luglio
luglioProgetto ElymaParco archeologico di Segesta7 luglio 2023 - 19 maggio 2024 (luglio)
Interventi e azioni performative curata da Lori Adragna e Luigi Biondo sezione archeologica a cura di Maria Cecilia Parra e Chiara Michelini installazioni Gandolfo Gabriel David produzione e
Interventi e azioni performative
curata da Lori Adragna e Luigi Biondo
sezione archeologica a cura di Maria Cecilia Parra e Chiara Michelini
installazioni Gandolfo Gabriel David
produzione e organizzazione MondoMostre
in collaborazione con Parco Archeologico di Segesta
Il Parco archeologico di Segesta per l’anno 2023 promuove delle iniziative complementari a quelle programmate per il Segesta Teatro Festival, in un percorso che dall’archeologia porta alla contemporaneità nella consapevolezza di una storia che scorre e conserva valori assoluti, basi per l’identità del nostro territorio.
Il Parco archeologico di Segesta ha assunto, grazie all’autonomia economica ed amministrativa il ruolo di coordinamento di una serie di siti di interesse archeologico, architettonico, storico artistico ed etnoantropologico. Contessa Entellina, Poggioreale, Salemi e Custonaci condividono origini o testimonianze elime e greche oltre a riti, culti e luoghi dedicati alla coltivazione del grano o dei cereali. Naturale il passo verso lo studio delle divinità e dei riti rivolti ai temi dell’abbondanza e della fertilità.
Il nostro compito dovrebbe consistere nel fare disordine e creare problemi, scatenare una risposta potente dinanzi a eventi devastanti, ma anche placare le acque tormentate e ricostruire luoghi di quiete
(D. Haraway)
Segesta è stata la più importante città tra quelle fondate dagli Elimi, popolazione leggendaria di probabile origine Troiana. Occupava la sommità del Monte Barbaro in un territorio caratterizzato da due acropoli separate da una sella e naturalmente difeso da ripide pareti di roccia sui lati est e sud, mentre il versante meno protetto era munito in età classica di una cinta muraria provvista di porte monumentali. Sulla acropoli più alta,sorgeva il centro abitato, di cui rimane integro il teatro nella parte sommitale. A margine dell’altra acropoli, fuori dalle mura urbane, a ovest della porta di ingresso alla città, fu iniziata e mai completata la costruzione del tempio.
Il nostro progetto congiunge l’antichità alla contemporaneità e ci porta dall’archeologia all’arte contemporanea. Le installazioni previste, integrate armonicamente col paesaggio, realizzano un percorso dall’area di ingresso, a ridosso della Porta di Valle, che conduce al Tempio. Ripercorrendo l’antica strada dei propilei fin dentro il colonnato dorico attraverso un tracciato inedito che valorizza l’area archeologica con una fruizione più attenta, intima e contemplativa. Nell’ottica di un dialogo interculturale, il progetto fa riferimento alla storia di Segesta, e trova un collegamento con luoghi geograficamente distanti, come quelli andini, ma accomunati da visioni cosmologiche ed archetipi. Elyma, infatti, farà parte della IV edizione di Neonorte, festival incentrato quest’anno sul simbolo della Chakana, detto anche croce del sud. Promosso dall’artista e curatrice cilena Tere Chad e approfondita dall’artista siciliano Gandolfo Gabriel David, l’evento itinerante si tiene in Sicilia coinvolgendo artisti, curatori, operatori culturali, scienziati e intellettuali impegnati in una riflessione sul rapporto Nord-Sud declinandolo secondo varie suggestioni.
L’opera Elyma – tre interventi e azioni performative
Il primo intervento, a valle, di circa 30 m di diametro è visivamente collegato al fronte del tempio, di cui sposa la direzione est-ovest. Esso circoscrive un’area agricola in cui, seminando diverse specie di grani antichi siciliani, si dà vita a un giardino performativo. Le alte spighe di russello, tumminia, perciasacchi si sviluppano all’interno di campiture geometriche convivendo con papaveri rossi, fiori selvatici e altre specie vegetali, facendo dell’opera metafora di inclusività e convivenza delle diversità. Per questa semina si è scelto grano di tumminia, varietà locale diffusa nella Sicilia occidentale, di semina tardiva.
Il secondo intervento anima il sentiero dei propilei attraverso la collocazione di elementi sonori metallici che accompagnano l’ascesa all’acropoli trasformando il percorso in una performance collettiva.
Il terzo elemento è costituito da una installazione vegetale collocata all’interno del peristilio dell’antico tempio dorico che, finalmente, tornerà ad essere fruibile dal pubblico invitato a compiere un gesto rituale. Il grano verrà seminato in un terrapieno circolare delle stesse dimensioni del cerchio in terra battuta realizzato a valle che qui diventa un pieno. L’installazione all’interno del tempio permette di rivitalizzare il monumento, collegando architettura, natura, spiritualità e atto rituale in un’unica dimensione trasformativa.
Parco archeologico di Segesta
7 luglio 2023 - 19 maggio 2024 (luglio)
ven28luglio21:00ALICEEri con me - Alice canta BattiatoTeatro Antico21:00
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live con
Carlo Guaitoli
pianoforte
Chiara Trentin
violoncello
produzione International Music and Arts
durata 90 minuti
Le canzoni inserite nell’album in buona parte risultano quelle ascoltate nei concerti, ma non del tutto. Infatti, se alcune di queste appartenevano già al repertorio discografico di Alice, molte altre sono per lei decisamente inedite. Tra queste una nuova versione di Da Oriente a Occidente, L’addio di cui Franco Battiato è coautore con Mino Di Martino e Ippolita Avalli e Torneremo ancora, l’ultima canzone da lui scritta e registrata; un brano al quale teneva veramente molto.
(Francesco Messina nella prefazione del disco Eri con me)
Alice, con la sua personalità vocale unica e un percorso artistico sempre in evoluzione, si fa ancora una volta strumento della musica di Franco Battiato e di ciò che ha trasmesso, attraverso sedici canzoni a cui sente di aderire pienamente. Questo progetto vede le sue radici nella collaborazione artistica tra Alice e Franco Battiato iniziata nel 1980 con il singolo Il vento caldo dell’estate e l’album Capo Nord. Con Gioielli rubati del 1985, per la prima volta Alice ha interpretato canzoni di Battiato non scritte per lei, poi per molti anni e in molti progetti discografici ha ripreso il suo abituale ruolo di cantautrice fino al 2003, in cui viene pubblicato Viaggio in Italia, un album di sole cover dedicato a grandi autori italiani; qui le canzoni di Battiato presenti erano due, ma nei concerti che seguirono divennero sempre di più, per il rinnovato piacere di Alice nell’interpretare le sue composizioni. Nel 2016 arrivò anche l’occasione del lunghissimo straordinario tour insieme, Battiato e Alice. Nel 2020 inizia il tour Alice Canta Battiato con cui inauguriamo il Segesta Teatro Festival, insieme a Carlo Guaitoli, pianista e direttore d’orchestra, già speciale collaboratore di Battiato stesso per oltre vent’anni, con alcune novità sia nella scaletta che nella formazione, arricchita dal violoncello di Chiara Trentin.
Teatro Antico
28 luglio 2023 21:00
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a cura degli allievi dell’Accademia dell’INDA
regia Mauro Avogadro
con Caterina Alinari, Andrea Bassoli, Vanda Bovo, Alberto Carbone, Sebastiano Caruso, Gaia Cozzolino, Sara De Lauretis, Carloalberto Denoyè, Enrica Graziano, Ferdinando Iebba, Althea Iorio, Domenico Lamparelli, Federica Leuci, Emilio Lumastro, Carlotta Messina, Moreno Pio Mondì, Matteo Nigi, Marta Parpinel, Alice Pennino, Edoardo Pipitone, Francesco Ruggiero, Jacopo Sarotti, Mariachiara Signorello, Flavia Testa, Elisa Zucchetti
produzione Istituto Nazionale del Dramma Antico Fondazione Onlus
durata 80 minuti
È il V secolo a.C., le donne greche, sotto la guida accorta di Lisistrata, risolute a porre fine ad una guerra dilaniante, decidono di astenersi da ogni rapporto coniugale fino a che i loro uomini non acconsentiranno a porre fine al conflitto. Uno sciopero del sesso, in poche parole, che suona di inaudita modernità. Attraverso una compagnia di attori affiatati davvero come devono essere gli elementi di un coro, I conflitti di Lisistrata è uno spettacolo in cui si sperimenta e ci si sperimenta. Il coro è una delle strutture portanti dello spettacolo. E proprio lì lo mette la sperimentazione dell’INDA. I cori dialogano, si sfiorano, risolvono ogni violenza in una danza di pace. Sono voci che si muovono insieme lungo un sentimento comune e che accomuna. Lisistrata è uno spettacolo vitale capace di incarnare sensibilità e tematiche contemporanee. Un messaggio pacifista ante litteram risolto seguendo logiche originali e ancora oggi sorprendenti. Il rifiuto di ogni guerra in nome dell’Umanità che donne e uomini simboleggiano allo stesso modo. Niente di nuovo dunque. Una sfida. Una sfida che si rinnova.
