che fa il suo ingresso correndo, portando notizie, come una caricatura del messaggero tragico, non buone. Il travestimento è la sua strategia, l’ingenuità degli altri personaggi è sua complice. Alla fine, tutto volge per il meglio: trovati i soldi, liberata la fanciulla, fatto fesso il soldato… il matrimonio si può fare. E a Curculio spetta il premio di un lauto pranzo nuziale.
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea, collaborando con artisti-artigiani, musicisti e coreografi con cui sperimenta l’utilizzo di nuove possibili forme di spettacolo. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina (FC).
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 19:30
15agosto19:30Prometeo da EschiloGABRIELE VACISTeatro Antico19:30 •:Teatro

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Prometeo da Eschilo
di Gabriele Vacis
con Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera
regia Gabriele Vacis
assistente alla regia Daniel Santantonio
scenofonia Roberto Tarasco
suono Riccardo Di Gianni
cori a cura di Enrica Rebaudo
produzione PEM Potenziali Evocati Multimediali, Nidodiragno/CMC
durata 90 minuti
Lo spettacolo ha debuttato con grande successo lo scorso settembre al Teatro Olimpico di Vicenza, nell’ambito del 75° Ciclo di Spettacoli Classici, dove ha registrato ogni sera il tutto esaurito e, soprattutto, catalizzato l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico più giovane. La grande forza dello spettacolo risiede, certamente, nel percorso creativo elaborato dal regista Gabriele Vacis, protagonista ancora una volta di una lettura registica assolutamente contemporanea, in grado di dialogare non soltanto con il presente ma con tutti i tempi, restituendo l’universalità di Prometeo, archetipo della conoscenza e della ribellione. Ad alimentare, però, la potenza di questo Prometeo è il gruppo di giovani e già straordinari attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e riuniti nel gruppo teatrale PEM Potenziali Evocati Multimediali, con i quali Vacis ha condiviso il lavoro registico. Questo Prometeo scava alle radici del coraggio e restituisce il sentimento tragico dell’opera lavorando, contestualmente, su parole, azioni fisiche, canti e musiche.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Martedì) 19:30
16agosto19:30Prometeo da EschiloGABRIELE VACISTeatro Antico19:30 •:Teatro

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Prometeo da Eschilo
di Gabriele Vacis
con Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera
regia Gabriele Vacis
assistente alla regia Daniel Santantonio
scenofonia Roberto Tarasco
suono Riccardo Di Gianni
cori a cura di Enrica Rebaudo
produzione PEM Potenziali Evocati Multimediali, Nidodiragno/CMC
durata 90 minuti
Lo spettacolo ha debuttato con grande successo lo scorso settembre al Teatro Olimpico di Vicenza, nell’ambito del 75° Ciclo di Spettacoli Classici, dove ha registrato ogni sera il tutto esaurito e, soprattutto, catalizzato l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico più giovane. La grande forza dello spettacolo risiede, certamente, nel percorso creativo elaborato dal regista Gabriele Vacis, protagonista ancora una volta di una lettura registica assolutamente contemporanea, in grado di dialogare non soltanto con il presente ma con tutti i tempi, restituendo l’universalità di Prometeo, archetipo della conoscenza e della ribellione. Ad alimentare, però, la potenza di questo Prometeo è il gruppo di giovani e già straordinari attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e riuniti nel gruppo teatrale PEM Potenziali Evocati Multimediali, con i quali Vacis ha condiviso il lavoro registico. Questo Prometeo scava alle radici del coraggio e restituisce il sentimento tragico dell’opera lavorando, contestualmente, su parole, azioni fisiche, canti e musiche.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Mercoledì) 19:30
17agosto21:00Nella lingua e nella spada in soloELENA BUCCITempio21:00 •:Teatro

