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Teatro Antico
Belvedere F. Vivona - CALATAFIMI SEGESTA
Piazza Alicia - SALEMI
Spiazzo Greco - CONTESSA ENTELLINA
Tempio
P.zza Autonomia Siciliana - POGGIOREALE
Belvedere Giardini Comunali - CUSTONACI
Ex Convento di San Francesco - CALATAFIMI SEGESTA
Conservatorio di Palermo
Parco archeologico di Segesta
luglio
28luglio21:00Eri con me - Alice canta BattiatoALICETeatro Antico21:00 •:Musica

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Eri con me – Alice canta Battiato
live con
Carlo Guaitoli
pianoforte
Chiara Trentin
violoncello
produzione International Music and Arts
durata 90 minuti
Le canzoni inserite nell’album in buona parte risultano quelle ascoltate nei concerti, ma non del tutto. Infatti, se alcune di queste appartenevano già al repertorio discografico di Alice, molte altre sono per lei decisamente inedite. Tra queste una nuova versione di Da Oriente a Occidente, L’addio di cui Franco Battiato è coautore con Mino Di Martino e Ippolita Avalli e Torneremo ancora, l’ultima canzone da lui scritta e registrata; un brano al quale teneva veramente molto.
(Francesco Messina nella prefazione del disco Eri con me)
Alice, con la sua personalità vocale unica e un percorso artistico sempre in evoluzione, si fa ancora una volta strumento della musica di Franco Battiato e di ciò che ha trasmesso, attraverso sedici canzoni a cui sente di aderire pienamente. Questo progetto vede le sue radici nella collaborazione artistica tra Alice e Franco Battiato iniziata nel 1980 con il singolo Il vento caldo dell’estate e l’album Capo Nord. Con Gioielli rubati del 1985, per la prima volta Alice ha interpretato canzoni di Battiato non scritte per lei, poi per molti anni e in molti progetti discografici ha ripreso il suo abituale ruolo di cantautrice fino al 2003, in cui viene pubblicato Viaggio in Italia, un album di sole cover dedicato a grandi autori italiani; qui le canzoni di Battiato presenti erano due, ma nei concerti che seguirono divennero sempre di più, per il rinnovato piacere di Alice nell’interpretare le sue composizioni. Nel 2016 arrivò anche l’occasione del lunghissimo straordinario tour insieme, Battiato e Alice. Nel 2020 inizia il tour Alice Canta Battiato con cui inauguriamo il Segesta Teatro Festival, insieme a Carlo Guaitoli, pianista e direttore d’orchestra, già speciale collaboratore di Battiato stesso per oltre vent’anni, con alcune novità sia nella scaletta che nella formazione, arricchita dal violoncello di Chiara Trentin.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Venerdì) 21:00

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I conflitti di Lisistrata di Aristofane
a cura degli allievi dell’Accademia dell’INDA
regia Mauro Avogadro
con Caterina Alinari, Andrea Bassoli, Vanda Bovo, Alberto Carbone, Sebastiano Caruso, Gaia Cozzolino, Sara De Lauretis, Carloalberto Denoyè, Enrica Graziano, Ferdinando Iebba, Althea Iorio, Domenico Lamparelli, Federica Leuci, Emilio Lumastro, Carlotta Messina, Moreno Pio Mondì, Matteo Nigi, Marta Parpinel, Alice Pennino, Edoardo Pipitone, Francesco Ruggiero, Jacopo Sarotti, Mariachiara Signorello, Flavia Testa, Elisa Zucchetti
produzione Istituto Nazionale del Dramma Antico Fondazione Onlus
durata 80 minuti
È il V secolo a.C., le donne greche, sotto la guida accorta di Lisistrata, risolute a porre fine ad una guerra dilaniante, decidono di astenersi da ogni rapporto coniugale fino a che i loro uomini non acconsentiranno a porre fine al conflitto. Uno sciopero del sesso, in poche parole, che suona di inaudita modernità. Attraverso una compagnia di attori affiatati davvero come devono essere gli elementi di un coro, I conflitti di Lisistrata è uno spettacolo in cui si sperimenta e ci si sperimenta. Il coro è una delle strutture portanti dello spettacolo. E proprio lì lo mette la sperimentazione dell’INDA. I cori dialogano, si sfiorano, risolvono ogni violenza in una danza di pace. Sono voci che si muovono insieme lungo un sentimento comune e che accomuna. Lisistrata è uno spettacolo vitale capace di incarnare sensibilità e tematiche contemporanee. Un messaggio pacifista ante litteram risolto seguendo logiche originali e ancora oggi sorprendenti. Il rifiuto di ogni guerra in nome dell’Umanità che donne e uomini simboleggiano allo stesso modo. Niente di nuovo dunque. Una sfida. Una sfida che si rinnova.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 19:30

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I conflitti di Lisistrata
di Aristofane
a cura degli allievi dell’Accademia dell’INDA
regia Mauro Avogadro
con Caterina Alinari, Andrea Bassoli, Vanda Bovo, Alberto Carbone, Sebastiano Caruso, Gaia Cozzolino, Sara De Lauretis, Carloalberto Denoyè, Enrica Graziano, Ferdinando Iebba, Althea Iorio, Domenico Lamparelli, Federica Leuci, Emilio Lumastro, Carlotta Messina, Moreno Pio Mondì, Matteo Nigi, Marta Parpinel, Alice Pennino, Edoardo Pipitone, Francesco Ruggiero, Jacopo Sarotti, Mariachiara Signorello, Flavia Testa, Elisa Zucchetti
produzione Istituto Nazionale del Dramma Antico Fondazione Onlus
durata 80 minuti
È il V secolo a.C., le donne greche, sotto la guida accorta di Lisistrata, risolute a porre fine ad una guerra dilaniante, decidono di astenersi da ogni rapporto coniugale fino a che i loro uomini non acconsentiranno a porre fine al conflitto. Uno sciopero del sesso, in poche parole, che suona di inaudita modernità. Attraverso una compagnia di attori affiatati davvero come devono essere gli elementi di un coro, I conflitti di Lisistrata è uno spettacolo in cui si sperimenta e ci si sperimenta. Il coro è una delle strutture portanti dello spettacolo. E proprio lì lo mette la sperimentazione dell’INDA. I cori dialogano, si sfiorano, risolvono ogni violenza in una danza di pace. Sono voci che si muovono insieme lungo un sentimento comune e che accomuna. Lisistrata è uno spettacolo vitale capace di incarnare sensibilità e tematiche contemporanee. Un messaggio pacifista ante litteram risolto seguendo logiche originali e ancora oggi sorprendenti. Il rifiuto di ogni guerra in nome dell’Umanità che donne e uomini simboleggiano allo stesso modo. Niente di nuovo dunque. Una sfida. Una sfida che si rinnova.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 19:30
agosto