Teatro Antico
29 luglio 2023 19:30
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di Aristofane
a cura degli allievi dell’Accademia dell’INDA
regia Mauro Avogadro
con Caterina Alinari, Andrea Bassoli, Vanda Bovo, Alberto Carbone, Sebastiano Caruso, Gaia Cozzolino, Sara De Lauretis, Carloalberto Denoyè, Enrica Graziano, Ferdinando Iebba, Althea Iorio, Domenico Lamparelli, Federica Leuci, Emilio Lumastro, Carlotta Messina, Moreno Pio Mondì, Matteo Nigi, Marta Parpinel, Alice Pennino, Edoardo Pipitone, Francesco Ruggiero, Jacopo Sarotti, Mariachiara Signorello, Flavia Testa, Elisa Zucchetti
produzione Istituto Nazionale del Dramma Antico Fondazione Onlus
durata 80 minuti
È il V secolo a.C., le donne greche, sotto la guida accorta di Lisistrata, risolute a porre fine ad una guerra dilaniante, decidono di astenersi da ogni rapporto coniugale fino a che i loro uomini non acconsentiranno a porre fine al conflitto. Uno sciopero del sesso, in poche parole, che suona di inaudita modernità. Attraverso una compagnia di attori affiatati davvero come devono essere gli elementi di un coro, I conflitti di Lisistrata è uno spettacolo in cui si sperimenta e ci si sperimenta. Il coro è una delle strutture portanti dello spettacolo. E proprio lì lo mette la sperimentazione dell’INDA. I cori dialogano, si sfiorano, risolvono ogni violenza in una danza di pace. Sono voci che si muovono insieme lungo un sentimento comune e che accomuna. Lisistrata è uno spettacolo vitale capace di incarnare sensibilità e tematiche contemporanee. Un messaggio pacifista ante litteram risolto seguendo logiche originali e ancora oggi sorprendenti. Il rifiuto di ogni guerra in nome dell’Umanità che donne e uomini simboleggiano allo stesso modo. Niente di nuovo dunque. Una sfida. Una sfida che si rinnova.
Teatro Antico
30 luglio 2023 19:30
agosto
mer02agosto21:00LINO PATRUNOLino Patruno Jazz ShowTempio21:00
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composizioni di Porter, Gershwin, Bechet, Goodman,Venuti, Lang
Lino Patruno chitarra, banjo
Mauro Carpi violino
Claudio Giambruno clarinetto, sax
Fabio Crescente contrabbasso
Gian Paolo Biagi batteria
Antonella Parnasso voce
Roberto Rannisi piano
produzione Diego Maurizio Carpitella
durata 90 minuti
Con una chitarra, un violino, un contrabbasso, una batteria, un vibrafono e una voce, Lino Patruno si esibisce con questo progetto dedicato al violinista Joe Venuti, primo grande violinista della storia del jazz, e al chitarrista Eddie Lang il cui vero nome era Salvatore Massaro. Venuti e Lang per primi inserirono il violino e la chitarra nel jazz e negli anni “20 ebbero uno strepitoso successo che li vide protagonisti nella New York musicale di quel periodo. Lino Patruno incontrò Joe Venuti negli anni ‘70 e con lui incise due prestigiosi LP, oltre a suonare in concerto in vari Festival del Jazz italiani. Joe Venuti, che era di origine siciliana, negli anni ‘20 incontrò il chitarrista Eddie Lang con il quale formò un duo che divenne celebre nel panorama musicale di quegli anni. Lino Patruno per questo gruppo ha chiamato il violinista trapanese Mauro Carpi che è considerato un vero discepolo di Joe Venuti. Durante il concerto lo stesso Patruno racconta gli aneddoti e la storia di questo straordinario musicista e di questa straordinaria arte che è il jazz.
Tempio
2 agosto 2023 21:00
gio03agosto19:30ROBERTA FERRARA EQUILIBRIO DINAMICO DANCE COMPANYConfini DisumaniTeatro Antico19:30
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Coreografie e Set Concept:
Roberta Ferrara
Disegno Luci: Roberto Colabufo
Costumi: Roberta Ferrara
Danzatori:
Claudia Vergari,
Anastasia Galati,
Davide Storto, Rocco Vitulli,
Giuseppe Crognale,
Massimo Palumbo,
Lea My,
Aurora Profili,
Mattia Chiarelli
Produzione:
Equilibrio Dinamico
Con il sostegno di:
Teatro Koreja
Con il supporto del Ministero della Cultura
“Noi siamo il rosso e il nero della terra, un oltremare di sandali sfondati, il polline e la polvere nel vento di stasera. Uno di noi, a nome di tutti, ha detto: “Non vi sbarazzerete di me. Va bene, muoio, ma in tre giorni resuscito e ritorno”.
Confini Disumani ispirato al testo ‘Solo Andata’ di E. De Luca è una preghiera fisica, una denuncia, un quadro nudo e svilito della nostra società odierna dove nazione e patria si sgretolano a causa della mancata umanità che il mondo subisce.
L’onestà dei corpi e il potente coinvolgimento drammaturgico fanno di ‘Confini Disumani’ un lavoro intenso e toccante che porta lo spettatore a riflettere e a tratti a sentirsi colpevole del mancato valore etico e morale dell’essere umano.
[…]I danzatori di Confini Disumani, guidati dalla coreografa Roberta Ferrara, hanno messo il pubblico di fronte ad una sfrontata e ripetuta frenesia, in cui anche il senso di appartenenza al proprio corpo viene meno. Da un quadro iniziale di gruppo, trii, assoli e duetti si susseguono a ritmi incalzanti in cui dramma, iperattività, senso di sradicamento da sé stessi vengono alla luce. Il problema attuale della nostra società è proprio la perdita del senso di appartenenza, l’essere migranti, profughi, privi di identità e quando queste condizioni arrivano a confini disumani allora scatta la follia, la frenesia continuativa. I danzatori, molto bravi e preparati tecnicamente, nonché dotati, sono stati molto incisivi in linea con la
tematica drammaturgica senza concedere nessun momento di pausa, riflessione o speranza: forse c’era bisogno di mostrare il limite per poi sperare in una reazione quasi di esigenza liberatoria da parte del pubblico.
Campa di danza – 4 febbraio 2016
BIO EQUILIBRIO.
Equilibrio Dinamico Dance Company, fondata nel 2011 dalla sua attuale direttrice artistica Roberta Ferrara e oggi con sede nella Città di Bari, nel sud dell’Italia, si è posta sotto i riflettori per essere un unicum nel panorama della danza italiana. Sin da subito, infatti, Roberta Ferrara ha teso a costruire una compagnia di repertorio dal respiro internazionale chiamando diversi coreografi a creare nuovi lavori. Jiří Pokorný, Igor Kirov, Matthias Kass & Clément Bugnon, Marco Blázquez, Riccardo Buscarini, Aida Vainieri sono solo alcune delle firme che si sono susseguite a comporne il cahier de danse.
Grazie ad un efficace network di scambi con l’Europa e l’Asia, sostenuto dal Teatro Pubblico Pugliese e, fra gli altri, degli Istituiti Italiani di Cultura di Colonia, Messico, New York, Atene, San Paolo del Brasile, San Francisco e Zagabria, la compagnia va in scena in paesi quali Stati Uniti, Messico, Singapore, Belgio, Germania, Grecia, Albania, Kosovo, India, Giappone, Spagna, Brasile, Turchia.
Oltre a festeggiare il proprio decennale, dal 2021 Equilibrio Dinamico Dance Company è riconosciuta dal Ministero della Cultura quale Organismo di Produzione della Danza Under35 e a maggio 2022 è presentata nel contesto della NID-New Italian Dance Platform di Salerno, la piattaforma che raccoglie il meglio della danza italiana da esportare all’estero.
Teatro Antico
3 agosto 2023 19:30
gio03agosto21:00OFFICINA TEATRO LMCPenelopeTempio21:00
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con Alma Passarelli Pula, Rosalba Santoro, Lucia Poma
voce narrante e regia Enzo Caputo
produzione Officina Teatro LMC
durata 60 minuti
Dal racconto dell’ Odissea di Omero, in chiave poetica si rivisita e si ritraccia la figura di Penelope che viene riscritta donando al personaggio la tenera forza della donna-madre, regina del regno. Le ancelle, presenze costanti a tracciare quell’oscurità attraverso la quale la purezza e la luce non potrebbero emergere. Il mito di Penelope rivisitato e sperimentato attraverso uno studio sulla percezione del tempo. Un re che parte per una guerra alla ricerca dell’onore e del mito eterno, simbolo del Tempo negato. La tela fatta e disfatta che è, ancor oggi, il simbolo del Tempo guadagnato. Uno stratagemma che permette a Penelope di resistere alle pressioni dei pretendenti. Due ancelle che tramano alle spalle e tradiscono la loro regina, svelando il trucco ai bramosi approfittatori, simbolo del Tempo rubato.
Una donna costretta ad attendere un improbabile ritorno e che, suo malgrado, affronta in solitudine la sua guerra personale. Una prova dall’esito incerto e che, comunque vada, non le consegnerà nessuna onorificenza eroica. Penelope e la sua apparente fedeltà eterna al suo uomo. In realtà una mantenuta purezza per saldare insieme le uniche essenze di fedeltà, quella di Regina e di Donna.
(Enzo Caputo)
Officina Teatro LMC è un gruppo di ricerca teatrale, che ha come obiettivo principe la ricerca nel teatro finalizzata all’acquisizione di nuove tecniche per lo sviluppo e la formazione dell’attore. Gli spettacoli teatrali proposti sono sempre il risultato di un intenso percorso di ricerca che si sviluppa sullo studio, sempre più approfondito, della pre-espressione fisica, vocale e nel caso di questa specifica opera, di libera scrittura artistica. Negli ultimi venti anni, da quando, con la Zattera di Babele di Carlo Quartucci, Enzo Caputo ha cominciato ad occuparsi prevalentemente di regia nel teatro di ricerca, Officina Teatro LMC ha prodotto diversi lavori sempre frutto di un percorso di studio e ricerca sulla figura attoriale. Attore con oltre trent’anni di esperienza si è formato partecipando a numerosi laboratori di formazione teatrale tenuti da alcuni dei più grandi registi e attori del teatro italiano: Carlo Quartucci, Carla Tatò, Marco Solari, Valeriano Gialli, Sandro Lombardi, Flavio Bucci, Nino Romeo, Eugenio Barba. Da quindici anni lavora con gruppi di teatro da lui creati e formati.
