Call for artist 2024

SEGESTA TEATRO FESTIVAL

Teatro, Musica, Danza al Parco Archeologico di Segesta

Terza edizione


Il Segesta Teatro Festival è un festival multidisciplinare che include spettacoli di teatro, danza e musica in programma al Teatro Antico e al Tempio Dorico del Parco Archeologico di Segesta (Trapani, Sicilia - Italy).

La seconda edizione, dal 28 luglio al 27 agosto ha programmato 28 spettacoli, con 35 rappresentazioni, coinvolgendo più di 250 artisti provenienti dall'Italia e dall'estero.

La terza edizione, in programma da luglio ad agosto 2024, vuole ripercorrere le linee tracciate durante la scorsa estate, sostenendo lo sviluppo e la sperimentazione di nuovi linguaggi creativi, teatrali, musicali e coreutici in un legame ideale con i temi e i linguaggi dell’antico. Attraverso la programmazione di spettacoli, performance, installazioni, workshop e conferenze, il Segesta Teatro Festival promuove l’incontro di artisti italiani e stranieri con il pubblico del Parco Archeologico, valorizzando al contempo i talenti e le maestranze locali.

La programmazione si muove quindi seguendo tre linee fondamentali: la contaminazione di linguaggi che dall’antico procedono verso il contemporaneo, lo scambio tra temi e pratiche d’innovazione e tradizione e l’apertura al contesto internazionale a partire dalla valorizzazione del talento locale.


Destinatari

  • Artisti, compagnie teatrali, gruppi strumentali e coreutici di ogni nazionalità
  • Artisti, compagnie e gruppi emergenti e/o under35 di ogni nazionalità

Progetti ammessi

  • Spettacoli di teatro legati al dramma antico
  • Spettacoli di teatro contemporaneo
  • Progetti di musica classica e contemporanea, world music, musica sperimentale
  • Performance di danza contemporanea

In fase di selezione saranno privilegiati gli spettacoli, i concerti e le performance con allestimenti agili pensati per essere messi in scena all’aperto nei seguenti siti:

  • Teatro Antico - ore 19:30 (tramonto) o ore 5:00 (alba)
  • Tempio di Segesta - orario serale

Guida alla presentazione dei progetti
Gli artisti interessati a partecipare al Festival devono inviare via mail all’indirizzo direzioneartistica@segestateatrofestival.com entro il 31 dicembre 2023 il seguente materiale:

  • CV artisti/compagnia/gruppo
  • Dossier di presentazione del progetto in formato PDF
  • Scheda tecnica (anche provvisoria)
  • Una selezione di 5 fotografie in HD (anche delle prove, se nuove produzioni)
  • Link a materiale video

Scadenze
Il termine per la presentazione delle proposte è il 31 dicembre 2023


DOWNLOAD - ITA / ENG


Introduzione di Mario La Rocca

La Sicilia è da sempre terra che guarda avanti e precorre i tempi nella storia, nella cultura, nell’arte. Possiamo certamente pensare la nostra isola come il gran teatro del mondo nel quale lo spazio della dimensione reale consente uno sguardo rivolto alle forze naturali ed apre le porte alla finzione, sintesi magistrale delle due condizioni.

Non è azzardato considerare le architetture di pietra delle cavee greche come scenografie ideali per una simbiosi fra artificio e forze ancestrali. Spazi fisici importanti che riassumono la sapienza del costruire con la rappresentazione dei valori sociali. I teatri antichi rispecchiavano forti valori simbolici e le rappresentazioni dei drammi e delle commedie diventavano e sono ancora topos dello scorrere della vita con i suoi accadimenti replicati sulla scena e letti in chiave critica.

Segesta non sfugge a queste logiche e, con la seconda stagione del suo Festival, propone rappresentazioni che coniugano la sintesi perfetta fra natura ed artificio.

Gli eventi diventano specchio e fulcro delle culture del Mediterraneo, degli antichi testi riproposti in chiave contemporanea senza tradire i valori degli autori vissuti tanti secoli orsono. La scelta di non trascurare nessuna delle espressioni artistiche, dalla recitazione alla coreutica, dalla musica alle performance partecipate, è atto di speranza per alimentare un sapere antico che ci trasmette ancora messaggi carichi di forza e di volontà di riscatto.

L’ampia e qualificata proposta del cartellone, distribuita in un arco temporale dedicato da sempre alla riscoperta di luoghi dell’anima, sarà certamente occasione per incentivare le presenze di visitatori in uno dei siti più affascinanti della nostra terra.

