Introduzione di Claudio Collovà

La terza edizione del Segesta Teatro Festival si inaugura il 26 luglio del 2024 e, come di consueto, presenta spettacoli di teatro, danza, musica e poesia fino al 25 agosto. Un intero mese di rappresentazioni ospitate all’interno del bellissimo Parco Archeologico di Segesta, nelle meravigliose edificazioni elimiche del IV secolo a.C., sedi dei nostri incontri con il pubblico: il Teatro antico e il Tempio dorico, dedicato dagli antichi ad Afrodite Uranìa. Due luoghi che, nella loro immutata bellezza, offrono al nostro sguardo il senso della collettività, in un tempo sospeso al tramonto, all’alba e in notturna, capace di riunirci ancora oggi attorno alla sacralità della condivisione, alla bellezza e alla forza delle parole, dei gesti e della musica. Alla base delle nostre scelte la molteplicità delle forme espressive e le connessioni che le arti riescono a creare tra loro con l’interazione dei linguaggi e una ricerca di trasformazione e rilettura dei testi antichi e moderni nelle forme del contemporaneo. Soprattutto crediamo negli artisti non occasionali, autori della propria arte, e ricercatori di un percorso artistico unico e personale. L’intento rimane quello di vivere una esperienza unica in un parco archeologico incontaminato, un rito collettivo in grado di trasformare ogni spettatore in un viaggiatore di esperienze, con l’intento di rendere possibile il contatto con il sacro e con il divino, vivendo il tempo fuori dall’ordinario, sospendendo la realtà̀ esterna e per comprenderla meglio grazie alla bellezza.

Claudio Collovà

direttore artistico

SEGESTA TEATRO FESTIVAL

Quest’anno presentiamo 33 rappresentazioni, con 22 compagnie impegnate, di cui ben 7 formazioni under 35, per una presenza notevole di giovani artisti. Inoltre 9 concerti, 17 rappresentazioni teatrali, 3 coreografie, di cui 5 prime nazionali e 4 laboratori al tempio che saranno replicati nella città di Calatafimi Segesta, gratuiti e rivolti a tutti. La densità del nostro festival ha davvero pochi giorni di sosta. Più di 150 artisti e tecnici interverranno al Segesta Teatro Festival, in una serrata successione di 28 giorni. Spettacoli che si svolgeranno al Teatro Antico, con una capienza fino a 850 posti, e al Tempio di Afrodite Uranìa, con una capienza che varia dai 300 ai 500 posti a sedere, per accogliere un pubblico sempre più numeroso. Gli orari degli spettacoli variano rispettando la tradizione ormai consolidata delle albe, iniziativa nata proprio a Segesta e mantenuta per un pubblico desideroso di assistere al fenomeno del sole che sorge e incontra la presenza artistica in scena, e dei tramonti come da tradizione più antica. I grandi concerti sono programmati alle 21:00, e la notte delle stelle, consueto appuntamento, è programmato il 10 agosto con la luce notturna delle stelle.