Tempio
3 agosto 2023 21:00
dom06agosto5:00CINZIA MACCAGNANOAutodifesa di IsmenePrima NazionaleTeatro Antico5:00
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elogio della sopravvivenza
di Flavia Gallo
PRIMA NAZIONALE
con Luna Marongiu e Raffaele Gangale
regia Cinzia Maccagnano
paesaggi sonori Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
scene Mariella Beltempo, Rosalba Cannella
assistente compagnia Marta Cirello
produzione Bottega del pane
durata 65 minuti
Autodifesa di Ismene è una riscrittura del mito, dei luoghi della tragedia classica in cui il personaggio si manifesta nella relazione con gli altri membri della famiglia reale tebana. Diversamente dall’eroica sorella Antigone, esempio emblematico di rivolta, Ismene appare come colei che ha tentato di disinnescare l’inesorabile susseguirsi di eventi sostenuti a furor di ragione dai due protagonisti del dibattimento, Creonte e Antigone, sulla sepoltura di Polinice. Il sottotitolo dell’opera, Elogio della sopravvivenza, ci dice qualcosa in più. Ismene è la sopravvissuta, colei che si ritrova a vivere a seguito della morte di tutti gli altri e della morte può davvero comprendere la portata insostenibile per chi resta. In fondo Ismene ci somiglia di più. E noi siamo tutti e tutte più simili a lei che a quell’altra. Come Ismene proviamo a vedere l’alba del giorno successivo. Ismene è il nome del fiume che scorre vicino a Tebe. Significa colei che ha visto, colei che adesso sa…
(Cinzia Maccagnano)
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, prosegue la sua formazione concentrandosi sul corpo pensante attraverso l’incontro con maestri coreografi, mimi e performer. Si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina.
Teatro Antico
6 agosto 2023 5:00
dom06agosto20:30STEFANO BOLLANIPiano SoloTeatro Antico20:30
Stefano Bollani pianoforte produzione e co-organizzazione Terzo Millennio srl – Progetti Artistici durata 90 minuti Piano Solo è un viaggio tra i tasti del pianoforte che si rinnova
Stefano Bollani pianoforte
produzione e co-organizzazione Terzo Millennio srl – Progetti Artistici
durata 90 minuti
Piano Solo è un viaggio tra i tasti del pianoforte che si rinnova ogni sera. La musica di Stefano Bollani non conosce confini, sconfessa i generi musicali e si nutre di tutti quei momenti magici con artisti straordinari che il pianista ha incontrato sui palchi di tutto il mondo.
Quando Bollani sale sul palco con il suo Piano Solo esiste una sola regola: rendere omaggio all’arte dell’improvvisazione grazie all’unione sempre nuova di tutte le note messe insieme in questi venti anni di Jam session. Ogni volta con un risultato diverso, eppur sempre incredibile.
Nel one man show di Stefano Bollani tutto può accadere. Non esiste nessuna scaletta, nessun programma di sala a indicare il succedersi dei brani. Lo spettatore prende posto in una sala ma è chiamato a spostarsi con la mente verso luoghi inaspettati e a guardare orizzonti musicali sempre nuovi. Una sorta di laboratorio creativo portato in scena seguendo il flusso di coscienza musicale che spazia dal jazz ai suoni brasiliani, a Carosone fino ai brani inediti del nuovo album Blooming, in uscita in primavera, alcuni dei quali sono stati anticipati dal Maestro durante la trasmissione cult Via Dei Matti numero Zero di Bollani e Valentina Cenni, che tanto ha entusiasmato il pubblico a casa e la critica. Una sola cosa è sicura: il medley imprevedibile deciso dal pubblico in cui il virtuosismo si mescola all’irriverenza.
Stefano Bollani si afferma nel jazz, salendo sui palchi più prestigiosi del mondo collaborando con grandissimi musicisti tra cui Richard Galliano, Phil Woods, Lee Konitz, Chick Corea, Gato Barbieri, Bill Frisell, John Abercrombie, Pat Metheny, Bobby McFerrin, Luis Bacalov, Riz Ortolani e moltissimi altri. Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione iniziata nel 1996 con il suo mentore Enrico Rava. Piano Solo è un disco edito dalla ECM nel 2006.
Teatro Antico
6 agosto 2023 20:30
lun07agosto19:30ANDREA CAMILLERI GIUSEPPE DIPASQUALETroppu trafficu ppi nentiTeatro Antico19:30
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Testo attribuito a Messer Angelo Florio Crollalanza, archetipo, pare, dell’illustre testo Molto rumore per nulla dietro la cui figura dell’autore si cela William Shakespeare
di Andrea Camilleri – Giuseppe Dipasquale
Regia e Scene Giuseppe Dipasquale
Costumi Dora Argento e Angela Gallaro
con Angelo Tosto, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Anita Indigeno, Lorenza Denaro, Filippo Brazzaventre, Ruben Rigillo, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Luciano Fioretto, Alex Caramma, Vincenzo Volo, Valerio Santi, Rosario Valenti, Pietro Casano
produzione Teatro della città / Artelè
produzione Teatro della città / Artelè
durata 120 minuti compreso breve intervallo
Se davvero Shakespeare fosse siciliano? Ci piacerebbe, per spirito di patria, poterlo credere, ma la storia, si sa, non la si fa coi se! Tuttavia, immaginiamo una Messina in mezzo al mediterraneo così come Shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di magheggi che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per una giostra degli intrichi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi, che nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Immaginiamo che tutto ciò sia il frutto di un carattere tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano ed ecco che potremmo anche credere, anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford-upon Avon , sia potuto essere quel tale Michele Angelo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina.
Ecco, questo Troppu trafficu ppi nenti è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l’esistenza in un continuo ‘arrovugliarsi’ su se stesso.
(Giuseppe Dipasquale)
Lo spettacolo ha debuttato la prima volta nell’anno 2000, all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese 2000 e al Festival de Théâtre Atelier che si tiene ogni anno a Sfântu Gheorghe in Romania. Ha girato in Italia e all’estero. Ospite 2005 del Festival Internazionale Shakespeariano di Danzica, per tre volte al Globe Silvano Toti di Roma diretto da Gigi Proietti.
Teatro Antico
7 agosto 2023 19:30
mar08agosto19:30ANDREA CAMILLERI GIUSEPPE DIPASQUALETroppu trafficu ppi nentiTeatro Antico19:30
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Testo attribuito a Messer Angelo Florio Crollalanza, archetipo, pare, dell’illustre testo Molto rumore per nulla dietro la cui figura dell’autore si cela William Shakespeare
di Andrea Camilleri – Giuseppe Dipasquale
Regia e Scene Giuseppe Dipasquale
Costumi Dora Argento e Angela Gallaro
con Angelo Tosto, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Anita Indigeno, Lorenza Denaro, Filippo Brazzaventre, Ruben Rigillo, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Luciano Fioretto, Alex Caramma, Vincenzo Volo, Valerio Santi, Rosario Valenti, Pietro Casano
produzione Teatro della città / Artelè
durata 120 minuti compreso breve intervallo
Se davvero Shakespeare fosse siciliano? Ci piacerebbe, per spirito di patria, poterlo credere, ma la storia, si sa, non la si fa coi se! Tuttavia, immaginiamo una Messina in mezzo al mediterraneo così come Shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di magheggi che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per una giostra degli intrichi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi, che nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Immaginiamo che tutto ciò sia il frutto di un carattere tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano ed ecco che potremmo anche credere, anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford-upon Avon , sia potuto essere quel tale Michele Angelo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina.
Ecco, questo Troppu trafficu ppi nenti è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l’esistenza in un continuo ‘arrovugliarsi’ su se stesso.
(Giuseppe Dipasquale)
Lo spettacolo ha debuttato la prima volta nell’anno 2000, all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese 2000 e al Festival de Théâtre Atelier che si tiene ogni anno a Sfântu Gheorghe in Romania. Ha girato in Italia e all’estero. Ospite 2005 del Festival Internazionale Shakespeariano di Danzica, per tre volte al Globe Silvano Toti di Roma diretto da Gigi Proietti.
Teatro Antico
8 agosto 2023 19:30
mer09agosto21:00CLAUDIO COLLOVÀThe Waste Land and Other PoemsTempio21:00
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Ciò che vide Tiresia
dall’opera T.S. Eliot
voce Claudio Collovà
Ubi Ensemble
live electronics Giuseppe Rizzo
pianoforte Ornella Cerniglia
La Banda di Palermo
fisarmonica e voce Giacco Pojero
sax e voce Nino Vetri
chitarra Marco Monterosso
tromba Antonella Romana
batteria Simone Sfameli
basso Luca La Russa
produzione Le Baccanti in collaborazione con La Banda di Palermo e Ubi Ensemble
durata 70 minuti
Sembra che l’incapacità di rigenerarsi della vecchia società occidentale del 1922 riguardi anche l’attuale, e che il segno profetico delle torri che crollano nelle metropoli, sia ormai solido immaginario delle nostre coscienze. La religiosità affoga tra superstizioni e convenienze ancora oggi, e Tiresia sarebbe testimone di una vera e profonda mancanza di spiritualità diffusa. La versione che presentiamo è una suite musicale, con le meravigliose parole tratte dal poema e da altre poesie di Eliot. L’immaginario musicale si moltiplica con la sfilata continua delle figure che popolano gli infiniti luoghi e paesaggi. La musica di Giacco Pojero e Nino Vetri e della Waste Band, composta sui versi del poeta e che da sempre ha accompagnato le mie escursioni sul poema, si associa qui alle composizioni live electronics di Giuseppe Rizzo che ha felicemente composto tutti i paesaggi sonori dei miei ultimi lavori teatrali, e ai Notturni di Chopin suonati da Ornella Cerniglia al piano. Una combinazione di artisti, compagni di viaggio, che varia sempre in questa terra di infinite scoperte. Il grido Shantih! Shantih! Shantih!, che conclude il poema invocando la pace e che risuona oggi più inascoltato che mai, forse supera ancora tutta l’umana comprensione.
(Claudio Collovà)
Claudio Collovà, regista e attore, docente di regia presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo e direttore artistico del Segesta Teatro Festival dal 2022, ha svolto negli ultimi anni una incessante indagine sui grandi autori del ‘900, con spettacoli da Rilke, Kafka, Joyce, Eliot, D’Arrigo, Samonà, Perriera, Céline. Molti dei suoi lavori sono stati presentati in festival internazionali di teatro in Italia e in Europa. La sua poetica, principalmente legata alla pittura e alla fisicità dell’attore, si incrocia spesso con la danza e trae origini da fonti di ispirazione non solo teatrali.