Mario La Rocca

Dirigente Generale del Dipartimento Beni Culturali e Identità Siciliana


Introduzione di Francesco Paolo Scarpinato

La stagione teatrale del Parco archeologico di Segesta arriva in un momento fecondo di risultati e di prospettive. Recenti scavi hanno restituito nuove scoperte in un sito che non finisce mai di stupirci per la sua bellezza e per il magico connubio fra arte ed architettura. Una città ricca e raffinata torna alla luce, giorno dopo giorno, grazie all’impegno supportato dall’Assessorato Regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana.

La Sicilia è da sempre terra che affascina, palcoscenico del mondo, crocevia di genti e civiltà che vengono ammaliate e conquistate. Certamente solo un luogo abitato da civiltà evolute poteva pensare ad un teatro ed a rappresentazioni che coinvolgessero i suoi cittadini.

La seconda stagione del Segesta Teatro Festival propone eventi che attingono alla sapienza del passato e si spingono alla contemporaneità in un gioco di rimandi che diventano specchio e fulcro del Mediterraneo con le sue culture.

Il cartellone, ricco ed articolato, accompagnerà con eventi musicali, coreutici e teatrali tutto l’arco estivo raccogliendo espressioni nuove e coinvolgenti di artisti celebrati che sapranno raccogliere il sapere antico e trasformarlo in strumento di lettura per la ricerca di valori importanti che non devono mai abbandonarci.

Francesco Paolo Scarpinato

Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana


Introduzione di Luigi Biondo

Tradizione e innovazione

Tradizione e innovazione sono parole molto utilizzate e spesso capita di incrociarle nelle più disparate attività. Ma quale può essere il legame fra questi due termini ed il programma del Segesta Teatro Festival?

Molto spesso i due concetti sono considerati antitetici, due estremi di un percorso ideologico, due modi diversi di guardare il mondo. Tradizione significa essere legati a modelli culturali e comportamentali che hanno avuto sviluppo all’interno di una determinata realtà e che sono stati tramandati nel corso del tempo. Essere legati alla tradizione ci porta a restare fedeli a ciò che è stato realizzato nel passato, utilizzando modi e metodi che sono già stati sperimentati ed usati in precedenza. Innovare, dall’altro lato, significa esplorare le radici della ricerca storica per aprirsi al futuro, attraverso l’invenzione e l’adozione di nuovi modelli comportamentali introducendo nella società nuove attività oppure provando a migliorare quelle già esistenti.

La stagione 2023, la seconda del Segesta Teatro Festival, parte da temi e progetti avviati lo scorso anno quando avevamo parlato di costruzione di un futuro che doveva essere carico di forze positive, non autoreferenziali, e dirette alla Sicilia ed all’amore per la Sicilia.

Il nostro secondo passo quindi deve partire dal desiderio di far vivere momenti che abbiano un profondo legame con i luoghi, da un paradigma dettato dalla tradizione delle  testimonianze di civiltà e che possa approdare verso nuove mete cariche di valori.

L’innovazione attraverso la tradizione sarà quindi la stella polare da seguire e significherà utilizzare risorse tipiche di uno specifico contesto culturale, sociale e geografico, quindi difficilmente riproducibili in altre realtà, elevando il carattere distintivo e la legittimità della soluzione innovativa agli occhi dello spettatore.

La cultura siciliana ha un legame forte con tutto quello che è collegato alle esperienze ed alla capacità creativa della gente che vive in connessione con tutto ciò che la circonda e la arricchisce da secoli. Tocca a noi adesso spenderci per aggiungere valori alla tradizione nel rispetto di una nostra identità culturale che ha preso forma e che adesso vogliamo condividere per gioire e stupirci, avvicinandoci a figure che rappresentano spiriti divini e creature antiche che possono condurci verso la nostra forza interiore.