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Nella lingua e nella spada in solo
ispirato alle vite e alle opere di Oriana Fallaci e di Aléxandros Panagulis
elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione Elena Bucci
musica in playback di Luigi Ceccarelli
registrazioni Michele Rabbia, Paolo Ravaglia
disegno Luci Loredana Oddone, rielaborazione site specific Max Mugnai
cura e regia del suono Raffaele Bassetti
assistente allestimento Nicoletta Fabbri
scene Nomadea, Loredana Oddone
costumi Nomadea, Marta Benini, Manuela Monti
produzione Le belle bandiere, Teatro Piemonte Europa, Ravenna Festival, Campania Teatro Festival con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Russi.
durata 75 minuti
Questo melologo di più anime si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci: si incontrano per un’intervista il giorno in cui Alekos, incarcerato per un attentato al dittatore Papadopoulos, viene liberato grazie ad un forte movimento internazionale e restano allacciati, fra discussioni, lotte per la libertà, allegria, solitudini e speranze, fino alla morte di lui per un misterioso incidente, nel 1976. Alekos trova nella poesia una cura per resistere alla violenza della tirannia e del carcere; Oriana fa del suo lutto un libro. Irriducibili, spesso isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia, trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, un tesoro al quale attingere quando manca il coraggio. Proverò a raccontare con le mie povere parole di lei e di lui, di quell’epoca, di quella terra e della mia, dell’entusiasmo per alcuni artisti – eroi? – che vissero l’orrore della dittatura senza piegarsi, cantando: nella lingua e nella carta è la loro spada.
Luigi Ceccarelli crea la drammaturgia musicale integrandovi le improvvisazioni di Michele Rabbia e Paolo Ravaglia, mentre voce e movimenti dialogano con il suono. Sullo sfondo è la musica greca, che ha saputo accogliere la musica latina, araba e balcanica fino a farne una sintesi che ci identifica tutti in un unico linguaggio.
(Elena Bucci)
Luogo
Tempio
Ora
(Giovedì) 21:00

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La canzone di Giasone e Medea
da Euripide a Seneca, da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh
NUOVA EDIZIONE
PRIMA NAZIONALE
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita
progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci, Marco Sgrosso
regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso
disegno Luci Loredana Oddone, rielaborazione site specific Max Mugnai
drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti
costumi Elena Bucci, Marta Benini
maschere Stefano Perocco di Meduna
produzione Le belle bandiere, CTB Centro Teatrale Bresciano
durata 90 minuti
Entrare nel mito significa anche evocare l’armonia di una lingua perduta, cantata e danzata e i riti del ritrovarsi a ridere e a piangere in luoghi dove l’incanto della natura amplificava quello dell’arte. La vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria, continua a spaventarci dopo millenni mentre le parole di Euripide e le successive riscritture del mito introducono temi che ci toccano profondamente: i diritti degli esuli in terra straniera, la violenza del potere nella polis e tra gli individui, la differenza tra amore e possesso, il valore della parola data, il sospetto verso le arti magiche e il timore della conoscenza. Restano sullo sfondo le figure senza futuro dei figli, vittime e testimoni della vendetta di Medea e del dolore di Giasone. Per toccare questa incandescente materia indossiamo maschere contemporanee che mescolano i tratti della tradizione italiana con quelli di antiche culture. Il candido coro evoca clown bianchi che preparano riti di matrimonio e morte. Il mito diventa una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte.
(Elena Bucci e Marco Sgrosso)
La compagnia di teatro Le belle bandiere nasce nel 1993 con la direzione artistica di Elena Bucci e Marco Sgrosso attori, autori, registi che hanno fatto parte del nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis dal 1985 al 2001. Ha sede a Bologna e a Russi di Romagna, dove crea spettacoli pluripremiati distribuiti su tutto il territorio nazionale e all’estero.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Venerdì) 19:30