Tempio
9 agosto 2023 21:00
gio10agosto19:30ENZO COSIMICoefore Rock&RollTeatro Antico19:30
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con Alice Raffaelli, Francesco Saverio Cavaliere, Luca Della Corte, Roberta Racis
regia, coreografia, scene e costumi Enzo Cosimi
drammaturgia Enzo Cosimi, Maria Paola Zedda
musica dal vivo Lady Maru
disegno luci Gianni Staropoli
tecnico luci Giulia Belardi
organizzazione Pamela Parafioriti
produzione Compagnia Enzo Cosimi, Mic, Regione Lazio
in collaborazione con RomaEuropa Festival
con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale
durata 60 minuti
Coefore Rock&Roll è la seconda tappa del progetto Orestea. Trilogia della Vendetta. In un regno di incubi d’infanzia, giocattoli rotti, coperte colorate – un orizzonte visivo ispirato al segno dell’artista Mike Kelley -,
si profila la ferocia di un delitto efferato che mette in discussione l’individuo, e con esso, l’umanità intera: l’atto di uccidere chi ha donato la vita. Nel lavoro si determina il profilo duale di Oreste imprigionato dal conflitto tra il porre nuovo ordine al mondo e l’essere dannato a vita per l’assassinio della propria madre. Nel gelo di un amore e di una vendetta implacabili, si stagliano le algide e passionali figure di Clitemnestra ed Elettra, accompagnate dagli echi tribali delle erinni, capitanate dall’icona della club culture e della musica techno sperimentale romana e internazionale Lady Maru. L’impalcatura della coreografia unisce testo, visione, azione performativa in una drammaturgia liquida e poetica. Nella forma ibrida del lavoro, il linguaggio performativo apre a uno sconfinamento verso altre discipline, musica e arti visive in particolare, in un’installazione coreografica dalla costruzione drammaturgica orizzontale ed espansa, realizzata dal coreografo con la collaborazione di Maria Paola Zedda e con il tocco visionario delle luci di Gianni Staropoli. Sconfinamento e frammentarietà, caratteri tipici del contemporaneo, sono i tratti fondamentali dell’attuale ricerca del lavoro di Enzo Cosimi.
Enzo Cosimi è uno dei coreografi più autorevoli e rappresentativi della danza contemporanea italiana.Firma con la sua Compagnia circa 60 coreografie che sono state rappresentate negli anni nei maggiori Teatri e Festival italiani e internazionali.Nel febbraio 2006 Enzo Cosimi firma la regia e la coreografia della Cerimonia di apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali – Torino2006, con Roberto Bolle.
Ultimamente realizza ‘Orestea- trilogia della vendetta’ composta dagli spettacoli Glitter in my tears – Agamennone, Coefore Rock&Roll e Le lacrime dell’Eroe/Oreste vs A.i.
Teatro Antico
10 agosto 2023 19:30
gio10agosto21:30Afrodite Urania Notte delle StelleTempio21:30
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osservazioni astronomiche e soundart live electronics
nuova edizione
musica dal vivo e sound art Alfredo Giammanco
voce recitante Marcello Barrale e gli operatori scientifici del Planetario di Palermo
Immagine di Mario Lauriano
produzione Anki
spettacoli ogni 30 minuti fino alle 24:00
Dopo il successo delle passate edizioni, Anki , l’ente che gestisce il Planetario e il Museo Astronomico di Palermo, tornerà al Parco archeologico di Segesta con una nuova edizione dell’osservazione guidata delle stelle, presentata come uno spettacolo musicale e narrativo. Questa serata astronomica condurrà gli spettatori attraverso le profondità della Via Lattea fino alle lontane galassie, combinando una narrazione scientifica e mitologica con una colonna sonora eseguita dal vivo.
Il Planetario di Palermo, con il suo staff di divulgatori scientifici, utilizzerà un telescopio innovativo per proiettare in diretta immagini dettagliate di corpi celesti situati in profondità nell’universo. Queste immagini saranno commentate e raccontate dal vivo, fornendo un percorso che va dalla nascita alla morte delle stelle e una scoperta delle galassie lontane.
La voce narrante di Marcello Barrale, filosofo della scienza e divulgatore scientifico, sarà accompagnata dalla musica eseguita dal vivo da Alfredo Giammanco e dalla regia che gestirà le immagini e i video, creando una narrazione teatrale ma precisa dei corpi celesti, con il Tempio di Segesta come sfondo suggestivo.
Tempio
10 agosto 2023 21:30
ven11agosto19:30GINEVRA DI MARCO GAIA NANNIDonne GuerriereTeatro Antico19:30
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da un’idea di Francesco Magnelli
pianoforte e magnellophoni Francesco Magnelli
chitarre, tzouras e elettronica Andrea Salvadori
drammaturgia Manuela Critelli e Gianfranco Pedullà
musiche originali e drammaturgia musicale Ginevra Di Marco, Francesco Magnelli e Andrea Salvadori
regia Gianfranco Pedullà
scene Franco Venturi
partitura luci Mariano de Tassis
suono Vladimir Jagodovic
costumi Alessandrajane
produzione Teatro popolare d’arte in collaborazione con Luce appare e Funambulo
durata 90 minuti
Lo spettacolo rende omaggio alle “donne guerriere” del nostro tempo. Vere combattenti che, con le loro scelte e la loro stessa vita, sono diventate pagine autentiche e indelebili della nostra memoria. Sulla scena Ginevra Di Marco e Gaia Nanni, accompagnate da Francesco Magnelli al pianoforte e magnellophoni e da Andrea Salvadori alle chitarre, tzouras e elettronica, in un racconto originale e coinvolgente, daranno vita a dialoghi, monologhi e canzoni inedite e canzoni di tradizione popolare. Lo spettatore verrà a contatto con le vite di chi ha saputo costruire il proprio futuro e di chi, come molti, cerca di immaginare il proprio. Donne operaie, militanti della parola e della canzone, passando da Rosa Balistreri a Caterina Bueno, per tornare a Ginevra e Gaia e, tramite loro, a tutte le donne di oggi. Un racconto collettivo ironico e profondo che lega “noi” e “loro” con tante parole e musiche dal vivo, che possano ancora farci ballare e ritrovare insieme.
Donne Guerriere rievoca storie di donne note e meno note: da Rosa Parks a Nilde Jotti, da Anna Magnani a Virginia Woolf e alle tante donne sconosciute di grande umanità. Nel racconto vengono approfondite le storie di due artiste dell’importanza di Rosa Balistreri e Caterina Bueno e il loro rapporto con Firenze e con la musica popolare. La straordinaria performance di Ginevra Di Marco (che canta e recita) e di Gaia Nanni (che recita e canta), la bellezza delle musiche originali e tradizionali composte e arrangiate da Di Marco, Magnelli e Salvadori e dei testi comici e drammatici di Manuela Critelli rendono prezioso questo spettacolo, dedicato a tutte le donne che creano e ricreano simbolicamente la vita.
(Gianfranco Pedullà)
Teatro Antico
11 agosto 2023 19:30
sab12agosto19:30CINZIA MACCAGNANOCurculio di PlautoTeatro Antico19:30
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traduzione Giusto Monaco
con Edoardo Siravo
e Gabriella Casali, Raffaele Gangale, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Marta Cirello
e con i giovani del laboratorio Plautus Festival
regia e adattamento Cinzia Maccagnano
musiche Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
movimenti di scena Luna Marongiu
produzione Teatro dei due mari
in collaborazione con il Laboratorio Festival di Sarsina
durata 80 minuti
La commedia contiene tutti i numeri della cosiddetta fabula palliata latina: l’amore di due giovani, il servo sfrontato, il soldato fanfarone, la vecchia beona, la critica ai costumi, il tema dell’agnizione, la lettera falsa, il travestimento. Plauto fa in modo che il mondo “esotico” greco in cui ambienta la commedia sia ben chiaro allo spettatore tanto da capire che dietro una qualsivoglia città greca si nasconde Roma con i suoi vizi e le sue virtù. Anche qui Plauto non rinuncia alla “rottura”, cioè una sorta di smascheramento della finzione teatrale che porta lo spettatore a partecipare, insieme all’autore, ad un gioco che diverte entrambi. Il pilastro della comicità è Curculio, parassita perennemente affamato, che fa il suo ingresso correndo, portando notizie, come una caricatura del messaggero tragico, non buone. Il travestimento è la sua strategia, l’ingenuità degli altri personaggi è sua complice. Alla fine, tutto volge per il meglio: trovati i soldi, liberata la fanciulla, fatto fesso il soldato… il matrimonio si può fare. E a Curculio spetta il premio di un lauto pranzo nuziale.
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea, collaborando con artisti-artigiani, musicisti e coreografi con cui sperimenta l’utilizzo di nuove possibili forme di spettacolo. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina (FC).
Teatro Antico
12 agosto 2023 19:30
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ideazione e regia Roberta Faja
e Monica Faja
direttore Officina Barocca Siciliana Roberta Faja
direttore Aeolian Vocal Ensemble Coro giovanile Monica Faja
Martina Licari soprano
Alessandro Pisciotta piano
Sabrina Piazza movimenti scenici del coro
Danilo Lo Piccolo project manager
produzione Associazione Musicale Aeolian Aps
durata 70 minuti
Il concerto mette a confronto atmosfere musicali tipicamente settecentesche e sonorità assai più recenti di area classico-contemporanea, attraverso un organico molto ricco e variegato che comprende l’orchestra dell’Officina Barocca Siciliana, condotta da Roberta Faja, ed il coro giovanile femminile AEOLIAN Vocal Ensemble, diretto da Monica Faja. Suoni, voci, vibrazioni, gesti ai primi raggi del sole… Antico e moderno, ombra e luce, sonorità antiche e contemporanee si fonderanno per dare vita ad un incontro/scontro tra atmosfere settecentesche e sonorità del Classico Contemporaneo.