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Confini Disumani
con Lea My, Gianmanuel Elia, Aurora Profili, Massimo Palumbo, Elena Pineta Ortiz, Sara Verrocchio, Davide Storto, Mattia Chiarelli
ideazione e coreografie Roberta Ferrara
musiche Enzo Avitabile, Faraualla, Armand Amar
disegno luci Roberto Colabufo
costumi Franco Colamorea
organizzazione generale Vincenzo Losito
produzione Equilibrio Dinamico
durata 60 minuti
Noi siamo il rosso e il nero della terra, un oltremare di sandali sfondati, il polline e la polvere nel vento di stasera. Uno di noi, a nome di tutti, ha detto: non vi sbarazzerete di me. Va bene, muoio, ma in tre giorni resuscito e ritorno.
(Erri De Luca)
Sono state le parole dello scrittore napoletano Erri De Luca di Solo andata, romanzo in versi pubblicato nel 2005, ma anche le notizie quotidiane dei telegiornali, a ispirare lo spettacolo a firma di Roberta Ferrara dal titolo Confini Disumani, già programmato tra Europa e America, che lancia un monito e una riflessione sull’oggi. Otto danzatori usano i loro corpi con la convinzione di una preghiera e la forza di una gestualità che denuncia: sono uomini e donne orfani di una terra perché emigrati. Privati persino dell’identità, sono pronti a riportare l’attenzione su di sé, scardinando l’indifferenza, nel susseguirsi di potenti quadri coreografici, ciascuno accompagnato da un peculiare tappeto sonoro affidato ad Enzo Avitabile, Faraualla e Armand Amar. In una società come quella contemporanea dove il sentimento di umanità sembra svanito o soverchiato dalla frenesia e dalla paura, Confini Disumani con la sua danza d’impatto, flessuosa ed energica, tocca lo spettatore e lascia aperti interrogativi.
Equilibrio Dinamico Dance Company, fondata nel 2011 dalla sua attuale direttrice artistica Roberta Ferrara è oggi riconosciuta dal Ministero della Cultura come Organismo di Produzione under 35. Con sede a Bari, la Compagnia si è posta sotto i riflettori per essere un unicum nel panorama della danza italiana, con un repertorio dal respiro internazionale con diversi coreografi impegnati nelle creazioni per il giovane e talentuoso gruppo. Sostenuto dal Teatro Pubblico Pugliese, la Compagnia viene programmata in diversi teatri e festival di respiro internazionale.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Giovedì) 19:30
04agosto19:30Giovanni Sollima BandTeatro Antico19:30 •:Musica

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Giovanni Sollima Band
Giovanni Sollima violoncello
Andrea Cirrito violino
Francesco Montalto viola
Alice Mirabella violoncello
Riccardo Scilipoti piano/synth
Giovanni Caruso percussioni
Programma
da Songs from the Divine Comedy (1999-2004)
Hell I (3:30), La spera ottava (10:00)
da I canti (1998)
Intersong n.1 (8:00)
da Aquilarco (1997/98)
Aria (6:00)
Aquilarco n.3 Ornithomanteia (3:30)
Spasimo (1995)
De Harmonia
Peste
Raffaello – il naufragio
Porta dei greci
De Harmonia – via Dolorosa
(35:00)
produzione Associazione Siciliana Amici della Musica
durata 70 minuti
Sono ormai rare – ma non impossibili – le “reunion” della Giovanni Sollima Band, ensemble elettroacustico che ho fondato durante il mio periodo newyorkese tra la fine degli anni ‘90 e il 2000. La formazione nasce a sua volta da un Ensemble di più ampio organico, e di fatto ancora attivo, che si chiama Soni Ventorum fondato da mio fratello Luigi e con il quale nei primi anni ‘90 ho eseguito in “prima” italiana lavori di Glass, Torke, Bryars e Andriessen. Per la Giovanni Sollima Band, nome a me suggerito a New York da Philip Glass, formazione costituita da me al violoncello, un trio d’archi, tastiere, percussioni ma anche flauto e chitarra elettrica, interazioni con elettronica, campionamenti, progetti visivi e, occasionalmente, la presenza di vocalist di varia provenienza, ho composto diversi lavori, per lo più grandi suite modulari della durata di un’ora circa; Spasimo, composto nel 1995 per la riapertura della Chiesa di S.Maria dello Spasimo e portato in giro per quasi tutto il mondo, Mittersill 101 (1996) chamber opera/indagine sulla morte di Webern (libretto di Dario Oliveri, regia e video installation di Roberto Andó) co-prodotta dagli Amici della Musica di Palermo, dalla Associazione Musicale Etnea di Catania e dall’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, Aquilarco (1997/98) composta tra Palermo e New York, prodotta da Philip Glass per la Point Music/Universal, successivamente coreografata da Bob Wilson (anche voce recitante) e danzata da diverse compagnie sia in USA che in Europa e Australia, I Canti (1998) commissionati dal Ravenna Festival e composti a New York e in Sicilia dopo aver effettuato ricerche e campionamenti “sul campo” di canti e manifestazioni sacre e profane, il lavoro è una sorta di indagine poetica sullo stato del canto popolare e dei dialetti (inclusi curiose forme di “slang” e lingue fossili) in bilico e ancora presenti tra la Sicilia e le aree “italiane” soprattutto a Brooklyn e Queens, Songs From The Divine Comedy (1999-2004) basato sulla Divina Commedia di Dante anche attraverso antiche traduzioni e riscritture (Longfellow, Byron, Da Ponte).
(Giovanni Sollima)
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Venerdì) 19:30

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Sul tempo e sull’amore. Senza fretta ma senza tregua (lectio teatrale)
produzione Associazione Siciliana Amici della Musica
L’amore non lascia il tempo che trova. I turbamenti amorosi di grandi eroi letterari filtrati attraverso il fondamentale concetto filosofico. L’interazione delle due dimensioni cruciali della vita genera le più profonde esperienze, in forma di attesa e di ricordo. Alessandro Baricco accompagna gli spettatori in un viaggio speciale. Lo scrittore narratore teatrale esplora il significato del tempo traendo ispirazione da due eventi storici. In quale modo furono comunicati il maldestro tentativo di fuga di Re Luigi XVI e gli ultimi sei giorni di vita di Tolstoj? Perché i racconti delle due fughe ispirarono una rete intricata di destini con il diffondersi delle notizie nel tempo? Come accade nei romanzi polizieschi, è evidente quale sia stato il percorso di sfasamento e allineamento temporale. C’è solo un momento della nostra vita in cui tempo vissuto e tempo reale coincidono. Nel corso della lectio teatrale il professor Baricco lo analizza attraverso brani di letteratura classica, leggendo García Márquez, Shakespeare, Rostand e Omero.
Alessandro Baricco è nato a Torino nel gennaio del 1958, è uno di quei letterati molto poliedrici, è esperto di musica e di filosofia, ha fondato la scuola Holder, un punto di riferimento italiano per lo storytelling, conduttore radiotelevisivo è infine autore teatrale. Tra i suoi capolavori mensioniamo il suo dirompente romanzo di esordio Castelli di Rabbia che ha affascinato pubblico e critica, e ancora Oceano Mare, Seta e tante altre meraviglie letterarie che lo hanno portato a ricevere importanti riconoscimenti come il Premio Viareggio nel 1993 con Oceano Mare, il Prix Medicis etranger per Castelli di Rabbia e tanti altri fino al riconoscimento della Penna d’Oro nel 2022.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 19:30
06agosto5:00Autodifesa di IsmeneCINZIA MACCAGNANOTeatro Antico5:00 •:Teatro•:PRIMA NAZIONALEAlba