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La canzone di Giasone e Medea
da Euripide a Seneca, da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh
NUOVA EDIZIONE
PRIMA NAZIONALE
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita
progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci, Marco Sgrosso
regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso
disegno Luci Loredana Oddone, rielaborazione site specific Max Mugnai
drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti
costumi Elena Bucci, Marta Benini
maschere Stefano Perocco di Meduna
produzione Le belle bandiere, CTB Centro Teatrale Bresciano
durata 90 minuti
Entrare nel mito significa anche evocare l’armonia di una lingua perduta, cantata e danzata e i riti del ritrovarsi a ridere e a piangere in luoghi dove l’incanto della natura amplificava quello dell’arte. La vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria, continua a spaventarci dopo millenni mentre le parole di Euripide e le successive riscritture del mito introducono temi che ci toccano profondamente: i diritti degli esuli in terra straniera, la violenza del potere nella polis e tra gli individui, la differenza tra amore e possesso, il valore della parola data, il sospetto verso le arti magiche e il timore della conoscenza. Restano sullo sfondo le figure senza futuro dei figli, vittime e testimoni della vendetta di Medea e del dolore di Giasone. Per toccare questa incandescente materia indossiamo maschere contemporanee che mescolano i tratti della tradizione italiana con quelli di antiche culture. Il candido coro evoca clown bianchi che preparano riti di matrimonio e morte. Il mito diventa una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte.
(Elena Bucci e Marco Sgrosso)
La compagnia di teatro Le belle bandiere nasce nel 1993 con la direzione artistica di Elena Bucci e Marco Sgrosso attori, autori, registi che hanno fatto parte del nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis dal 1985 al 2001. Ha sede a Bologna e a Russi di Romagna, dove crea spettacoli pluripremiati distribuiti su tutto il territorio nazionale e all’estero.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 19:30
20agosto19:30Edipo a Colono di SofocleGIUSEPPE PAMBIERITeatro Antico19:30 •:Teatro

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Edipo a Colono di Sofocle
adattamento Giuseppe Argirò
con Giuseppe Pambieri, Micol Pambieri, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci
e con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò
produzione Teatro della città centro di produzione teatrale / Artelè
durata 80 minuti
Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con gli anni della saggezza e comportano necessariamente una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato. La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio.
La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’ esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Lo spettacolo ha nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol Pambieri nel ruolo di Antigone a testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione.
(Giuseppe Argirò)
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 19:30
21agosto19:30Edipo a Colono di SofocleGIUSEPPE PAMBIERITeatro Antico19:30 •:Teatro

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Edipo a Colono di Sofocle
adattamento Giuseppe Argirò
con Giuseppe Pambieri, Micol Pambieri, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci
e con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò
produzione Teatro della città centro di produzione teatrale / Artelè
durata 80 minuti
Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con gli anni della saggezza e comportano, necessariamente, una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato. La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio.
La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’ esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Lo spettacolo ha nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol Pambieri nel ruolo di Antigone a testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione.
(Giuseppe Argirò)
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Lunedì) 19:30
22agosto19:30Edipo a Colono di SofocleGIUSEPPE PAMBIERITeatro Antico19:30 •:Teatro

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Edipo a Colono di Sofocle
adattamento Giuseppe Argirò
con Giuseppe Pambieri, Micol Pambieri, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci
e con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò
produzione Teatro della città centro di produzione teatrale / Artelè
durata 80 minuti
Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con gli anni della saggezza e comportano, necessariamente, una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato. La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio.
La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’ esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Lo spettacolo ha nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol Pambieri nel ruolo di Antigone a testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione.
(Giuseppe Argirò)
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Martedì) 19:30
25agosto20:00Resurrexit CassandraJAN FABRE SONIA BERGAMASCOTeatro Antico20:00 •:Teatro