I musicisti e le giovani coriste in scena daranno vita a L’inCanto dell’Aurora. La tensione musicale, ricca di suggestioni e di contrasti sonori, sarà esaltata dalla luce che dissolverà il buio della notte, La Natura entrerà come anello di congiunzione tra le arti e l’effimero, evocando l’alba nell’emozionante scenario del Teatro.
L’Officina Barocca Siciliana e L’AEOLIAN Vocal Ensemble nascono dall’intuizione delle sorelle Faja figlie d’arte dei noti musicisti e compositori della famiglia Buogo. Mentre la prima formazione diretta da Roberta Faja ha come mission la valorizzazione e la promozione della musica e della cultura barocca ponendo il focus primario nel repertorio del Settecento. La seconda formazione diretta da Monica Faja è un coro giovanile femminile fondato nel 2014 , che ne cura le voci e la direzione. Il repertorio scelto pone una particolare attenzione al Classico Contemporaneo, con brani di genere sacro e profano, eseguiti a cappella o con accompagnamento pianistico spesso arricchiti da movimenti scenici, che rendono le esibizioni un vero e proprio “viaggio emotivo”. Diversi i riconoscimenti Nazionali e Internazionali che hanno accompagnato la storia artistica dell’AEOLIAN tra i quali emergono il GOLDEN DIPLOMA Level II al RIGA SINGS 2019 in Lettonia; il Primo Premio Assoluto e due Premi Speciali per Miglior Repertorio Contemporaneo e Presenza Scenica all’International Choral Contest “Vincenzo Amato (edizioni del 2019 e del 2021) e tanti altri premi.
Teatro Antico
13 agosto 2023 5:00
dom13agosto19:30CINZIA MACCAGNANOCurculio di PlautoTeatro Antico19:30
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traduzione Giusto Monaco
con Edoardo Siravo
e Raffaele Gangale, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Marta Cirello e con i giovani del laboratorio Plautus Festival
regia e adattamento Cinzia Maccagnano
musiche Lucrezio de Seta
costumi Monica Mancini
movimenti di scena Luna Marongiu
produzione Teatro dei due mari
in collaborazione con il Laboratorio Festival di Sarsina
durata 80 minuti
La commedia contiene tutti i numeri della cosiddetta fabula palliata latina: l’amore di due giovani, il servo sfrontato, il soldato fanfarone, la vecchia beona, la critica ai costumi, il tema dell’agnizione, la lettera falsa, il travestimento. Plauto fa in modo che il mondo “esotico” greco in cui ambienta la commedia sia ben chiaro allo spettatore tanto da capire che dietro una qualsivoglia città greca si nasconde Roma con i suoi vizi e le sue virtù. Anche qui Plauto non rinuncia alla “rottura”, cioè una sorta di smascheramento della finzione teatrale che porta lo spettatore a partecipare, insieme all’autore, ad un gioco che diverte entrambi. Il pilastro della comicità è Curculio, parassita perennemente affamato, che fa il suo ingresso correndo, portando notizie, come una caricatura del messaggero tragico, non buone. Il travestimento è la sua strategia, l’ingenuità degli altri personaggi è sua complice. Alla fine, tutto volge per il meglio: trovati i soldi, liberata la fanciulla, fatto fesso il soldato… il matrimonio si può fare. E a Curculio spetta il premio di un lauto pranzo nuziale.
Cinzia Maccagnano, regista e attrice, si diploma alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, si dedica costantemente alla riscrittura e messa in scena dei classici del mondo antico in chiave contemporanea, collaborando con artisti-artigiani, musicisti e coreografi con cui sperimenta l’utilizzo di nuove possibili forme di spettacolo. Dal 2022 è responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina (FC).
Teatro Antico
13 agosto 2023 19:30
dom13agosto21:30Giovanni Sollima BandPostponedTempio21:30
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Giovanni Sollima violoncello
Andrea Cirrito violino
Francesco Montalto viola
Alice Mirabella violoncello
Riccardo Scilipoti piano/synth
Giovanni Caruso percussioni
Programma
da Songs from the Divine Comedy (1999-2004)
Hell I (3:30), La spera ottava (10:00)
da I canti (1998)
Intersong n.1 (8:00)
da Aquilarco (1997/98)
Aria (6:00)
Aquilarco n.3 Ornithomanteia (3:30)
Spasimo (1995)
De Harmonia
Peste
Raffaello – il naufragio
Porta dei greci
De Harmonia – via Dolorosa
(35:00)
produzione Associazione Siciliana Amici della Musica
durata 70 minuti
Sono ormai rare – ma non impossibili – le “reunion” della Giovanni Sollima Band, ensemble elettroacustico che ho fondato durante il mio periodo newyorkese tra la fine degli anni ‘90 e il 2000. La formazione nasce a sua volta da un Ensemble di più ampio organico, e di fatto ancora attivo, che si chiama Soni Ventorum fondato da mio fratello Luigi e con il quale nei primi anni ‘90 ho eseguito in “prima” italiana lavori di Glass, Torke, Bryars e Andriessen. Per la Giovanni Sollima Band, nome a me suggerito a New York da Philip Glass, formazione costituita da me al violoncello, un trio d’archi, tastiere, percussioni ma anche flauto e chitarra elettrica, interazioni con elettronica, campionamenti, progetti visivi e, occasionalmente, la presenza di vocalist di varia provenienza, ho composto diversi lavori, per lo più grandi suite modulari della durata di un’ora circa; Spasimo, composto nel 1995 per la riapertura della Chiesa di S.Maria dello Spasimo e portato in giro per quasi tutto il mondo, Mittersill 101 (1996) chamber opera/indagine sulla morte di Webern (libretto di Dario Oliveri, regia e video installation di Roberto Andó) co-prodotta dagli Amici della Musica di Palermo, dalla Associazione Musicale Etnea di Catania e dall’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, Aquilarco (1997/98) composta tra Palermo e New York, prodotta da Philip Glass per la Point Music/Universal, successivamente coreografata da Bob Wilson (anche voce recitante) e danzata da diverse compagnie sia in USA che in Europa e Australia, I Canti (1998) commissionati dal Ravenna Festival e composti a New York e in Sicilia dopo aver effettuato ricerche e campionamenti “sul campo” di canti e manifestazioni sacre e profane, il lavoro è una sorta di indagine poetica sullo stato del canto popolare e dei dialetti (inclusi curiose forme di “slang” e lingue fossili) in bilico e ancora presenti tra la Sicilia e le aree “italiane” soprattutto a Brooklyn e Queens, Songs From The Divine Comedy (1999-2004) basato sulla Divina Commedia di Dante anche attraverso antiche traduzioni e riscritture (Longfellow, Byron, Da Ponte).
(Giovanni Sollima)
Tempio
13 agosto 2023 21:30
mar15agosto19:30GABRIELE VACISPrometeo da EschiloTeatro Antico19:30
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di Gabriele Vacis
con Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera
regia Gabriele Vacis
assistente alla regia Daniel Santantonio
scenofonia Roberto Tarasco
suono Riccardo Di Gianni
cori a cura di Enrica Rebaudo
produzione PEM Potenziali Evocati Multimediali, Nidodiragno/CMC
durata 90 minuti
Lo spettacolo ha debuttato con grande successo lo scorso settembre al Teatro Olimpico di Vicenza, nell’ambito del 75° Ciclo di Spettacoli Classici, dove ha registrato ogni sera il tutto esaurito e, soprattutto, catalizzato l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico più giovane. La grande forza dello spettacolo risiede, certamente, nel percorso creativo elaborato dal regista Gabriele Vacis, protagonista ancora una volta di una lettura registica assolutamente contemporanea, in grado di dialogare non soltanto con il presente ma con tutti i tempi, restituendo l’universalità di Prometeo, archetipo della conoscenza e della ribellione. Ad alimentare, però, la potenza di questo Prometeo è il gruppo di giovani e già straordinari attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e riuniti nel gruppo teatrale PEM Potenziali Evocati Multimediali, con i quali Vacis ha condiviso il lavoro registico. Questo Prometeo scava alle radici del coraggio e restituisce il sentimento tragico dell’opera lavorando, contestualmente, su parole, azioni fisiche, canti e musiche.
Teatro Antico
15 agosto 2023 19:30
mer16agosto19:30GABRIELE VACISPrometeo da EschiloTeatro Antico19:30
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di Gabriele Vacis
con Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera
regia Gabriele Vacis
assistente alla regia Daniel Santantonio
scenofonia Roberto Tarasco
suono Riccardo Di Gianni
cori a cura di Enrica Rebaudo
produzione PEM Potenziali Evocati Multimediali, Nidodiragno/CMC
durata 90 minuti
Lo spettacolo ha debuttato con grande successo lo scorso settembre al Teatro Olimpico di Vicenza, nell’ambito del 75° Ciclo di Spettacoli Classici, dove ha registrato ogni sera il tutto esaurito e, soprattutto, catalizzato l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico più giovane. La grande forza dello spettacolo risiede, certamente, nel percorso creativo elaborato dal regista Gabriele Vacis, protagonista ancora una volta di una lettura registica assolutamente contemporanea, in grado di dialogare non soltanto con il presente ma con tutti i tempi, restituendo l’universalità di Prometeo, archetipo della conoscenza e della ribellione. Ad alimentare, però, la potenza di questo Prometeo è il gruppo di giovani e già straordinari attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e riuniti nel gruppo teatrale PEM Potenziali Evocati Multimediali, con i quali Vacis ha condiviso il lavoro registico. Questo Prometeo scava alle radici del coraggio e restituisce il sentimento tragico dell’opera lavorando, contestualmente, su parole, azioni fisiche, canti e musiche.
Teatro Antico
16 agosto 2023 19:30
mer16agosto21:00SALVATORE BONAFEDEDream and DreamsTempio21:00
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composizioni di Salvatore Bonafede
sound designer Alessio Romeo
voce & tamburello Valentina Migliore
durata 70 minuti
Distacco e legame con la Sicilia sono i soggetti infiniti della musica di Salvatore Bonafede: splendore e miserie, ricordi divertiti e malinconie, umane contraddizioni dipinte con disincanto e ironia. Melodie che si rincorrono e che si esprimono con un linguaggio che è Jazz nel modo d’essere. Così nella poetica di Salvatore Bonafede si riscontra quella tensione metafisica che gli consente di adottare la musica come pura forma d’arte, dandole una dimensione eterna. Le uniche parole che restano ancora da dire, piene di significato, sono i suoni colmi di uno stupore estatico, pieni di una felicità di esistere che è negata al pensiero e all’azione.