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Autodifesa di Ismene
elogio della sopravvivenza
di Flavia Gallo
PRIMA NAZIONALE
con Luna Marongiu e Raffaele Gangale
regia Cinzia Maccagnano
paesaggi sonori Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
scene Mariella Beltempo, Rosalba Cannella
assistente compagnia Marta Cirello
produzione Bottega del pane
durata 65 minuti
Autodifesa di Ismene è una riscrittura del mito, dei luoghi della tragedia classica in cui il personaggio si manifesta nella relazione con gli altri membri della famiglia reale tebana. Diversamente dall’eroica sorella Antigone, esempio emblematico di rivolta, Ismene appare come colei che ha tentato di disinnescare l’inesorabile susseguirsi di eventi sostenuti a furor di ragione dai due protagonisti del dibattimento, Creonte e Antigone, sulla sepoltura di Polinice. Il sottotitolo dell’opera, Elogio della sopravvivenza, ci dice qualcosa in più. Ismene è la sopravvissuta, colei che si ritrova a vivere a seguito della morte di tutti gli altri e della morte può davvero comprendere la portata insostenibile per chi resta. In fondo Ismene ci somiglia di più. E noi siamo tutti e tutte più simili a lei che a quell’altra. Come Ismene proviamo a vedere l’alba del giorno successivo. Ismene è il nome del fiume che scorre vicino a Tebe. Significa colei che ha visto, colei che adesso sa…
(Cinzia Maccagnano)
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, prosegue la sua formazione concentrandosi sul corpo pensante attraverso l’incontro con maestri coreografi, mimi e performer. Si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 5:00
06agosto20:30Piano SoloSTEFANO BOLLANITeatro Antico20:30 •:Musica

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Stefano Bollani pianoforte produzione e co-organizzazione Terzo Millennio srl – Progetti Artistici durata 90 minuti Piano Solo è un viaggio tra i tasti del pianoforte che si rinnova
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Stefano Bollani pianoforte
produzione e co-organizzazione Terzo Millennio srl – Progetti Artistici
durata 90 minuti
Piano Solo è un viaggio tra i tasti del pianoforte che si rinnova ogni sera. La musica di Stefano Bollani non conosce confini, sconfessa i generi musicali e si nutre di tutti quei momenti magici con artisti straordinari che il pianista ha incontrato sui palchi di tutto il mondo.
Quando Bollani sale sul palco con il suo Piano Solo esiste una sola regola: rendere omaggio all’arte dell’improvvisazione grazie all’unione sempre nuova di tutte le note messe insieme in questi venti anni di Jam session. Ogni volta con un risultato diverso, eppur sempre incredibile.
Nel one man show di Stefano Bollani tutto può accadere. Non esiste nessuna scaletta, nessun programma di sala a indicare il succedersi dei brani. Lo spettatore prende posto in una sala ma è chiamato a spostarsi con la mente verso luoghi inaspettati e a guardare orizzonti musicali sempre nuovi. Una sorta di laboratorio creativo portato in scena seguendo il flusso di coscienza musicale che spazia dal jazz ai suoni brasiliani, a Carosone fino ai brani inediti del nuovo album Blooming, in uscita in primavera, alcuni dei quali sono stati anticipati dal Maestro durante la trasmissione cult Via Dei Matti numero Zero di Bollani e Valentina Cenni, che tanto ha entusiasmato il pubblico a casa e la critica. Una sola cosa è sicura: il medley imprevedibile deciso dal pubblico in cui il virtuosismo si mescola all’irriverenza.
Stefano Bollani si afferma nel jazz, salendo sui palchi più prestigiosi del mondo collaborando con grandissimi musicisti tra cui Richard Galliano, Phil Woods, Lee Konitz, Chick Corea, Gato Barbieri, Bill Frisell, John Abercrombie, Pat Metheny, Bobby McFerrin, Luis Bacalov, Riz Ortolani e moltissimi altri. Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione iniziata nel 1996 con il suo mentore Enrico Rava. Piano Solo è un disco edito dalla ECM nel 2006.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 20:30

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Troppu trafficu ppi nenti
di Andrea Camilleri
e Giuseppe Dipasquale
Testo attribuito a Messer Angelo Florio Crollalanza, archetipo, pare, dell’illustre testo Molto rumore per nulla dietro la cui figura dell’autore si cela William Shakespeare
con (in ordine di apparizione) Angelo Tosto, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Anita Indigeno, Lorenza Denaro, Filippo Brazzaventre, Ruben Rigillo, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Luciano Fioretto, Alex Caramanna, Mimmo Mignemi, Valerio Santi, Rosario Valenti, Pietro Casano
regia e scene Giuseppe Dipasquale
costumi Angela Gallaro
produzione Teatro della città / Artelè
durata 120 minuti compreso breve intervallo
Se davvero Shakespeare fosse siciliano? Ci piacerebbe, per spirito di patria, poterlo credere, ma la storia, si sa, non la si fa coi se! Tuttavia, immaginiamo una Messina in mezzo al mediterraneo così come Shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di magheggi che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per una giostra degli intrichi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi, che nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Immaginiamo che tutto ciò sia il frutto di un carattere tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano ed ecco che potremmo anche credere, anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford-upon Avon , sia potuto essere quel tale Michele Angelo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina.
Ecco, questo Troppu trafficu ppi nenti è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l’esistenza in un continuo ‘arrovugliarsi’ su se stesso.
(Giuseppe Dipasquale)
Lo spettacolo ha debuttato la prima volta nell’anno 2000, all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese 2000 e al Festival de Théâtre Atelier che si tiene ogni anno a Sfântu Gheorghe in Romania. Ha girato in Italia e all’estero. Ospite 2005 del Festival Internazionale Shakespeariano di Danzica, per tre volte al Globe Silvano Toti di Roma diretto da Gigi Proietti.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Lunedì) 19:30

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Troppu trafficu ppi nenti
di Andrea Camilleri
e Giuseppe Dipasquale
Testo attribuito a Messer Angelo Florio Crollalanza, archetipo, pare, dell’illustre testo Molto rumore per nulla dietro la cui figura dell’autore si cela William Shakespeare
con (in ordine di apparizione) Angelo Tosto, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Anita Indigeno, Lorenza Denaro, Filippo Brazzaventre, Ruben Rigillo, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Luciano Fioretto, Alex Caramanna, Mimmo Mignemi, Valerio Santi, Rosario Valenti, Pietro Casano
regia e scene Giuseppe Dipasquale
costumi Angela Gallaro
produzione Teatro della città / Artelè
durata 120 minuti compreso breve intervallo
Se davvero Shakespeare fosse siciliano? Ci piacerebbe, per spirito di patria, poterlo credere, ma la storia, si sa, non la si fa coi se! Tuttavia, immaginiamo una Messina in mezzo al mediterraneo così come Shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di magheggi che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per una giostra degli intrichi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi, che nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Immaginiamo che tutto ciò sia il frutto di un carattere tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano ed ecco che potremmo anche credere, anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford-upon Avon , sia potuto essere quel tale Michele Angelo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina.
Ecco, questo Troppu trafficu ppi nenti è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l’esistenza in un continuo ‘arrovugliarsi’ su se stesso.
(Giuseppe Dipasquale)
Lo spettacolo ha debuttato la prima volta nell’anno 2000, all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese 2000 e al Festival de Théâtre Atelier che si tiene ogni anno a Sfântu Gheorghe in Romania. Ha girato in Italia e all’estero. Ospite 2005 del Festival Internazionale Shakespeariano di Danzica, per tre volte al Globe Silvano Toti di Roma diretto da Gigi Proietti.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Martedì) 19:30
10agosto19:30Coefore Rock&RollENZO COSIMITeatro Antico19:30 •:Danza