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Resurrexit Cassandra
di RUGGERO CAPPUCCIO
ideazione, regia, scenografia, video Jan Fabre
testo Ruggero Cappuccio
con Sonia Bergamasco
voce al prologo Ruggero Cappuccio
musiche originali Stef Kamil Carlens
effetti sonori Christian Monheim
disegno luci Wout Janssens
costumi Nika Campisi
assistente alla regia e drammaturgia Miet Martens
direzione tecnica Marciano Rizzo
fonica Marcello Abucci
direzione di produzione Gaia Silvestrini
costumi realizzati da Officina Farani
foto Hanna Auer, Marco Ghidelli
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Campania Teatro Festival, Troubleyn/Jan Fabre, TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa, Carnezzeria srls
Durata 70 minuti
L’artista fiammingo Jan Fabre decide di affidare il ruolo della sacerdotessa inascoltata, a una delle più grandi attrici italiane, Sonia Bergamasco, cui Ruggero Cappuccio ha dato voce. La creazione ruota intorno alla resurrezione di un messia femminile. Una sacerdotessa, una santa, una profetessa che vede il futuro, una prostituta, una dea del passato, del presente e del futuro. Cassandra avrebbe potuto salvare il mondo già diverse volte. Avrebbe potuto prevenire e mettere l’umanità al riparo dai disastri che essa stessa sta provocando contro di sé e contro l’amato pianeta terra. Movimenti politici e ideologici radicali, cambiamenti climatici, isole di plastica negli oceani, inquinamento… Il lavoro è un’accusa contro l’incomprensibile talento dell’essere umano per l’auto-inganno. Forse un profondo desiderio di essere ingannati si nasconde nell’Umanità? Noi sappiamo ogni cosa su quanto potrà accadere a noi e al pianeta; ma il piacere di ingannare noi stessi è forse più grande di questa consapevolezza? Questa è la nostra tragedia e la nostra vergogna. Il testo, poetico e potente, scritto da Ruggero Cappuccio per Jan Fabre, affida alla bocca di Cassandra, la figlia del Re di Troia fatta ostaggio dal greco Agamennone, cinque movimenti, cinque umori, cinque colori, cinque elementi, portatori di senso e fonte di ispirazione, intorno ai quali si snoda il discorso che Cassandra rivolge all’Umanità: Nebbia, Vento, Fuoco e Fumo, Vapore, Pioggia.
Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, regista e autore teatrale, acclamato da quarant’annitra le figure più innovative della scena internazionale. Per il teatro ha ideato e diretto spettacoli iconici che hanno rivoluzionato il linguaggio performativo sin dai primi anni ‘80. Caos e rigore, reiterazione e follia, metamorfosi e anonimato sono tra gli elementi caratterizzanti il teatro di Jan Fabre.
Sonia Bergamasco, nata a Milano, a teatro lavora con Thomas Ostermeier, Thodoros Terzopoulos, Carmelo Bene, Giorgio Strehler. È interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Nel corso della lunga collaborazione artistica con il compositore Azio Corghi interpreta ruoli di cantante-attrice in Italia e all’estero. Protagonista di numerosi film di successo, ha lavorato con Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Piccioni e Franco Battiato.
Ruggero Cappuccio è drammaturgo, regista, attore e scrittore pluripremiato con pubblicazioni con Feltrinelli, Einaudi e Sellerio. Da regista dirige diverse opere liriche per Il Festival di Salisburgo, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro dell’Opera di Roma, con la direzione d’orchestra di Riccardo Muti, Pinchas Steinberg, Bruno Campanella, Boris Brott. Intensa la sua attività di sceneggiatore. Dal 2016 è direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia.
Stef Kamil Carlens (Anversa, 1970) è compositore, cantante, musicista, collabora con musicisti della scena belga quali Tom Pintens, Bjorn Eriksson, Tomas De Smet, Aarich Jespers. Artista visivo e compositore di musiche per il teatro.
Nika Campisi diplomata in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera e in costume cinematografico al Centro Sperimentale di Cinematografia con i maestri Pietro Tosi e Maurizio Millenotti. Impegnata in produzione di due opere liriche con la regia di Daniele Menghini. E’ la prima volta che firma i costumi per un acclamato artista internazionale.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Venerdì) 20:00
26agosto20:00Resurrexit CassandraJAN FABRE SONIA BERGAMASCOTeatro Antico20:00 •:Teatro