Luigi Biondo

Direttore del Parco archeologico di Segesta


Introduzione di Claudio Collovà

La seconda edizione del rinnovato Segesta Teatro Festival si aprirà il 28 luglio 2023 e presenterà spettacoli di teatro, danza, musica e poesia fino al 27 agosto. È un mese intenso di programmazione e il Parco archeologico di Segesta ospiterà il nostro pubblico e i nostri artisti nella incontaminata natura e nelle meravigliose e intatte edificazioni risalenti al IV secolo a.C., sedi delle nostre sere: il Teatro e il Tempio elimico dedicato ad Afrodite Urania. Sono due luoghi che nella loro immutata bellezza hanno in comune il senso della collettività, del tempo, delle albe e dei tramonti, e che ancora oggi ispirano la felicità e la sacralità della condivisione, della bellezza e della forza delle parole, dei gesti e della musica. Ancora una volta quindi, la molteplicità delle forme espressive, e delle connessioni che esse creano interagendo nei linguaggi, soprattutto del contemporaneo, un obiettivo che segue la direzione già tracciata nella scorsa edizione. Si rinnova dunque il rito collettivo che ci richiama alla sospensione della realtà esterna e invita a farci viaggiatori di esperienze e di emozioni più vive, al contatto con il divino che a Segesta si respira in ogni pietra. Il nostro primo intento è vivere il tempo fuori dall’ordinario, perdere di vista la realtà esterna lasciandola fuori dal tempio. Una consuetudine che nella bellezza del nostro teatro non può che fare bene all’anima. Quest’anno presentiamo 6 prime nazionali e 6 formazioni under 35, queste ultime sempre guidate da Maestri della scena, 10 concerti, 22 rappresentazioni teatrali, 4 coreografie, per un totale di 36 spettacoli in poco meno di un mese. Gli artisti ospitati, oltre 250, provengono in un giusto equilibrio dal nostro territorio, dal resto d’Italia e molti sono gli artisti internazionali di altissimo livello che hanno deciso di accogliere la nostra proposta. Noi pensiamo e speriamo che tutti qui troveranno una ideale connessione con i luoghi e con il pubblico e che ci donino, come sempre fanno, il teatro del ricordo, della contemplazione e dell’azione, a cominciare dal racconto, dai suoni e dalle immagini più varie e differenti. Segesta e la Sicilia sono luoghi in cui da sempre si sono incontrate culture diverse e dove le distinzioni geografiche appaiono del tutto artificiali. Il festival abbia la forza di affermare il teatro come esigenza, come necessità, come mezzo essenziale per capire meglio e più a fondo il tempo in cui viviamo e i suoi problemi. Lasciamo che il teatro intervenga con spirito libero sulla realtà che stiamo vivendo, che unisca i popoli come sempre ha fatto, e che ci faccia ritrovare insieme ben disposti all’ignoto e all’avventura.

Claudio Collovà

Direttore Artistico del Segesta Teatro Festival

Teatro

Ridere a teatro è davvero un grande insegnamento dei nostri amati e illustri predecessori. Da Aristofane a Plauto a Camilleri, che certo autore greco non era, ma avrebbe potuto facilmente esserlo in spirito. I conflitti di Lisistrata, diretto da Mauro Avogadro con in scena i giovani diplomati dell’INDA in un felice ritorno al teatro di Segesta, apre la strada alla commedia insieme a Curculio, diretto da Cinzia Maccagnano, che contiene tutti i requisiti della fabula latina. E infine Giuseppe Dipasquale, regista di Troppu trafficu ppì nenti, un fortunato spettacolo nato in collaborazione con Andrea Camilleri che si unì alla scrittura teatrale e scenica, dalla celebre congettura che quotava Shakespeare come nativo siciliano.

Autodifesa di Ismene è una riscrittura del mito e dei luoghi della tragedia classica che indaga sulla figura di Ismene, e come lei proviamo a vedere l’alba del giorno successivo. Lo spettacolo su un testo di Flavia Gallo, è una prima nazionale ed è una delle tre albe programmate al Segesta Teatro Festival. Interpretato da Luna Marongiu e Raffaele Gangale, diretti da Cinzia Maccagnano.