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Coefore Rock&Roll
con Alice Raffaelli, Francesco Saverio Cavaliere, Luca Della Corte, Roberta Racis
regia, coreografia, scene e costumi Enzo Cosimi
drammaturgia Enzo Cosimi, Maria Paola Zedda
musica dal vivo Lady Maru
disegno luci Gianni Staropoli
tecnico luci Giulia Belardi
organizzazione Pamela Parafioriti
produzione Compagnia Enzo Cosimi, Mic, Regione Lazio
in collaborazione con RomaEuropa Festival
con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale
durata 60 minuti
Coefore Rock&Roll è la seconda tappa del progetto Orestea. Trilogia della Vendetta. In un regno di incubi d’infanzia, giocattoli rotti, coperte colorate – un orizzonte visivo ispirato al segno dell’artista Mike Kelley -,
si profila la ferocia di un delitto efferato che mette in discussione l’individuo, e con esso, l’umanità intera: l’atto di uccidere chi ha donato la vita. Nel lavoro si determina il profilo duale di Oreste imprigionato dal conflitto tra il porre nuovo ordine al mondo e l’essere dannato a vita per l’assassinio della propria madre. Nel gelo di un amore e di una vendetta implacabili, si stagliano le algide e passionali figure di Clitemnestra ed Elettra, accompagnate dagli echi tribali delle erinni, capitanate dall’icona della club culture e della musica techno sperimentale romana e internazionale Lady Maru. L’impalcatura della coreografia unisce testo, visione, azione performativa in una drammaturgia liquida e poetica. Nella forma ibrida del lavoro, il linguaggio performativo apre a uno sconfinamento verso altre discipline, musica e arti visive in particolare, in un’installazione coreografica dalla costruzione drammaturgica orizzontale ed espansa, realizzata dal coreografo con la collaborazione di Maria Paola Zedda e con il tocco visionario delle luci di Gianni Staropoli. Sconfinamento e frammentarietà, caratteri tipici del contemporaneo, sono i tratti fondamentali dell’attuale ricerca del lavoro di Enzo Cosimi.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Giovedì) 19:30
11agosto19:30Donne GuerriereGINEVRA DI MARCO GAIA NANNITeatro Antico19:30 •:Teatro/musica

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Donne Guerriere
da un’idea di Francesco Magnelli
pianoforte e magnellophoni Francesco Magnelli
chitarre, tzouras e elettronica Andrea Salvadori
drammaturgia Manuela Critelli e Gianfranco Pedullà
musiche originali e drammaturgia musicale Ginevra Di Marco, Francesco Magnelli e Andrea Salvadori
regia Gianfranco Pedullà
scene Franco Venturi
partitura luci Mariano de Tassis
suono Vladimir Jagodovic
costumi Alessandrajane
produzione Teatro popolare d’arte in collaborazione con Luce appare e Funambulo
durata 90 minuti
Lo spettacolo rende omaggio alle “donne guerriere” del nostro tempo. Vere combattenti che, con le loro scelte e la loro stessa vita, sono diventate pagine autentiche e indelebili della nostra memoria. Sulla scena Ginevra Di Marco e Gaia Nanni, accompagnate da Francesco Magnelli al pianoforte e magnellophoni e da Andrea Salvadori alle chitarre, tzouras e elettronica, in un racconto originale e coinvolgente, daranno vita a dialoghi, monologhi e canzoni inedite e canzoni di tradizione popolare. Lo spettatore verrà a contatto con le vite di chi ha saputo costruire il proprio futuro e di chi, come molti, cerca di immaginare il proprio. Donne operaie, militanti della parola e della canzone, passando da Rosa Balistreri a Caterina Bueno, per tornare a Ginevra e Gaia e, tramite loro, a tutte le donne di oggi. Un racconto collettivo ironico e profondo che lega “noi” e “loro” con tante parole e musiche dal vivo, che possano ancora farci ballare e ritrovare insieme.
Donne Guerriere rievoca storie di donne note e meno note: da Rosa Parks a Nilde Jotti, da Anna Magnani a Virginia Woolf e alle tante donne sconosciute di grande umanità. Nel racconto vengono approfondite le storie di due artiste dell’importanza di Rosa Balistreri e Caterina Bueno e il loro rapporto con Firenze e con la musica popolare. La straordinaria performance di Ginevra Di Marco (che canta e recita) e di Gaia Nanni (che recita e canta), la bellezza delle musiche originali e tradizionali composte e arrangiate da Di Marco, Magnelli e Salvadori e dei testi comici e drammatici di Manuela Critelli rendono prezioso questo spettacolo, dedicato a tutte le donne che creano e ricreano simbolicamente la vita.
(Gianfranco Pedullà)
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Venerdì) 19:30
12agosto19:3013:00Curculio di PlautoCINZIA MACCAGNANOTeatro Antico19:30 - 13:00 •:Teatro

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Curculio di Plauto
traduzione Giusto Monaco
con Edoardo Siravo
e Raffaele Gangale, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Marta Cirello e con i giovani del laboratorio Plautus Festival
regia e adattamento Cinzia Maccagnano
musiche Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
movimenti di scena Luna Marongiu
produzione Teatro dei due mari
in collaborazione con il Laboratorio Festival di Sarsina
durata 80 minuti
La commedia contiene tutti i numeri della cosiddetta fabula palliata latina: l’amore di due giovani, il servo sfrontato, il soldato fanfarone, la vecchia beona, la critica ai costumi, il tema dell’agnizione, la lettera falsa, il travestimento. Plauto fa in modo che il mondo “esotico” greco in cui ambienta la commedia sia ben chiaro allo spettatore tanto da capire che dietro una qualsivoglia città greca si nasconde Roma con i suoi vizi e le sue virtù. Anche qui Plauto non rinuncia alla “rottura”, cioè una sorta di smascheramento della finzione teatrale che porta lo spettatore a partecipare, insieme all’autore, ad un gioco che diverte entrambi. Il pilastro della comicità è Curculio, parassita perennemente affamato, che fa il suo ingresso correndo, portando notizie, come una caricatura del messaggero tragico, non buone. Il travestimento è la sua strategia, l’ingenuità degli altri personaggi è sua complice. Alla fine, tutto volge per il meglio: trovati i soldi, liberata la fanciulla, fatto fesso il soldato… il matrimonio si può fare. E a Curculio spetta il premio di un lauto pranzo nuziale.
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea, collaborando con artisti-artigiani, musicisti e coreografi con cui sperimenta l’utilizzo di nuove possibili forme di spettacolo. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina (FC).
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 19:30 - 13:00