TEATRO E MITO

Una presentazione delle scritture eschilee con I Persiani diretto da Claudio Collovà in una edizione personalissima in prima nazionale con Giuseppe Pambieri e Sette a Tebe. Un terribile amore per la guerra con la regia di Gabriele Vacis e PEM la sua compagnia di giovani, che abbiamo felicemente accolto la scorsa edizione con Prometeo e, infine, il linguaggio di Barbara Gizzi che da Eschilo proviene come dichiarata fonte, ne Gli spartani, diretti da Daniele Salvo. Un attraversamento di un particolare periodo della tragedia attica, il più ascetico tra gli altri, con un linguaggio del contemporaneo ovviamente, e della ricerca di modalità espressive non convenzionali. È anche il percorso di una libera trilogia, autonoma in ogni sua componente, che racconta e rimanda alle tante guerre nel mondo che oggi viviamo con estrema sofferenza. La scelta ricade quindi su allestimenti di opere tratte dall’antichità, rintracciando esclusivamente un linguaggio con il quale il teatro classico si confronta con la contemporaneità, con un’attenzione particolare agli aspetti drammaturgici e di regia. Come è nel caso di Medea interpretato da Viola Graziosi, nella scrittura di Luciano Violante e per la regia di Giuseppe Di Pasquale, che con felice scrittura ha fatto del tragico eccidio mafioso l’emblema degli emblemi nella perdita di Giovanni Falcone. E analoga tensione anima l’Oreste di Euripide messo in scena da Danilo Capezzani, in prima nazionale e con una formazione under 35, alla quale questa tragedia interessa soprattutto per raccontare il cuore dell’essere umano. Il personalissimo spettacolo di Lina Sastri, in prima nazionale per il Segesta Teatro Festival attraversa la prosa, la poesia e la musica, dalle sue acclamate interpretazioni di personaggi come Filumena e Medea, personaggi ricchi di umanità̀, passioni e forti contraddizioni, alle maschere di Pirandello che mettono in luce la complessità̀ della natura umana e ci invitano a riflettere sulle nostre identità e sulle nostre relazioni. Volgiamo uno sguardo al lontano e medio oriente, per osservare la sponda opposta alle guerre, e conoscere attraverso i miti di quei popoli un mondo altro, geograficamente oggi vicino, che guarda alla realtà da tutt’altra prospettiva. Il nostro festival racconta la loro cultura fondativa in tempi molto più remoti, con il più antico poema conosciuto dall’umanità, L’epopea di Gilgamesh, con la regia e la scrittura di Giovanni Calcagno, da lui interpretato con Vincenzo Pirrotta, spettacolo che nel solco dei narratori più antichi ha e vive di una sua versione arcaica, affidata cioè solo alle voci e al corpo dei narratori. Una epopea da suonare ad alta voce come uno spartito, e Il Derviscio di Bukhara di Alberto Samonà che, attraverso teatro, musica e danze sufi e persiane, conduce il pubblico fra le magie d’Oriente e dell’Asia Centrale, alla scoperta della spiritualità dei dervisci. Tutto nel segno della pace, immaginando e cercando di individuare quanto la nostra scena abbia incontrato altre mitologie teatrali, per un più largo e interculturale senso del mito. E poi un balzo temporale che, dall’antico, ci porta a giorni più vicini in cui spesso si rivivono, in altri modi certo, le storie di un tempo. Favole, racconti, accadimenti che ci riguardano ancora e sempre, come avviene con le storie del Mito. Un arco di tempo non lungo, da fine secolo ai primi venti anni del secolo scorso, per un teatro alla cui base c’è assoluta visionarietà persino nei temi, per linguaggio e situazioni. La favola di Histoire du Soldat, di Stravinsky utima opera di Mimmo Cuticchio e della sua compagnia, racconta lo smarrimento esistenziale del soldato che in altro modo, ritorna nei personaggi di Pagliacci all’Uscita, da Leoncavallo e Pirandello, ultimo spettacolo di Roberto Latini. Due forme di narrazione di favole che altro non sono che miti moderni, con espressività che vanno dalla cultura orale del Cunto di Mimmo Cuticchio a quella che anche nella scrittura di Pirandello e nella musica di Leoncavallo e Stravinskij assumono connessioni con il mito e con l’oggi.