Nel segno della contaminazione dei linguaggi La Terra Desolata and Other Poems qui in prima nazionale che si avvale della Banda di Palermo e dell’Ubi Ensemble e con la voce di Claudio Collovà. Il poema maggiormente connesso al mito in versione electro-classic. E anche Donne Guerriere con la straordinaria performance di Ginevra Di Marco (che canta e recita) e di Gaia Nanni (che recita e canta), è connesso alle donne del nostro tempo, a loro modo mitiche, a cominciare da Rosa Balistreri e Oriana Fallaci. Il Prometeo di Eschilo ha la sua grande forza nel percorso creativo elaborato da Gabriele Vacis, che restituisce l’universalità del protagonista, archetipo della conoscenza e della ribellione. Ad alimentare la potenza di questo Prometeo è il gruppo di giovani e già straordinari attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e riuniti nel gruppo teatrale PEM Potenziali Evocati Multimediali. Dal racconto dell’Odissea di Omero, il mito di Penelope rivisitato in chiave poetica e sperimentato attraverso uno studio sulla percezione del tempo. Il lavoro di Enzo Caputo e Alma Passarelli Puma ritraccia la figura di Penelope che viene riscritta donando al personaggio la tenera forza della donna-madre, regina del regno. Nella lingua e nella spada è un melologo di più anime che si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, qui nella drammaturgia, regia e interpretazione di Elena Bucci. Le belle bandiere, compagnia storica della ricerca teatrale italiana, che produce lo spettacolo, ritorna in questo doppio appuntamento, con una nuova edizione da noi in prima nazionale, La canzone di Giasone e Medea da Euripide a Seneca, da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh. La vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria continua a spaventarci dopo millenni. Il mito qui diventa una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte nella riscrittura e interpretazione di Elena Bucci e Marco Sgrosso. La tragedia, ultima opera di Sofocle, Edipo a Colono, non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano, ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità. Qui a Segesta con un cast d’eccezione, a cominciare da Giuseppe Pambieri nel ruolo del protagonista, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene. Diretto da Giuseppe Argirò che ha voluto nel ruolo di Antigone la figlia Micol Pambieri, ribadendo l’estrema connessione tra mito e realtà. Jan Fabre artista visivo, regista e autore teatrale, acclamato da quarant’anni tra le figure più innovative della scena internazionale, è ospite del Festival con Resurrexit Cassandra. Nel ruolo della sacerdotessa inascoltata, Sonia Bergamasco, tra le più grandi interpreti della scena e del cinema italiano. Qui la creazione ruota intorno alla resurrezione di un messia femminile. Il testo, poetico e potente, scritto da Ruggero Cappuccio per Jan Fabre, affida alla bocca di Cassandra, cinque movimenti portatori di senso e fonte di ispirazione, intorno ai quali si snoda il discorso che Cassandra rivolge all’Umanità: Nebbia, Vento, Fuoco e Fumo, Vapore, Pioggia.