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L’inCanto dell’aurora
ideazione e regia Roberta Faja
e Monica Faja
direttore Officina Barocca Siciliana Roberta Faja
direttore Aeolian Vocal Ensemble Coro giovanile Monica Faja
Martina Licari soprano
Alessandra Pisciotta piano
Sabrina Piazza movimenti scenici del coro
Danilo Lo Piccolo project manager
produzione Associazione Musicale
Aeolian Aps
durata 70 minuti
Il concerto mette a confronto atmosfere musicali tipicamente settecentesche e sonorità assai più recenti di area classico-contemporanea, attraverso un organico molto ricco e variegato che comprende l’orchestra dell’Officina Barocca Siciliana, condotta da Roberta Faja, ed il coro giovanile femminile AEOLIAN Vocal Ensemble, diretto da Monica Faja. Suoni, voci, vibrazioni, gesti ai primi raggi del sole… Antico e moderno, ombra e luce, sonorità antiche e contemporanee si fonderanno per dare vita ad un incontro/scontro tra atmosfere settecentesche e sonorità del Classico Contemporaneo.
I musicisti e le giovani coriste in scena daranno vita a L’inCanto dell’Aurora. La tensione musicale, ricca di suggestioni e di contrasti sonori, sarà esaltata dalla luce che dissolverà il buio della notte, La Natura entrerà come anello di congiunzione tra le arti e l’effimero, evocando l’alba nell’emozionante scenario del Teatro.
L’Officina Barocca Siciliana e L’AEOLIAN Vocal Ensemble nascono dall’intuizione delle sorelle Faja figlie d’arte dei noti musicisti e compositori della famiglia Buogo. Mentre la prima formazione diretta da Roberta Faja ha come mission la valorizzazione e la promozione della musica e della cultura barocca ponendo il focus primario nel repertorio del Settecento. La seconda formazione diretta da Monica Faja è un coro giovanile femminile fondato nel 2014 , che ne cura le voci e la direzione. Il repertorio scelto pone una particolare attenzione al Classico Contemporaneo, con brani di genere sacro e profano, eseguiti a cappella o con accompagnamento pianistico spesso arricchiti da movimenti scenici, che rendono le esibizioni un vero e proprio “viaggio emotivo”. Diversi i riconoscimenti Nazionali e Internazionali che hanno accompagnato la storia artistica dell’AEOLIAN tra i quali emergono il GOLDEN DIPLOMA Level II al RIGA SINGS 2019 in Lettonia; il Primo Premio Assoluto e due Premi Speciali per Miglior Repertorio Contemporaneo e Presenza Scenica all’International Choral Contest “Vincenzo Amato (edizioni del 2019 e del 2021) e tanti altri premi.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 5:00
13agosto19:30Curculio di PlautoCINZIA MACCAGNANOTeatro Antico19:30 •:Teatro

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Curculio di Plauto
traduzione Giusto Monaco
con Edoardo Siravo
e Raffaele Gangale, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Marta Cirello e con i giovani del laboratorio Plautus Festival
regia e adattamento Cinzia Maccagnano
musiche Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
movimenti di scena Luna Marongiu
produzione Teatro dei due mari
in collaborazione con il Laboratorio Festival di Sarsina
durata 80 minuti
La commedia contiene tutti i numeri della cosiddetta fabula palliata latina: l’amore di due giovani, il servo sfrontato, il soldato fanfarone, la vecchia beona, la critica ai costumi, il tema dell’agnizione, la lettera falsa, il travestimento. Plauto fa in modo che il mondo “esotico” greco in cui ambienta la commedia sia ben chiaro allo spettatore tanto da capire che dietro una qualsivoglia città greca si nasconde Roma con i suoi vizi e le sue virtù. Anche qui Plauto non rinuncia alla “rottura”, cioè una sorta di smascheramento della finzione teatrale che porta lo spettatore a partecipare, insieme all’autore, ad un gioco che diverte entrambi. Il pilastro della comicità è Curculio, parassita perennemente affamato, che fa il suo ingresso correndo, portando notizie, come una caricatura del messaggero tragico, non buone. Il travestimento è la sua strategia, l’ingenuità degli altri personaggi è sua complice. Alla fine, tutto volge per il meglio: trovati i soldi, liberata la fanciulla, fatto fesso il soldato… il matrimonio si può fare. E a Curculio spetta il premio di un lauto pranzo nuziale.
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea, collaborando con artisti-artigiani, musicisti e coreografi con cui sperimenta l’utilizzo di nuove possibili forme di spettacolo. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina (FC).
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 19:30
15agosto19:30Prometeo da EschiloGABRIELE VACISTeatro Antico19:30 •:Teatro

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Prometeo da Eschilo
di Gabriele Vacis
con Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera
regia Gabriele Vacis
assistente alla regia Daniel Santantonio
scenofonia Roberto Tarasco
suono Riccardo Di Gianni
cori a cura di Enrica Rebaudo
produzione PEM Potenziali Evocati Multimediali, Nidodiragno/CMC
durata 90 minuti
Lo spettacolo ha debuttato con grande successo lo scorso settembre al Teatro Olimpico di Vicenza, nell’ambito del 75° Ciclo di Spettacoli Classici, dove ha registrato ogni sera il tutto esaurito e, soprattutto, catalizzato l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico più giovane. La grande forza dello spettacolo risiede, certamente, nel percorso creativo elaborato dal regista Gabriele Vacis, protagonista ancora una volta di una lettura registica assolutamente contemporanea, in grado di dialogare non soltanto con il presente ma con tutti i tempi, restituendo l’universalità di Prometeo, archetipo della conoscenza e della ribellione. Ad alimentare, però, la potenza di questo Prometeo è il gruppo di giovani e già straordinari attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e riuniti nel gruppo teatrale PEM Potenziali Evocati Multimediali, con i quali Vacis ha condiviso il lavoro registico. Questo Prometeo scava alle radici del coraggio e restituisce il sentimento tragico dell’opera lavorando, contestualmente, su parole, azioni fisiche, canti e musiche.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Martedì) 19:30
16agosto19:30Prometeo da EschiloGABRIELE VACISTeatro Antico19:30 •:Teatro

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Prometeo da Eschilo
di Gabriele Vacis
con Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera
regia Gabriele Vacis
assistente alla regia Daniel Santantonio
scenofonia Roberto Tarasco
suono Riccardo Di Gianni
cori a cura di Enrica Rebaudo
produzione PEM Potenziali Evocati Multimediali, Nidodiragno/CMC
durata 90 minuti
Lo spettacolo ha debuttato con grande successo lo scorso settembre al Teatro Olimpico di Vicenza, nell’ambito del 75° Ciclo di Spettacoli Classici, dove ha registrato ogni sera il tutto esaurito e, soprattutto, catalizzato l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico più giovane. La grande forza dello spettacolo risiede, certamente, nel percorso creativo elaborato dal regista Gabriele Vacis, protagonista ancora una volta di una lettura registica assolutamente contemporanea, in grado di dialogare non soltanto con il presente ma con tutti i tempi, restituendo l’universalità di Prometeo, archetipo della conoscenza e della ribellione. Ad alimentare, però, la potenza di questo Prometeo è il gruppo di giovani e già straordinari attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e riuniti nel gruppo teatrale PEM Potenziali Evocati Multimediali, con i quali Vacis ha condiviso il lavoro registico. Questo Prometeo scava alle radici del coraggio e restituisce il sentimento tragico dell’opera lavorando, contestualmente, su parole, azioni fisiche, canti e musiche.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Mercoledì) 19:30
17agosto19:30NothingMICHELA LUCENTI BALLETTO CIVILETeatro Antico19:30 •:Danza