Salvatore Bonafede, pianista e compositore, è nato a Palermo nel 1962. Insegna Pianoforte Jazz, Armonia e Composizione Jazz al Conservatorio di Palermo. È autore di testi didattici editi da Volontè & Co. Ha composto circa 1000 brani e diversi lavori per orchestra e ha registrato 70 album di cui 15 a proprio nome. Compone per teatro e cinema con i registi Daniele Ciprì e Franco Maresco con i quali ha vinto il David di Donatello per la miglior colonna sonora.
Tempio
16 agosto 2023 21:00
gio17agosto19:30MICHELA LUCENTI BALLETTO CIVILENothingTeatro Antico19:30
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nel nome del padre del figlio e della libertà
dal Re Lear di W.Shakespeare
regia e coreografia Michela Lucenti
drammaturgia Balletto Civile
con Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Loris De Luna, Maurizio Lucenti, Michela Lucenti, Alessandro Pallecchi, Matteo Principi, Emanuela Serra, Giulia Spattini
assistente Ambra Chiarello
disegno sonoro Guido Affini
luci Stefano Mazzanti
assistente alle luci Chiara Calfa
scene e costumi: Alessandro Ratti/Balletto Civile
produzione Balletto Civile – Estate Teatrale Veronese in collaborazione con Teatro degli Impavidi (Sarzana) – Dialoghi/Residenze delle Arti Performative Villa Manin
durata 70 minuti
Un viaggio nella tragedia familiare raccontata dal gran Bardo ma anche un’analisi tra amore e potere, tra il desiderio di restare e la legge della vita che porta sempre una notte all’uomo. Al suo centro è la crisi irreversibile dei rapporti tra padri e figli e figlie, segnato dalla fine dell’idea tradizionale di sovranità. Il sovrano abdica; il re non sa più reggere, è diventato cieco, e quelli che vorrebbero prendere il suo posto non sono che parricidi e fratricidi.
(Massimo Cacciari, Re Lear padri, figli, eredi)
Il nuovo spettacolo di Michela Lucenti e Balletto Civile, tratto da Re Lear di William Shakespeare, nelle mani del collettivo si trasforma in una drammaturgia coreografica ficcante, spigolosa, capace di inserirsi come un cuneo nelle pieghe della realtà, un duello fisico fra corpo e parola, movimento e spazio scenico. Il titolo evoca il Niente pronunciato da Cordelia, la parola che dà inizio alla distruzione del conosciuto e che apre le porte al nuovo, al sovversivo, ad un ordine che non era prestabilito. Nothing è una riflessione profonda sulla possibilità di ricominciare rinnegando il potere dei padri e l’eredità che ne resta. Noi pensiamo all’ eredità come a qualcosa di materiale ma l’etimologia della parola erede che deriva dal latino heres, ha la stessa radice del greco cheros che significa deserto, spoglio, mancante.
Teatro Antico
17 agosto 2023 19:30
gio17agosto21:00ELENA BUCCINella lingua e nella spada in soloTempio21:00
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ispirato alle vite e alle opere di Oriana Fallaci e di Aléxandros Panagulis
elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione Elena Bucci
musica in playback di Luigi Ceccarelli
registrazioni Michele Rabbia, Paolo Ravaglia
disegno Luci Loredana Oddone, rielaborazione site specific Max Mugnai
cura e regia del suono Raffaele Bassetti
assistente allestimento Nicoletta Fabbri
scene Nomadea, Loredana Oddone
costumi Nomadea, Marta Benini, Manuela Monti
produzione Le belle bandiere, Teatro Piemonte Europa, Ravenna Festival, Campania Teatro Festival con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Russi.
durata 75 minuti
Questo melologo di più anime si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci: si incontrano per un’intervista il giorno in cui Alekos, incarcerato per un attentato al dittatore Papadopoulos, viene liberato grazie ad un forte movimento internazionale e restano allacciati, fra discussioni, lotte per la libertà, allegria, solitudini e speranze, fino alla morte di lui per un misterioso incidente, nel 1976. Alekos trova nella poesia una cura per resistere alla violenza della tirannia e del carcere; Oriana fa del suo lutto un libro. Irriducibili, spesso isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia, trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, un tesoro al quale attingere quando manca il coraggio. Proverò a raccontare con le mie povere parole di lei e di lui, di quell’epoca, di quella terra e della mia, dell’entusiasmo per alcuni artisti – eroi? – che vissero l’orrore della dittatura senza piegarsi, cantando: nella lingua e nella carta è la loro spada.
Luigi Ceccarelli crea la drammaturgia musicale integrandovi le improvvisazioni di Michele Rabbia e Paolo Ravaglia, mentre voce e movimenti dialogano con il suono. Sullo sfondo è la musica greca, che ha saputo accogliere la musica latina, araba e balcanica fino a farne una sintesi che ci identifica tutti in un unico linguaggio.
(Elena Bucci)
Tempio
17 agosto 2023 21:00
ven18agosto19:30LE BELLE BANDIERELa canzone di Giasone e MedeaTeatro Antico19:30
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da Euripide a Seneca, da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh
NUOVA EDIZIONE
PRIMA NAZIONALE
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita
progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci, Marco Sgrosso
regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso
disegno Luci Loredana Oddone, rielaborazione site specific Max Mugnai
drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti
costumi Elena Bucci, Marta Benini
maschere Stefano Perocco di Meduna
produzione Le belle bandiere, CTB Centro Teatrale Bresciano
durata 90 minuti
Entrare nel mito significa anche evocare l’armonia di una lingua perduta, cantata e danzata e i riti del ritrovarsi a ridere e a piangere in luoghi dove l’incanto della natura amplificava quello dell’arte. La vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria, continua a spaventarci dopo millenni mentre le parole di Euripide e le successive riscritture del mito introducono temi che ci toccano profondamente: i diritti degli esuli in terra straniera, la violenza del potere nella polis e tra gli individui, la differenza tra amore e possesso, il valore della parola data, il sospetto verso le arti magiche e il timore della conoscenza. Restano sullo sfondo le figure senza futuro dei figli, vittime e testimoni della vendetta di Medea e del dolore di Giasone. Per toccare questa incandescente materia indossiamo maschere contemporanee che mescolano i tratti della tradizione italiana con quelli di antiche culture. Il candido coro evoca clown bianchi che preparano riti di matrimonio e morte. Il mito diventa una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte.
(Elena Bucci e Marco Sgrosso)
La compagnia di teatro Le belle bandiere nasce nel 1993 con la direzione artistica di Elena Bucci e Marco Sgrosso attori, autori, registi che hanno fatto parte del nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis dal 1985 al 2001. Ha sede a Bologna e a Russi di Romagna, dove crea spettacoli pluripremiati distribuiti su tutto il territorio nazionale e all’estero.
Teatro Antico
18 agosto 2023 19:30
sab19agosto19:30LE BELLE BANDIERELa canzone di Giasone e MedeaTeatro Antico19:30
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da Euripide a Seneca, da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh
NUOVA EDIZIONE
PRIMA NAZIONALE
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita
progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci, Marco Sgrosso
regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso
disegno Luci Loredana Oddone, rielaborazione site specific Max Mugnai
drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti
costumi Elena Bucci, Marta Benini
maschere Stefano Perocco di Meduna
produzione Le belle bandiere, CTB Centro Teatrale Bresciano
durata 90 minuti
Entrare nel mito significa anche evocare l’armonia di una lingua perduta, cantata e danzata e i riti del ritrovarsi a ridere e a piangere in luoghi dove l’incanto della natura amplificava quello dell’arte. La vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria, continua a spaventarci dopo millenni mentre le parole di Euripide e le successive riscritture del mito introducono temi che ci toccano profondamente: i diritti degli esuli in terra straniera, la violenza del potere nella polis e tra gli individui, la differenza tra amore e possesso, il valore della parola data, il sospetto verso le arti magiche e il timore della conoscenza. Restano sullo sfondo le figure senza futuro dei figli, vittime e testimoni della vendetta di Medea e del dolore di Giasone. Per toccare questa incandescente materia indossiamo maschere contemporanee che mescolano i tratti della tradizione italiana con quelli di antiche culture. Il candido coro evoca clown bianchi che preparano riti di matrimonio e morte. Il mito diventa una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte.
(Elena Bucci e Marco Sgrosso)
La compagnia di teatro Le belle bandiere nasce nel 1993 con la direzione artistica di Elena Bucci e Marco Sgrosso attori, autori, registi che hanno fatto parte del nucleo storico del Teatro di Leo di Leo de Berardinis dal 1985 al 2001. Ha sede a Bologna e a Russi di Romagna, dove crea spettacoli pluripremiati distribuiti su tutto il territorio nazionale e all’estero.
Teatro Antico
19 agosto 2023 19:30
dom20agosto5:00JAMEL CHABBID’autres rivages - Altre RivePrima NazionaleTeatro Antico5:00
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Jamel Chabbi voce solista e oud
durata 65 minuti
Il progetto musicale di Jamel Chabbi è un viaggio di condivisione di identità culturali comuni, con epicentro e punto di partenza la sua Tunisia, verso rotte mediterranee, ed è frutto di una lunga ricerca condotta da Chabbi attraverso fonti storiche e musicali. Lo spettacolo costruisce un viaggio in un territorio dove si condividono le frontiere ma soprattutto il Sahel e il mare Mediterraneo, le origini e la civiltà, la cultura e dunque l’origine della musica. Le canzoni e musiche in programma valorizzano il patrimonio magrebino, condiviso tra la Tunisia e i paesi vicini, mostrando come la musica tunisina ne sia fusione di ritmi e modi. A questo patrimonio tuniso-libico-algerino-siciliano si affiancano le composizioni originali di Jamel Chabbi, intonate sulle parole del poeta Mario Scalesi, nato a Tunisi da famiglia siculo-maltese e del poeta Flaviano Pisanelli, dedicate alla lentezza fascinosa e immutabile della Tunisia, nell’epoca coloniale di Scalesi come nella vita di oggi. D’autres rivages, la canzone su parole di Flaviano Pisanelli e musica di Chabbi, che ispira il titolo dello spettacolo, richiama l’idea del métissage, di una cultura mediterranea condivisa e accomunante.