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Resurrexit Cassandra
di RUGGERO CAPPUCCIO
ideazione, regia, scenografia, video Jan Fabre
testo Ruggero Cappuccio
con Sonia Bergamasco
voce al prologo Ruggero Cappuccio
musiche originali Stef Kamil Carlens
effetti sonori Christian Monheim
disegno luci Wout Janssens
costumi Nika Campisi
assistente alla regia e drammaturgia Miet Martens
direzione tecnica Marciano Rizzo
fonica Marcello Abucci
direzione di produzione Gaia Silvestrini
costumi realizzati da Officina Farani
foto Hanna Auer, Marco Ghidelli
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Campania Teatro Festival, Troubleyn/Jan Fabre, TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa, Carnezzeria srls
Durata 70 minuti
L’artista fiammingo Jan Fabre decide di affidare il ruolo della sacerdotessa inascoltata, a una delle più grandi attrici italiane, Sonia Bergamasco, cui Ruggero Cappuccio ha dato voce. La creazione ruota intorno alla resurrezione di un messia femminile. Una sacerdotessa, una santa, una profetessa che vede il futuro, una prostituta, una dea del passato, del presente e del futuro. Cassandra avrebbe potuto salvare il mondo già diverse volte. Avrebbe potuto prevenire e mettere l’umanità al riparo dai disastri che essa stessa sta provocando contro di sé e contro l’amato pianeta terra. Movimenti politici e ideologici radicali, cambiamenti climatici, isole di plastica negli oceani, inquinamento… Il lavoro è un’accusa contro l’incomprensibile talento dell’essere umano per l’auto-inganno. Forse un profondo desiderio di essere ingannati si nasconde nell’Umanità? Noi sappiamo ogni cosa su quanto potrà accadere a noi e al pianeta; ma il piacere di ingannare noi stessi è forse più grande di questa consapevolezza? Questa è la nostra tragedia e la nostra vergogna. Il testo, poetico e potente, scritto da Ruggero Cappuccio per Jan Fabre, affida alla bocca di Cassandra, la figlia del Re di Troia fatta ostaggio dal greco Agamennone, cinque movimenti, cinque umori, cinque colori, cinque elementi, portatori di senso e fonte di ispirazione, intorno ai quali si snoda il discorso che Cassandra rivolge all’Umanità: Nebbia, Vento, Fuoco e Fumo, Vapore, Pioggia.
Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, regista e autore teatrale, acclamato da quarant’annitra le figure più innovative della scena internazionale. Per il teatro ha ideato e diretto spettacoli iconici che hanno rivoluzionato il linguaggio performativo sin dai primi anni ‘80. Caos e rigore, reiterazione e follia, metamorfosi e anonimato sono tra gli elementi caratterizzanti il teatro di Jan Fabre.
Sonia Bergamasco, nata a Milano, a teatro lavora con Thomas Ostermeier, Thodoros Terzopoulos, Carmelo Bene, Giorgio Strehler. È interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Nel corso della lunga collaborazione artistica con il compositore Azio Corghi interpreta ruoli di cantante-attrice in Italia e all’estero. Protagonista di numerosi film di successo, ha lavorato con Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Piccioni e Franco Battiato.
Ruggero Cappuccio è drammaturgo, regista, attore e scrittore pluripremiato con pubblicazioni con Feltrinelli, Einaudi e Sellerio. Da regista dirige diverse opere liriche per Il Festival di Salisburgo, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro dell’Opera di Roma, con la direzione d’orchestra di Riccardo Muti, Pinchas Steinberg, Bruno Campanella, Boris Brott. Intensa la sua attività di sceneggiatore. Dal 2016 è direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia.
Stef Kamil Carlens (Anversa, 1970) è compositore, cantante, musicista, collabora con musicisti della scena belga quali Tom Pintens, Bjorn Eriksson, Tomas De Smet, Aarich Jespers. Artista visivo e compositore di musiche per il teatro.
Nika Campisi diplomata in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera e in costume cinematografico al Centro Sperimentale di Cinematografia con i maestri Pietro Tosi e Maurizio Millenotti. Impegnata in produzione di due opere liriche con la regia di Daniele Menghini. E’ la prima volta che firma i costumi per un acclamato artista internazionale.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 20:00