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Nothing
nel nome del padre del figlio e della libertà
dal Re Lear di W.Shakespeare
regia e coreografia Michela Lucenti
drammaturgia Balletto Civile
con Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Loris De Luna, Maurizio Lucenti, Michela Lucenti, Alessandro Pallecchi, Matteo Principi, Emanuela Serra, Giulia Spattini
assistente Ambra Chiarello
disegno sonoro Guido Affini
luci Stefano Mazzanti
assistente alle luci Chiara Calfa
scene e costumi: Alessandro Ratti/Balletto Civile
produzione Balletto Civile – Estate Teatrale Veronese in collaborazione con Teatro degli Impavidi (Sarzana) – Dialoghi/Residenze delle Arti Performative Villa Manin
durata 70 minuti
Un viaggio nella tragedia familiare raccontata dal gran Bardo ma anche un’analisi tra amore e potere, tra il desiderio di restare e la legge della vita che porta sempre una notte all’uomo. Al suo centro è la crisi irreversibile dei rapporti tra padri e figli e figlie, segnato dalla fine dell’idea tradizionale di sovranità. Il sovrano abdica; il re non sa più reggere, è diventato cieco, e quelli che vorrebbero prendere il suo posto non sono che parricidi e fratricidi.
(Massimo Cacciari, Re Lear padri, figli, eredi)
Il nuovo spettacolo di Michela Lucenti e Balletto Civile, tratto da Re Lear di William Shakespeare, nelle mani del collettivo si trasforma in una drammaturgia coreografica ficcante, spigolosa, capace di inserirsi come un cuneo nelle pieghe della realtà, un duello fisico fra corpo e parola, movimento e spazio scenico. Il titolo evoca il Niente pronunciato da Cordelia, la parola che dà inizio alla distruzione del conosciuto e che apre le porte al nuovo, al sovversivo, ad un ordine che non era prestabilito. Nothing è una riflessione profonda sulla possibilità di ricominciare rinnegando il potere dei padri e l’eredità che ne resta. Noi pensiamo all’ eredità come a qualcosa di materiale ma l’etimologia della parola erede che deriva dal latino heres, ha la stessa radice del greco cheros che significa deserto, spoglio, mancante.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Giovedì) 19:30

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La canzone di Giasone e Medea
da Euripide a Seneca, da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh
NUOVA EDIZIONE
PRIMA NAZIONALE
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita
progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci, Marco Sgrosso
regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso
disegno Luci Loredana Oddone, rielaborazione site specific Max Mugnai
drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti
costumi Elena Bucci, Marta Benini
maschere Stefano Perocco di Meduna
produzione Le belle bandiere, CTB Centro Teatrale Bresciano
durata 90 minuti
Entrare nel mito significa anche evocare l’armonia di una lingua perduta, cantata e danzata e i riti del ritrovarsi a ridere e a piangere in luoghi dove l’incanto della natura amplificava quello dell’arte. La vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria, continua a spaventarci dopo millenni mentre le parole di Euripide e le successive riscritture del mito introducono temi che ci toccano profondamente: i diritti degli esuli in terra straniera, la violenza del potere nella polis e tra gli individui, la differenza tra amore e possesso, il valore della parola data, il sospetto verso le arti magiche e il timore della conoscenza. Restano sullo sfondo le figure senza futuro dei figli, vittime e testimoni della vendetta di Medea e del dolore di Giasone. Per toccare questa incandescente materia indossiamo maschere contemporanee che mescolano i tratti della tradizione italiana con quelli di antiche culture. Il candido coro evoca clown bianchi che preparano riti di matrimonio e morte. Il mito diventa una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte.
(Elena Bucci e Marco Sgrosso)
La compagnia di teatro Le belle bandiere nasce nel 1993 con la direzione artistica di Elena Bucci e Marco Sgrosso attori, autori, registi che hanno fatto parte del nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis dal 1985 al 2001. Ha sede a Bologna e a Russi di Romagna, dove crea spettacoli pluripremiati distribuiti su tutto il territorio nazionale e all’estero.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Venerdì) 19:30

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La canzone di Giasone e Medea
da Euripide a Seneca, da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh
NUOVA EDIZIONE
PRIMA NAZIONALE
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita
progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci, Marco Sgrosso
regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso
disegno Luci Loredana Oddone, rielaborazione site specific Max Mugnai
drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti
costumi Elena Bucci, Marta Benini
maschere Stefano Perocco di Meduna
produzione Le belle bandiere, CTB Centro Teatrale Bresciano
durata 90 minuti
Entrare nel mito significa anche evocare l’armonia di una lingua perduta, cantata e danzata e i riti del ritrovarsi a ridere e a piangere in luoghi dove l’incanto della natura amplificava quello dell’arte. La vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria, continua a spaventarci dopo millenni mentre le parole di Euripide e le successive riscritture del mito introducono temi che ci toccano profondamente: i diritti degli esuli in terra straniera, la violenza del potere nella polis e tra gli individui, la differenza tra amore e possesso, il valore della parola data, il sospetto verso le arti magiche e il timore della conoscenza. Restano sullo sfondo le figure senza futuro dei figli, vittime e testimoni della vendetta di Medea e del dolore di Giasone. Per toccare questa incandescente materia indossiamo maschere contemporanee che mescolano i tratti della tradizione italiana con quelli di antiche culture. Il candido coro evoca clown bianchi che preparano riti di matrimonio e morte. Il mito diventa una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte.
(Elena Bucci e Marco Sgrosso)
La compagnia di teatro Le belle bandiere nasce nel 1993 con la direzione artistica di Elena Bucci e Marco Sgrosso attori, autori, registi che hanno fatto parte del nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis dal 1985 al 2001. Ha sede a Bologna e a Russi di Romagna, dove crea spettacoli pluripremiati distribuiti su tutto il territorio nazionale e all’estero.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 19:30
20agosto5:00D’autres rivages - Altre RiveJAMEL CHABBITeatro Antico5:00 •:MusicaAlba

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D’autres rivages – Altre Rive
Jamel Chabbi voce solista e oud
durata 65 minuti
Il progetto musicale di Jamel Chabbi è un viaggio di condivisione di identità culturali comuni, con epicentro e punto di partenza la sua Tunisia, verso rotte mediterranee, ed è frutto di una lunga ricerca condotta da Chabbi attraverso fonti storiche e musicali. Lo spettacolo costruisce un viaggio in un territorio dove si condividono le frontiere ma soprattutto il Sahel e il mare Mediterraneo, le origini e la civiltà, la cultura e dunque l’origine della musica. Le canzoni e musiche in programma valorizzano il patrimonio magrebino, condiviso tra la Tunisia e i paesi vicini, mostrando come la musica tunisina ne sia fusione di ritmi e modi. A questo patrimonio tuniso-libico-algerino-siciliano si affiancano le composizioni originali di Jamel Chabbi, intonate sulle parole del poeta Mario Scalesi, nato a Tunisi da famiglia siculo-maltese e del poeta Flaviano Pisanelli, dedicate alla lentezza fascinosa e immutabile della Tunisia, nell’epoca coloniale di Scalesi come nella vita di oggi. D’autres rivages, la canzone su parole di Flaviano Pisanelli e musica di Chabbi, che ispira il titolo dello spettacolo, richiama l’idea del métissage, di una cultura mediterranea condivisa e accomunante.
Jamel Chabbi, attualmente professore di ud al prestigioso Conservatorio di Musica Sidi Saber di Tunisi per il Ministero della Cultura, è musicista e compositore. Apprezzato interprete della musica colta tradizionale tunisina, coltiva l’arte dell’improvvisazione maalouf ed è spesso protagonista di concerti – solistici o con il suo gruppo musicale – su brani musicali e canzoni di cui è autore, compositore e interprete.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 5:00
20agosto19:30Edipo a Colono di SofocleGIUSEPPE PAMBIERITeatro Antico19:30 •:Teatro

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Edipo a Colono di Sofocle
adattamento Giuseppe Argirò
con Giuseppe Pambieri, Micol Pambieri, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci
e con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò
produzione Teatro della città centro di produzione teatrale / Artelè
durata 80 minuti
Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con gli anni della saggezza e comportano necessariamente una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato. La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio.
La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’ esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Lo spettacolo ha nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol Pambieri nel ruolo di Antigone a testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione.
(Giuseppe Argirò)
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 19:30
21agosto19:30Edipo a Colono di SofocleGIUSEPPE PAMBIERITeatro Antico19:30 •:Teatro