Jamel Chabbi, attualmente professore di ud al prestigioso Conservatorio di Musica Sidi Saber di Tunisi per il Ministero della Cultura, è musicista e compositore. Apprezzato interprete della musica colta tradizionale tunisina, coltiva l’arte dell’improvvisazione maalouf ed è spesso protagonista di concerti – solistici o con il suo gruppo musicale – su brani musicali e canzoni di cui è autore, compositore e interprete.
Teatro Antico
20 agosto 2023 5:00
dom20agosto19:30GIUSEPPE PAMBIERIEdipo a Colono di SofocleTeatro Antico19:30
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adattamento Giuseppe Argirò
con Giuseppe Pambieri Micol Pambieri Gianluigi Fogacci
e con
Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò
produzione Teatro della città centro di produzione teatrale / Artelè
durata 80 minuti
Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con la senilità dell’autore. Gli anni della saggezza comportano necessariamente una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà
indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato.
La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio.
Atene portatrice di valori democratici ineludibili costituisce il centro della tragedia La riflessione politica e l’affermazione della polis sono elementi essenziali di tutto il pensiero sofocleo che riconosce ad Atene un primato assoluto: essa è infatti uno splendido baluardo delle istituzioni democratiche
di cui è fedele custode Teseo.
Edipo, ormai cieco, accompagnato dalla figlia, capace di un amore assoluto che va al di là di qualsiasi vincolo parentale e convenzione sociale cercherà asilo e accoglienza a colono L’eroe sofocleo chiederà ospitalità al re. Teseo che si manifesterà allora non solo come campione di democrazia, ma anche di umanità nell’
accogliere un ospite apparentemente così indesiderato perché empio e mostruoso.
Creonte insieme ai figli di Edipo vorranno riportare a Tebe il vecchio re in modo tale da impossessarsi in maniera legittima del potere vacante e occuparne quindi il trono. Ilsovrano di Atene giocherà quindi un ruolo centrale in questa vicenda nel tutelare e custodire gli ultimi giorni Edipo
Lo spettacolo avrà nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol nel ruolo di Antigone a
testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione. Gianluigi Fogacci creerà una polifonia di voci insieme con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio e Vinicio Argirò. Lo spettacolo permetterà allo spettatore di ripercorrere a ritroso la vita del figlio di Laio mettendo in scena gli eventi che hanno segnato la vicenda umana di Edipo e il conflitto per il potere tra i due figli Eteocle e Polinice
La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’ accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’ esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Teatro Antico
20 agosto 2023 19:30
lun21agosto19:30GIUSEPPE PAMBIERIEdipo a Colono di SofocleTeatro Antico19:30
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adattamento Giuseppe Argirò
con Giuseppe Pambieri Micol Pambieri Gianluigi Fogacci
e con
Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò
produzione Teatro della città centro di produzione teatrale / Artelè
durata 80 minuti
Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con la senilità dell’autore. Gli anni della saggezza comportano necessariamente una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà
indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato.
La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio.
Atene portatrice di valori democratici ineludibili costituisce il centro della tragedia La riflessione politica e l’affermazione della polis sono elementi essenziali di tutto il pensiero sofocleo che riconosce ad Atene un primato assoluto: essa è infatti uno splendido baluardo delle istituzioni democratiche
di cui è fedele custode Teseo.
Edipo, ormai cieco, accompagnato dalla figlia, capace di un amore assoluto che va al di là di qualsiasi vincolo parentale e convenzione sociale cercherà asilo e accoglienza a colono L’eroe sofocleo chiederà ospitalità al re. Teseo che si manifesterà allora non solo come campione di democrazia, ma anche di umanità nell’
accogliere un ospite apparentemente così indesiderato perché empio e mostruoso.
Creonte insieme ai figli di Edipo vorranno riportare a Tebe il vecchio re in modo tale da impossessarsi in maniera legittima del potere vacante e occuparne quindi il trono. Ilsovrano di Atene giocherà quindi un ruolo centrale in questa vicenda nel tutelare e custodire gli ultimi giorni Edipo
Lo spettacolo avrà nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol nel ruolo di Antigone a
testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione. Gianluigi Fogacci creerà una polifonia di voci insieme con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio e Vinicio Argirò. Lo spettacolo permetterà allo spettatore di ripercorrere a ritroso la vita del figlio di Laio mettendo in scena gli eventi che hanno segnato la vicenda umana di Edipo e il conflitto per il potere tra i due figli Eteocle e Polinice
La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’ accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’ esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Giuseppe Argirò
Teatro Antico
21 agosto 2023 19:30
mar22agosto19:30GIUSEPPE PAMBIERIEdipo a Colono di SofocleTeatro Antico19:30
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adattamento Giuseppe Argirò
con Giuseppe Pambieri Micol Pambieri Gianluigi Fogacci
e con
Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò
produzione Teatro della città centro di produzione teatrale / Artelè
durata 80 minuti
Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con la senilità dell’autore. Gli anni della saggezza comportano necessariamente una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà
indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato.
La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio.
Atene portatrice di valori democratici ineludibili costituisce il centro della tragedia La riflessione politica e l’affermazione della polis sono elementi essenziali di tutto il pensiero sofocleo che riconosce ad Atene un primato assoluto: essa è infatti uno splendido baluardo delle istituzioni democratiche
di cui è fedele custode Teseo.
Edipo, ormai cieco, accompagnato dalla figlia, capace di un amore assoluto che va al di là di qualsiasi vincolo parentale e convenzione sociale cercherà asilo e accoglienza a colono L’eroe sofocleo chiederà ospitalità al re. Teseo che si manifesterà allora non solo come campione di democrazia, ma anche di umanità nell’
accogliere un ospite apparentemente così indesiderato perché empio e mostruoso.
Creonte insieme ai figli di Edipo vorranno riportare a Tebe il vecchio re in modo tale da impossessarsi in maniera legittima del potere vacante e occuparne quindi il trono. Ilsovrano di Atene giocherà quindi un ruolo centrale in questa vicenda nel tutelare e custodire gli ultimi giorni Edipo
Lo spettacolo avrà nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol nel ruolo di Antigone a
testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione. Gianluigi Fogacci creerà una polifonia di voci insieme con Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio e Vinicio Argirò. Lo spettacolo permetterà allo spettatore di ripercorrere a ritroso la vita del figlio di Laio mettendo in scena gli eventi che hanno segnato la vicenda umana di Edipo e il conflitto per il potere tra i due figli Eteocle e Polinice
La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’ accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’ esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Teatro Antico
22 agosto 2023 19:30
mer23agosto21:00NUBRAS ENSEMBLEIn viaggio dall’Europa ai BalcaniTempio21:00
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Carla Mulas González violino
Giulia Anita Bari violino
Rachel Blueberger violoncello
Giorgio Gadotti sax contralto
Luca Cioffi darbuka, tamburi a cornice e tabla
Nino Conte fisarmonica
produzione SMART
durata 90 minuti
Nubras è un ensemble internazionale formatosi nel 2022 che si dedica alla costruzione di un ponte tra musica “colta occidentale” e le tradizioni sonore di Balcani e Medio Oriente, unendo musicisti provenienti dal mondo della classica, del jazz e della musica popolare. Nubras è un gioco di parole. Sovrastati dai fiati delle meravigliose fanfare balcaniche, abbiamo deciso di diventare No Brass. No Brass è diventato Nubras, che in arabo è la lanterna di chi apre nuove strade.
Un trio d’archi tutto al femminile – una violinista veneziana, una spagnola, una violoncellista polacca – un sassofonista trentino, un percussionista e un fisarmonicista napoletani si incontrano tra danze bulgare, suite rumene e brani di tradizione serba e macedone. Sono questi i colori che trasportano il pubblico in dimensioni diverse, da momenti di festa a piccoli quadri intimi di villaggi dell’Est Europa. I brani in repertorio, riarrangiati dai musicisti di Nubras, nascono dai viaggi, dagli incontri fatti in questi anni in Macedonia, Grecia, Bulgaria, Romania. Ognuno di loro è portatore di una storia, di uno scambio con musicisti locali e con professionisti che da anni si occupano dello studio di tale repertorio.
Tempio
23 agosto 2023 21:00
gio24agosto19:30SOFIA NAPPI/KOMOCODODI - IMATeatro Antico19:30
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con Adriano Popolo Rubbio e Paolo Piancastelli
costumi Sofia Nappi
disegno luci Alessandro Caso
produzione Sosta Palmizi con Komoco/ Sofia Nappi
danzatori Arthur Bouilliol, Leonardo de Santis, Glenda Gheller, India Guanzini, Paolo Piancastelli
assistente alla coreografia Adriano Popolo Rubbio
luci Alessandro Caso
costume designer Luigi Formicola in collaborazione con Manifatture Digitali Cinema Prato di Fondazione Sistema Toscana
produzione Sosta Palmizi, Komoco/Sofia Nappi
coproduzione La Biennale di Venezia, COLOURS – International Dance Festival, Centro
Coreográfico Canal
durata 60 minuti
Il duetto Dodi attraversa ed esplora lo stato di tormento tipico della condizione esistenziale dell’uomo. Snodandosi alla riscoperta della sottile poesia che si insinua con fiducia, leggerezza e passione nel ritrovare un ascolto profondo del presente, i due danzatori ci accompagnano in un viaggio di esplorazione verso una maggiore consapevolezza e profondità, per trovare accettazione di noi stessi, e infine, libertà.