Musica

La musica è sacra anche perché c’è il sacro dell’oggi nei volti di poeti come Battiato e De Andrè. Il concerto che apre il Segesta Teatro Festival 2023 è Eri con me, Alice canta Battiato, in cui Alice, con la sua personalità vocale unica e un percorso artistico sempre in evoluzione, si fa ancora una volta strumento della musica di Franco Battiato e di ciò che ha trasmesso, insieme a Carlo Guaitoli, pianista e direttore d’orchestra, speciale collaboratore di Battiato per oltre vent’anni, nella formazione arricchita dal violoncello di Chiara Trentin. E il concerto di chiusura presenta un tributo al capolavoro di Fabrizio De Andrè che parte dalla riscrittura di Francesco Giunta in lingua siciliana e diventa omaggio corale di un ensemble tutto al femminile. “La buona novella in siciliano è un atto d’amore”, ha detto Dori Ghezzi, che speriamo sia ospite del festival, e queste parole certificano la vicinanza della Fondazione De Andrè all’autenticità e profondità del progetto. È una direzione verso la grande musica e la poesia, in cui la connessione con la spiritualità non può che essere ribadita e amplificata in un teatro essenzialmente ritualistico come quello di Segesta. Continua e viene confermata l’aspirazione al Sacro, declinata in tutte le sue forme e che aspira a vincere sugli orrori e la violenza e sulle meschinità umane di oggi. Il concerto di Giovanni Sollima, violoncellista di fama internazionale e compositore italiano tra i più eseguiti nel mondo, conferma la linea di questa parte del programma, un viaggio nella sacralità più connessa con l’altrove spirituale. Il programma del concerto, a parte la presenza integrale di Spasimo, sintetizza il suo percorso compositivo e la condivisione avvenuta negli anni newyorkesi con l’ensemble e con gli ‘storici’ Riccardo Scilipoti, pianista e tastierista, e il percussionista Giovanni Caruso che in diverse occasioni ha ideato degli strumenti ad hoc non tralasciando l’uso del corpo e il beatbox. Ospite del Segesta Teatro festival anche il grande pianista Stefano Bollani, la cui musica in Piano Solo travalica i generi e non conosce confini. Un invito rivolto a noi spettatori a spostarci verso luoghi inaspettati e sentieri musicali non battuti, un medley imprevedibile in cui il virtuosismo si mescola all’irriverenza. Così nella poetica di Salvatore Bonafede, pianista e compositore di Dream and Dreams, in cui si riscontra quella tensione metafisica che gli consente di adottare la musica come pura forma d’arte, dandole una dimensione eterna. Una forma del jazz innovativo, legato a un percorso autoriale che si rinnova qui a Segesta anche con Lino Patruno che si esibisce con un progetto dedicato al violinista Joe Venuti e al chitarrista Eddie Lang. Con lui anche il violinista trapanese Mauro Carpi che è considerato il vero discepolo di Joe Venuti. Il concerto di Jamel Chabbi è un viaggio di condivisione di identità culturali comuni, con epicentro e punto di partenza la sua Tunisia, verso rotte mediterranee, ed è frutto di una lunga ricerca condotta da Chabbi attraverso fonti storiche e musicali. Sulla strada della cultura che avvicina i popoli, anche la presenza di Nubras, ensemble internazionale che si dedica alla costruzione di un ponte tra musica colta occidentale e le tradizioni sonore di Balcani e Medio Oriente, unendo musicisti provenienti dal mondo della classica, del jazz e della musica popolare. Un viaggio musicale, quello del Festival, che aggiunge alle tante voci, il Duo Lopez - Arevalos, con la cantante e attrice Camilla Lopez e il pianista compositore Matteo Ramon Arevalos. Teleion, in prima nazionale, esplora l’universo della musica in gran parte sconosciuto dell’antica Grecia, con l’aiuto della traduzione e traslitterazione di Dimitris Soukoulis. L’incanto dell’aurora, all’alba e in prima nazionale anch’esso, è un concerto che mette a confronto atmosfere musicali tipicamente settecentesche e sonorità assai più recenti di area classico-contemporanea, attraverso un organico molto ricco e variegato che comprende l’orchestra dell’Officina Barocca Siciliana, condotta da Roberta Faja ed il coro giovanile femminile AEOLIAN Vocal Ensemble diretto da Monica Faja.  Il 10 agosto, Afrodite Urania, nella notte delle stelle in cui il pubblico sarà guidato al riconoscimento degli astri con l’uso dei telescopi, l’insonorizzazione d’ambiente live realizzata dal musicista Alfredo Giammanco e il racconto scientifico narrato da Marcello Barrale per la ricerca in cielo dello sciame di meteore, in prima nazionale e nell’imperdibile scenario del Tempio.

Danza

Ispirato da Solo andata, romanzo in versi di Erri De Luca, Confini Disumani, è una coreografia di Roberta Ferrara che indaga il sentimento di umanità svanito o soverchiato dalla frenesia e dalla paura. Equilibrio Dinamico Dance Company con la sua danza d’impatto, flessuosa ed energica, tocca lo spettatore e lascia aperti interrogativi.

Coefore Rock&Roll è la seconda tappa del progetto ORESTEA. Trilogia della Vendetta, una coreografia di Enzo Cosimi che in un regno di incubi d’infanzia, giocattoli rotti, coperte colorate – un orizzonte visivo ispirato al segno dell’artista Mike Kelley –, mostra l’atto di uccidere chi ha donato la vita: con la drammaturgia di Enzo Cosimi e Maria Paola Zedda, insieme ai danzatori interpreti, la musica dal vivo di Lady Maru.

Il nuovo spettacolo Nothing di Michela Lucenti e Balletto Civile, tratto da Re Lear di William Shakespeare, nelle mani del collettivo si trasforma in una drammaturgia coreografica spigolosa, capace di inserirsi come un cuneo nelle pieghe della realtà, un duello fisico fra corpo e parola, movimento e spazio scenico. Komoco e Sosta Palmizi, presentano Dodi e IMA, due coreografie di Sofia Nappi. IMA è un termine giapponese che indica il momento presente; in aramaico ed ebraico ha anche il significato di madre, nella sua accezione di rinascita e rinnovamento.

Il Segesta Teatro Festival, ora riconosciuto dal Ministero della Cultura come festival multidisciplinare, presenta in questa edizione alcune delle espressioni migliori della danza italiana.


Call for artists 2023

SEGESTA TEATRO FESTIVAL

Teatro, Musica, Danza al Parco Archeologico di Segesta

Seconda edizione


Il Segesta Teatro Festival è un festival multidisciplinare che include spettacoli di teatro, danza e musica in programma al Teatro Antico e al Tempio Dorico del Parco Archeologico di Segesta (Trapani, Sicilia - Italy).