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Edipo a Colono di Sofocle
adattamento Giuseppe Argirò
con Giuseppe Pambieri, Micol Pambieri, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci
e con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò
produzione Teatro della città centro di produzione teatrale / Artelè
durata 80 minuti
Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con gli anni della saggezza e comportano, necessariamente, una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato. La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio.
La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’ esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Lo spettacolo ha nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol Pambieri nel ruolo di Antigone a testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione.
(Giuseppe Argirò)
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Lunedì) 19:30
22agosto19:30Edipo a Colono di SofocleGIUSEPPE PAMBIERITeatro Antico19:30 •:Teatro

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Edipo a Colono di Sofocle
adattamento Giuseppe Argirò
con Giuseppe Pambieri, Micol Pambieri, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci
e con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò
produzione Teatro della città centro di produzione teatrale / Artelè
durata 80 minuti
Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con gli anni della saggezza e comportano, necessariamente, una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato. La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio.
La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’ esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Lo spettacolo ha nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol Pambieri nel ruolo di Antigone a testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione.
(Giuseppe Argirò)
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Martedì) 19:30
24agosto19:30DODI - IMASOFIA NAPPI/KOMOCOTeatro Antico19:30 •:Danza

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Dodi
con Adriano Popolo Rubbio e Paolo Piancastelli
costumi Sofia Nappi
disegno luci Alessandro Caso
produzione Sosta Palmizi con Komoco/ Sofia Nappi
IMA
danzatori Lara di Nallo, Valentin Durand, India Guanzini, Paolo Piancastelli, Gonçalo Reis
assistente alla coreografia Adriano Popolo Rubbio
luci Alessandro Caso
costume designer Luigi Formicola in collaborazione con Manifatture Digitali Cinema Prato di Fondazione Sistema Toscana
produzione Sosta Palmizi, Komoco/Sofia Nappi
coproduzione La Biennale di Venezia, COLOURS – International Dance Festival, Centro
Coreográfico Canal
durata 60 minuti
Il duetto Dodi attraversa ed esplora lo stato di tormento tipico della condizione esistenziale dell’uomo. Snodandosi alla riscoperta della sottile poesia che si insinua con fiducia, leggerezza e passione nel ritrovare un ascolto profondo del presente, i due danzatori ci accompagnano in un viaggio di esplorazione verso una maggiore consapevolezza e profondità, per trovare accettazione di noi stessi, e infine, libertà.
Una prima breve versione di IMA è stata presentata alla 14° edizione della Biennale di Venezia su commissione della direttrice Marie Chouinard; debuttando poi nella sua versione definitiva al COLOURS International Dance Festival di Stoccarda.
Lo spettacolo prende il nome dal termine giapponese che indica il momento presente; in aramaico ed ebraico Ima ha anche il significato di madre, nella sua accezione di rinascita e rinnovamento. Nato durante il periodo di distanziamento sociale, IMA porta in scena una danza pura per celebrare l’incontro tra anime e corpi.
Sofia Nappi si diploma all’Alvin Ailey American Dance Theater a New York per poi approfondire gli studi a livello internazionale. Nella sua formazione ricoprono un ruolo fondamentale lo stretto contatto con la Hofesh Shecter Dance Company e gli studi a Tel Aviv, dove sta conseguendo la certificazione come insegnante di tecnica Gaga. Coreografa indipendente per importanti compagnie internazionali come National Theatre Mannheim, Staatsoper Hannover, Scottish National Ballet, Introdans e Nederlands Dans Theater 2, Sofia Nappi è direttrice artistica e co-fondatrice del progetto KOMOCO grazie al generoso supporto della storica Ass. Sosta Palmizi.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Giovedì) 19:30
25agosto20:00Resurrexit CassandraJAN FABRE SONIA BERGAMASCOTeatro Antico20:00 •:Teatro

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Resurrexit Cassandra
di RUGGERO CAPPUCCIO
ideazione, regia, scenografia, video Jan Fabre
testo Ruggero Cappuccio
con Sonia Bergamasco
voce al prologo Ruggero Cappuccio
musiche originali Stef Kamil Carlens
effetti sonori Christian Monheim
disegno luci Wout Janssens
costumi Nika Campisi
assistente alla regia e drammaturgia Miet Martens
direzione tecnica Marciano Rizzo
fonica Marcello Abucci
direzione di produzione Gaia Silvestrini
costumi realizzati da Officina Farani
foto Hanna Auer, Marco Ghidelli
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Campania Teatro Festival, Troubleyn/Jan Fabre, TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa, Carnezzeria srls
Durata 70 minuti
L’artista fiammingo Jan Fabre decide di affidare il ruolo della sacerdotessa inascoltata, a una delle più grandi attrici italiane, Sonia Bergamasco, cui Ruggero Cappuccio ha dato voce. La creazione ruota intorno alla resurrezione di un messia femminile. Una sacerdotessa, una santa, una profetessa che vede il futuro, una prostituta, una dea del passato, del presente e del futuro. Cassandra avrebbe potuto salvare il mondo già diverse volte. Avrebbe potuto prevenire e mettere l’umanità al riparo dai disastri che essa stessa sta provocando contro di sé e contro l’amato pianeta terra. Movimenti politici e ideologici radicali, cambiamenti climatici, isole di plastica negli oceani, inquinamento… Il lavoro è un’accusa contro l’incomprensibile talento dell’essere umano per l’auto-inganno. Forse un profondo desiderio di essere ingannati si nasconde nell’Umanità? Noi sappiamo ogni cosa su quanto potrà accadere a noi e al pianeta; ma il piacere di ingannare noi stessi è forse più grande di questa consapevolezza? Questa è la nostra tragedia e la nostra vergogna. Il testo, poetico e potente, scritto da Ruggero Cappuccio per Jan Fabre, affida alla bocca di Cassandra, la figlia del Re di Troia fatta ostaggio dal greco Agamennone, cinque movimenti, cinque umori, cinque colori, cinque elementi, portatori di senso e fonte di ispirazione, intorno ai quali si snoda il discorso che Cassandra rivolge all’Umanità: Nebbia, Vento, Fuoco e Fumo, Vapore, Pioggia.
Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, regista e autore teatrale, acclamato da quarant’annitra le figure più innovative della scena internazionale. Per il teatro ha ideato e diretto spettacoli iconici che hanno rivoluzionato il linguaggio performativo sin dai primi anni ‘80. Caos e rigore, reiterazione e follia, metamorfosi e anonimato sono tra gli elementi caratterizzanti il teatro di Jan Fabre.
Sonia Bergamasco, nata a Milano, a teatro lavora con Thomas Ostermeier, Thodoros Terzopoulos, Carmelo Bene, Giorgio Strehler. È interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Nel corso della lunga collaborazione artistica con il compositore Azio Corghi interpreta ruoli di cantante-attrice in Italia e all’estero. Protagonista di numerosi film di successo, ha lavorato con Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Piccioni e Franco Battiato.
Ruggero Cappuccio è drammaturgo, regista, attore e scrittore pluripremiato con pubblicazioni con Feltrinelli, Einaudi e Sellerio. Da regista dirige diverse opere liriche per Il Festival di Salisburgo, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro dell’Opera di Roma, con la direzione d’orchestra di Riccardo Muti, Pinchas Steinberg, Bruno Campanella, Boris Brott. Intensa la sua attività di sceneggiatore. Dal 2016 è direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia.
Stef Kamil Carlens (Anversa, 1970) è compositore, cantante, musicista, collabora con musicisti della scena belga quali Tom Pintens, Bjorn Eriksson, Tomas De Smet, Aarich Jespers. Artista visivo e compositore di musiche per il teatro.
Nika Campisi diplomata in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera e in costume cinematografico al Centro Sperimentale di Cinematografia con i maestri Pietro Tosi e Maurizio Millenotti. Impegnata in produzione di due opere liriche con la regia di Daniele Menghini. E’ la prima volta che firma i costumi per un acclamato artista internazionale.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Venerdì) 20:00
26agosto20:00Resurrexit CassandraJAN FABRE SONIA BERGAMASCOTeatro Antico20:00 •:Teatro

