

Cicerone e i Siciliani contro Verre. Duemila anni di potere, corruzione e giustizia
di e con Alfonso Veneroso
Alfonso Vella sassofono
Francesco Prestigiacomo percussioni
produzione Figli D’Arte Cuticchio
Una vicenda entusiasmante e attuale quanto un vero poliziesco: la battaglia condotta dai Siciliani e da Marco Tullio Cicerone contro il governatore di Roma Gaio Licinio Verre che ha saccheggiato l’intera isola per tre anni e l’ha ridotta in ginocchio, depredandola delle opere d’arte, manipolando i processi, derubando, corrompendo, estorcendo, stuprando, torturando e uccidendo.
L’attualità dell’“Affaire Verre” è impressionante, nell’attività dilatoria dei processi, nelle dinamiche politiche, come nelle azioni di lobby, nella corruzione, nel crimine organizzato, tanto da farci capire che in duemila anni nulla abbiamo inventato. Emblematica è anche l’importanza strategica della Sicilia per la produzione di fonti di energia che muovevano la “macchina sociale e politica” di Roma, senza le quali essa rischiava di “incepparsi” e per cui si facevano già in quei tempi le guerre.
I Siciliani tengono la testa alta e chiedono aiuto a un personaggio eccezionale, loro amico, il giovane Marco Tullio Cicerone, questore in Sicilia nel 75 a.C., e lo pregheranno di promuovere l’accusa contro il potentissimo governatore. In questo processo Cicerone rischierà la carriera e la vita in difesa dei suoi amici siciliani, ma sarà proprio “Il caso Verre” che offrirà l’occasione al giovane Cicerone di diventare il principe del foro di Roma.