MUSICA

Sergio Cammariere, Noa, Frida Bollani Magoni & Albert Eno, Pippo Pollina sono autori delle proprie canzoni, poeti e poetesse, con approcci vicini per affinità sottili e diverse, e non mediati sul mondo e sulla realtà. Affiancato dalla sua storica band, Sergio Cammariere ripercorre la sua carriera partendo dai suoi successi fino ad arrivare ai brani del suo ultimo disco Una sola giornata che dà il titolo al suo nuovo tour. Noa torna a esibirsi in Italia e al Segesta Teatro Festival, in un momento in cui riteniamo importante, anzi fondamentale, ascoltare la voce di una artista israeliana e la sua tensione verso la pace, in un momento in cui nel mondo e anche in quella parte del mondo, si vive una guerra tremenda. Frida Bollani Magoni, dopo il grande successo di critica e pubblico ottenuto nei suoi primi due tour estivi, torna dal vivo con brani inediti e capolavori con esiti sempre nuovi, accompagnata dalla voce e dalla chitarra di Albert Eno. Nick The Nightfly Quartet, scozzese nato a Galsgow, punto di riferimento della musica di qualità dal pop al jazz, con un quartetto residente in Sicilia che lo accompagna, consolida le sue radici nella nostra isola. Aprirà il concerto la cantante jazz Alessandra Mirabella. Pippo Pollina presenta il suo nuovo Canzoni segrete, un album che, attraverso i suoi brani, racconta le riflessioni di un poeta e i suoi stati d’animo – a volte anche molto intimi – messi in versi e melodie. Il cantautore continua ad affrontare nuove sfide, senza dimenticare l’impegno civile che da sempre costituisce un tratto distintivo del suo progetto artistico-musicale. Artisti protagonisti di un percorso non occasionale o episodico, con un linguaggio autoriale e personale. Tre strumenti ‘nobili’, come il pianoforte, la chitarra, e un terzetto di sole corde, ci immettono nella musica classica pura e nel jazz che dal classico deriva. Nella cornice emozionante del Tempio e questa volta all’interno delle sue colonne doriche, da Scarlatti a Prokofiev passando da Beethoven, Liszt, Skrjabin, il giovanissimo e talentuoso Giacomo Barraco in un programma in prima esecuzione pensato per il Segesta Teatro Festival, nel suo assolo al pianoforte, intitola con palese allusione il suo concerto all’Anima e virtuosismo e ci porta nel cuore della musica classica riletta con tocco personale e inedito. Claudio Terzo, anche lui giovanissimo in una prima esecuzione, con la sua chitarra classica, uno strumento che incanta, suonerà sempre all’interno del Tempio, musica barocca del grande Johann Sebastian Bach, passando per il romanticismo e concludendo con il 900 di Francisco Tàrrega, Federico Moreno Torroba e Joaquin Turina, tra gli innovatori del mondo della chitarra classica contemporanea. E infine, quello che apparentemente sembra una trasgressione, l’Acoustic Swing Trio, con l’omaggio al violino, simbolo di musica colta, ma con una voce che ha anche attraversato il jazz cui è dedicato il concerto. Un’anima pienamente swing soprattutto in debito con l’indimenticabile arte di Joe Venuti e Stephane Grappelli. Una formazione “solo corde” in cui equilibri sonori acustici e raffinati si fondono con l’energia e il dinamismo del miglior linguaggio jazzistico con Nino Gori al clarinetto, ospite d’eccezione.

DANZA

Il Segesta Teatro Festival esplora i nuovi linguaggi del corpo grazie alla collaborazione con alcune tra le più prestigiose e riconosciute compagnie di danza del panorama internazionale. IVONA, compagnia di danza contemporanea, vincitrice di molti e prestigiosi riconoscimenti internazionali, fondata nel 2019 da Pablo Girolami inaugura la rassegna dedicata alla sezione danza con due coreografie, RER e MANBUHSA, in cui i sei danzatori creano legami che si moltiplicano come cellule danzanti e come organismi unici, in una coreografia che diventa un’odissea esplorativa. La
Mono Dance Company con L’altro canto – Bach incontra Dante rivisita il testo Dantesco, in chiave contemporanea, dalla selva oscura alla realtà moderna, con quelli che sono i nuovi peccati o debolezze umane nel mito dell’aldilà e degli inferi, tema trattato da molti racconti arcaici e infine Stuporosa di Francesco Marilungo, coreografo della Compagnia Körper, che parte nella sua creazione da una riflessione sul lutto e sulla privazione della sua dimensione comunitaria. L’aspetto culturale e relazionale è ciò che le cinque figure in scena evocano, alla ricerca di una ritualità fatta di forme di mutuo soccorso, antiche formule magiche, danze tradizionali e visioni dell’anima che tutti noi possiamo riconoscere come nostre.