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Resurrexit Cassandra
di RUGGERO CAPPUCCIO
ideazione, regia, scenografia, video Jan Fabre
testo Ruggero Cappuccio
con Sonia Bergamasco
voce al prologo Ruggero Cappuccio
musiche originali Stef Kamil Carlens
effetti sonori Christian Monheim
disegno luci Wout Janssens
costumi Nika Campisi
assistente alla regia e drammaturgia Miet Martens
direzione tecnica Marciano Rizzo
fonica Marcello Abucci
direzione di produzione Gaia Silvestrini
costumi realizzati da Officina Farani
foto Hanna Auer, Marco Ghidelli
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Campania Teatro Festival, Troubleyn/Jan Fabre, TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa, Carnezzeria srls
Durata 70 minuti
L’artista fiammingo Jan Fabre decide di affidare il ruolo della sacerdotessa inascoltata, a una delle più grandi attrici italiane, Sonia Bergamasco, cui Ruggero Cappuccio ha dato voce. La creazione ruota intorno alla resurrezione di un messia femminile. Una sacerdotessa, una santa, una profetessa che vede il futuro, una prostituta, una dea del passato, del presente e del futuro. Cassandra avrebbe potuto salvare il mondo già diverse volte. Avrebbe potuto prevenire e mettere l’umanità al riparo dai disastri che essa stessa sta provocando contro di sé e contro l’amato pianeta terra. Movimenti politici e ideologici radicali, cambiamenti climatici, isole di plastica negli oceani, inquinamento… Il lavoro è un’accusa contro l’incomprensibile talento dell’essere umano per l’auto-inganno. Forse un profondo desiderio di essere ingannati si nasconde nell’Umanità? Noi sappiamo ogni cosa su quanto potrà accadere a noi e al pianeta; ma il piacere di ingannare noi stessi è forse più grande di questa consapevolezza? Questa è la nostra tragedia e la nostra vergogna. Il testo, poetico e potente, scritto da Ruggero Cappuccio per Jan Fabre, affida alla bocca di Cassandra, la figlia del Re di Troia fatta ostaggio dal greco Agamennone, cinque movimenti, cinque umori, cinque colori, cinque elementi, portatori di senso e fonte di ispirazione, intorno ai quali si snoda il discorso che Cassandra rivolge all’Umanità: Nebbia, Vento, Fuoco e Fumo, Vapore, Pioggia.
Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, regista e autore teatrale, acclamato da quarant’annitra le figure più innovative della scena internazionale. Per il teatro ha ideato e diretto spettacoli iconici che hanno rivoluzionato il linguaggio performativo sin dai primi anni ‘80. Caos e rigore, reiterazione e follia, metamorfosi e anonimato sono tra gli elementi caratterizzanti il teatro di Jan Fabre.
Sonia Bergamasco, nata a Milano, a teatro lavora con Thomas Ostermeier, Thodoros Terzopoulos, Carmelo Bene, Giorgio Strehler. È interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Nel corso della lunga collaborazione artistica con il compositore Azio Corghi interpreta ruoli di cantante-attrice in Italia e all’estero. Protagonista di numerosi film di successo, ha lavorato con Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Piccioni e Franco Battiato.
Ruggero Cappuccio è drammaturgo, regista, attore e scrittore pluripremiato con pubblicazioni con Feltrinelli, Einaudi e Sellerio. Da regista dirige diverse opere liriche per Il Festival di Salisburgo, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro dell’Opera di Roma, con la direzione d’orchestra di Riccardo Muti, Pinchas Steinberg, Bruno Campanella, Boris Brott. Intensa la sua attività di sceneggiatore. Dal 2016 è direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia.
Stef Kamil Carlens (Anversa, 1970) è compositore, cantante, musicista, collabora con musicisti della scena belga quali Tom Pintens, Bjorn Eriksson, Tomas De Smet, Aarich Jespers. Artista visivo e compositore di musiche per il teatro.
Nika Campisi diplomata in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera e in costume cinematografico al Centro Sperimentale di Cinematografia con i maestri Pietro Tosi e Maurizio Millenotti. Impegnata in produzione di due opere liriche con la regia di Daniele Menghini. E’ la prima volta che firma i costumi per un acclamato artista internazionale.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Sabato) 20:00
27agosto19:30La buona novella in siciliano di Fabrizio De AndrèTeatro Antico19:30 •:Musica

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La buona novella in siciliano di Fabrizio De Andrè
adattamento in siciliano di Francesco Giunta
per voci femminili, pianoforte, violoncello e percussioni
adattamento e produzione Francesco Giunta
voce Cecilio Pitino, Alessandra Ristuccia, Laura Mollica, Giulia Mei, Valeria Graziani
pianoforte Beatrice Cerami
violoncello Daniela Santamaura
percussioni Virginia Maiorana, Federica Russo
cura editoriale e promozione progetto Edoardo De Angelis
orchestrazione Alberto Laruccia
ingegneria del suono e coordinamento Giuseppe Greco
produzione Musica del sud con l’affettuosa complicità della Fondazione Fabrizio De André Onlus
durata 75 minuti
Per presentare questo tributo al capolavoro di Fabrizio De André, che parte dal riadattamento di Francesco Giunta e diventa omaggio corale, potrebbe bastare la definizione che ne ha dato Dori Ghezzi: “La buona novella in siciliano è un atto d’amore”. Così come è ormai ampiamente documentato, la decisione di autorizzare la pubblicazione del riadattamento in siciliano di uno degli album più rappresentativi della canzone d’autore italiana (autorizzazione non necessariamente scontata né facile da ottenere), è stata per la moglie del grande cantautore genovese, presidente della Fondazione a lui intestata, la naturale conseguenza della profonda emozione suscitata dall’ascolto di quell’opera a lei notissima, ma ora per la prima volta in dialetto e in un dialetto non suo. Un dialetto, una lingua ma, soprattutto, un codice espressivo ricco di suggestioni ed espressioni che restituiscono, amplificandola, tutta la drammatica e universale sofferenza umana di cui è densissima la scrittura di De André. E un ulteriore segno di vicinanza all’impianto narrativo dell’opera originale sta nell’avere scelto di affidare l’esposizione in concerto a una compagine interamente al femminile. La scrittura musicale, dovuta ad Alberto Laruccia, è ricca poi di richiami ad altri componimenti del repertorio di De André ispirati ai temi propri de La buona novella che dimostrano, per altro, quanto costante e profonda sia stata, in questo straordinario artista, la sua laicissima indagine nel sentimento religioso. Il concerto, la cui durata è di 75/80 minuti in un unico tempo, nasce dalle pubblicazioni discografiche del progetto, curate editorialmente da Edoardo De Angelis che è anche curatore delle iniziative culturali di promozione de La buona novella in siciliano.
Luogo
Teatro Antico
Ora
(Domenica) 19:30