La prima edizione diretta da Claudio Collovà, che si è tenuta dal 2 agosto al 4 settembre 2022, ha coinvolto oltre 200 artisti tra i migliori della scena nazionale e internazionale che si sono esibiti nell’ambito di 31 spettacoli teatrali, musicali e coreutici.

La seconda edizione, in programma da luglio ad agosto 2023, vuole ripercorrere le linee tracciate durante la scorsa estate, sostenendo lo sviluppo e la sperimentazione di nuovi linguaggi creativi, teatrali, musicali e coreutici in un legame ideale con i temi e i linguaggi dell’antico. Attraverso la programmazione di spettacoli, performance, installazioni, workshop e conferenze, il Segesta Teatro Festival promuove l’incontro di artisti italiani e stranieri con il pubblico del Parco Archeologico, valorizzando al contempo i talenti e le maestranze locali.

La programmazione si muove quindi seguendo tre linee fondamentali: la contaminazione di linguaggi che dall’antico procedono verso il contemporaneo, lo scambio tra temi e pratiche d’innovazione e tradizione e l’apertura al contesto internazionale a partire dalla valorizzazione del talento locale.


Destinatari

  • Artisti, compagnie teatrali, gruppi strumentali e coreutici di ogni nazionalità
  • Artisti, compagnie e gruppi emergenti e/o under35 di ogni nazionalità

Progetti ammessi

  • Spettacoli di teatro legati al dramma antico
  • Spettacoli di teatro contemporaneo
  • Progetti di musica classica e contemporanea, world music, musica sperimentale
  • Performance di danza contemporanea

In fase di selezione saranno privilegiati gli spettacoli, i concerti e le performance con allestimenti agili pensati per essere messi in scena all’aperto nei seguenti siti:

  • Teatro Antico - ore 19:30 (tramonto) o ore 5:00 (alba)
  • Tempio di Segesta - orario serale

Guida alla presentazione dei progetti
Gli artisti interessati a partecipare al Festival devono inviare via mail all’indirizzo direzioneartistica@segestateatrofestival.com entro il 31 dicembre 2022 il seguente materiale:

  • CV artisti/compagnia/gruppo
  • Dossier di presentazione del progetto in formato PDF
  • Scheda tecnica (anche provvisoria)
  • Una selezione di 5 fotografie in HD (anche delle prove, se nuove produzioni)
  • Link a materiale video

Scadenze
Il termine per la presentazione delle proposte è il 31 dicembre 2022


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Introduzione di Luigi Biondo

a tempo mi chiedo se tutto questo parlare di Sicilia non sia troppo autoreferenziale e poco diretto alla Sicilia o all’amore per la Sicilia.

Penso al rischio di diventare troppo teatrali e poco realisti, temo un presente che ricordi troppo il nostro secolare passato ma trascuri la costruzione di un futuro che deve essere carico di forze positive e di progettualità. La cultura siciliana ci insegna da sempre ad apprezzare tutto quello che ci viene messo a disposizione partendo dagli oggetti materiali che possediamo, dalle esperienze che ci vengono concesse. Noi siciliani dovremmo vivere in connessione con tutto ciò che ci circonda cercando di apprezzare il valore di un tramonto, la forza del vento, la luce accecante che avvolge i nostri monumenti.

Questo è lo spirito che deve animare il nuovo Segesta teatro festival.

Forte è il desiderio di far vivere, a quante più persone possibili, momenti che abbiano un profondo legame con i luoghi che devono espandersi e diventare paradigma del nostro vivere una terra ricca di testimonianze di civiltà.

Aree dove la nostra identità culturale ha preso forma e che adesso vogliamo condividere per gioire e stupirci, avvicinandoci a figure che rappresentano spiriti divini e creature antiche che possono condurci verso la nostra forza interiore.

Dunque un pegno di speranza. Una ricerca nuova dello spazio, della luce e della memoria che scacci definitivamente la nostra ansia del quotidiano dominata, in questi anni, da paure ed incertezze. Una cura, un balsamo che deve condurci verso un futuro che sani le nostre ferite. Una sfida dura ma utile, una prova dalla quale ricaveremo sicuramente nuove esperienze, conoscenze inaspettate che dovranno farci crescere e permetterci di ripartire per un nuovo viaggio più consapevole alla ricerca dell’essenza di una personalità intesa come sinonimo di spirito e di io dell’età moderna e contemporanea.

Luigi Biondo
Direttore del Parco archeologico di Segesta