Una prima breve versione di IMA è stata presentata alla 14° edizione della Biennale di Venezia su commissione della direttrice Marie Chouinard; debuttando poi nella sua versione definitiva al COLOURS International Dance Festival di Stoccarda.
Lo spettacolo prende il nome dal termine giapponese che indica il momento presente; in aramaico ed ebraico Ima ha anche il significato di madre, nella sua accezione di rinascita e rinnovamento. Nato durante il periodo di distanziamento sociale, IMA porta in scena una danza pura per celebrare l’incontro tra anime e corpi.
Sofia Nappi si diploma all’Alvin Ailey American Dance Theater a New York per poi approfondire gli studi a livello internazionale. Nella sua formazione ricoprono un ruolo fondamentale lo stretto contatto con la Hofesh Shecter Dance Company e gli studi a Tel Aviv, dove sta conseguendo la certificazione come insegnante di tecnica Gaga. Coreografa indipendente per importanti compagnie internazionali come National Theatre Mannheim, Staatsoper Hannover, Scottish National Ballet, Introdans e Nederlands Dans Theater 2, Sofia Nappi è direttrice artistica e co-fondatrice del progetto KOMOCO grazie al generoso supporto della storica Ass. Sosta Palmizi.
Teatro Antico
24 agosto 2023 19:30
gio24agosto21:00DUO LOPEZ AREVALOSΤeλeion - TeleionTempio21:00
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Frammenti di musica greca antica
Camilla Lopez voce
Matteo Ramon Arevalos piano
durata 75 minuti
Ὅσον ζῇς φαίνου, μηδὲν ὅλως σὺ λυποῦ, πρὸς ὀλίγον ἐστὶ τὸ ζῆν: τὸ τέλος ὁ χρόνος ἀπαιτεῖ”.
Finché vivi, mostrati al mondo, non affliggerti per niente: la vita dura poco. Il tempo esige infine il suo tributo.
Il Duo Lopez – Arevalos, con la cantante e attrice Camilla Lopez e il pianista compositore Matteo Ramon Arevalos, esplora l’universo della musica in gran parte sconosciuto dell’antica Grecia. La musica antica greca sopravvissuta ha ispirato il loro Teleion con l’aiuto della traduzione e traslitterazione di Dimitris Soukoulis, per voce, pianoforte/pianoforte preparato e percussioni. Lo scruti box e una tanpura, entrambe elettroniche, sono posizionate nella tavola armonica del pianoforte; le perle di vetro, gomme e le tessere d’oro di mosaico si muovono lungo la cordiera del pianoforte; o ancora la voce della cantante che riecheggia all’interno della cassa del pianoforte: così suoni antichi e contemporanei si combinano per evocare giorni immaginari di un tempo. La ricerca e la trascrizione musicale si è qui focalizzata su 12 opere di musica greca antica, liberamente trascritte senza seguire uno studio filologico, pur mantenendo però l’integrità della struttura e delle melodie frammentate.
Lopez e Arevalos si sono uniti nel 2018 per un progetto dedicato alla cantante cilena Violeta Parra che ha debuttato alla Microscope Gallery di New York: questo è stato l’inizio di una collaborazione originale tra Arevalos e la cantante – attrice da sempre innamorata della musica e del pianista – compositore con una formazione accademica e con la passione per la sperimentazione e la contemporaneità dei suoni.
Tempio
24 agosto 2023 21:00
ven25agosto20:00JAN FABRE SONIA BERGAMASCOResurrexit CassandraTeatro Antico20:00
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di RUGGERO CAPPUCCIO
ideazione, regia, scenografia, video Jan Fabre
testo Ruggero Cappuccio
con Sonia Bergamasco
voce al prologo Ruggero Cappuccio
musiche originali Stef Kamil Carlens
effetti sonori Christian Monheim
disegno luci Wout Janssens
costumi Nika Campisi
assistente alla regia e drammaturgia Miet Martens
direzione tecnica Marciano Rizzo
fonica Marcello Abucci
direzione di produzione Gaia Silvestrini
costumi realizzati da Officina Farani
foto Hanna Auer, Marco Ghidelli
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Campania Teatro Festival, Troubleyn/Jan Fabre, TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa, Carnezzeria srls
Durata 70 minuti
L’artista fiammingo Jan Fabre decide di affidare il ruolo della sacerdotessa inascoltata, a una delle più grandi attrici italiane, Sonia Bergamasco, cui Ruggero Cappuccio ha dato voce. La creazione ruota intorno alla resurrezione di un messia femminile. Una sacerdotessa, una santa, una profetessa che vede il futuro, una prostituta, una dea del passato, del presente e del futuro. Cassandra avrebbe potuto salvare il mondo già diverse volte. Avrebbe potuto prevenire e mettere l’umanità al riparo dai disastri che essa stessa sta provocando contro di sé e contro l’amato pianeta terra. Movimenti politici e ideologici radicali, cambiamenti climatici, isole di plastica negli oceani, inquinamento… Il lavoro è un’accusa contro l’incomprensibile talento dell’essere umano per l’auto-inganno. Forse un profondo desiderio di essere ingannati si nasconde nell’Umanità? Noi sappiamo ogni cosa su quanto potrà accadere a noi e al pianeta; ma il piacere di ingannare noi stessi è forse più grande di questa consapevolezza? Questa è la nostra tragedia e la nostra vergogna. Il testo, poetico e potente, scritto da Ruggero Cappuccio per Jan Fabre, affida alla bocca di Cassandra, la figlia del Re di Troia fatta ostaggio dal greco Agamennone, cinque movimenti, cinque umori, cinque colori, cinque elementi, portatori di senso e fonte di ispirazione, intorno ai quali si snoda il discorso che Cassandra rivolge all’Umanità: Nebbia, Vento, Fuoco e Fumo, Vapore, Pioggia.
Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, regista e autore teatrale, acclamato da quarant’annitra le figure più innovative della scena internazionale. Per il teatro ha ideato e diretto spettacoli iconici che hanno rivoluzionato il linguaggio performativo sin dai primi anni ‘80. Caos e rigore, reiterazione e follia, metamorfosi e anonimato sono tra gli elementi caratterizzanti il teatro di Jan Fabre.
Sonia Bergamasco, nata a Milano, a teatro lavora con Thomas Ostermeier, Thodoros Terzopoulos, Carmelo Bene, Giorgio Strehler. È interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Nel corso della lunga collaborazione artistica con il compositore Azio Corghi interpreta ruoli di cantante-attrice in Italia e all’estero. Protagonista di numerosi film di successo, ha lavorato con Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Piccioni e Franco Battiato.
Ruggero Cappuccio è drammaturgo, regista, attore e scrittore pluripremiato con pubblicazioni con Feltrinelli, Einaudi e Sellerio. Da regista dirige diverse opere liriche per Il Festival di Salisburgo, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro dell’Opera di Roma, con la direzione d’orchestra di Riccardo Muti, Pinchas Steinberg, Bruno Campanella, Boris Brott. Intensa la sua attività di sceneggiatore. Dal 2016 è direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia.
Stef Kamil Carlens (Anversa, 1970) è compositore, cantante, musicista, collabora con musicisti della scena belga quali Tom Pintens, Bjorn Eriksson, Tomas De Smet, Aarich Jespers. Artista visivo e compositore di musiche per il teatro.
Nika Campisi diplomata in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera e in costume cinematografico al Centro Sperimentale di Cinematografia con i maestri Pietro Tosi e Maurizio Millenotti. Impegnata in produzione di due opere liriche con la regia di Daniele Menghini. E’ la prima volta che firma i costumi per un acclamato artista internazionale.
Teatro Antico
25 agosto 2023 20:00
sab26agosto20:00JAN FABRE SONIA BERGAMASCOResurrexit CassandraTeatro Antico20:00
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di RUGGERO CAPPUCCIO
ideazione, regia, scenografia, video Jan Fabre
testo Ruggero Cappuccio
con Sonia Bergamasco
voce al prologo Ruggero Cappuccio
musiche originali Stef Kamil Carlens
effetti sonori Christian Monheim
disegno luci Wout Janssens
costumi Nika Campisi
assistente alla regia e drammaturgia Miet Martens
direzione tecnica Marciano Rizzo
fonica Marcello Abucci
direzione di produzione Gaia Silvestrini
costumi realizzati da Officina Farani
foto Hanna Auer, Marco Ghidelli
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Campania Teatro Festival, Troubleyn/Jan Fabre, TPE Fondazione Teatro Piemonte Europa, Carnezzeria srls
Durata 70 minuti
L’artista fiammingo Jan Fabre decide di affidare il ruolo della sacerdotessa inascoltata, a una delle più grandi attrici italiane, Sonia Bergamasco, cui Ruggero Cappuccio ha dato voce. La creazione ruota intorno alla resurrezione di un messia femminile. Una sacerdotessa, una santa, una profetessa che vede il futuro, una prostituta, una dea del passato, del presente e del futuro. Cassandra avrebbe potuto salvare il mondo già diverse volte. Avrebbe potuto prevenire e mettere l’umanità al riparo dai disastri che essa stessa sta provocando contro di sé e contro l’amato pianeta terra. Movimenti politici e ideologici radicali, cambiamenti climatici, isole di plastica negli oceani, inquinamento… Il lavoro è un’accusa contro l’incomprensibile talento dell’essere umano per l’auto-inganno. Forse un profondo desiderio di essere ingannati si nasconde nell’Umanità? Noi sappiamo ogni cosa su quanto potrà accadere a noi e al pianeta; ma il piacere di ingannare noi stessi è forse più grande di questa consapevolezza? Questa è la nostra tragedia e la nostra vergogna. Il testo, poetico e potente, scritto da Ruggero Cappuccio per Jan Fabre, affida alla bocca di Cassandra, la figlia del Re di Troia fatta ostaggio dal greco Agamennone, cinque movimenti, cinque umori, cinque colori, cinque elementi, portatori di senso e fonte di ispirazione, intorno ai quali si snoda il discorso che Cassandra rivolge all’Umanità: Nebbia, Vento, Fuoco e Fumo, Vapore, Pioggia.
Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, regista e autore teatrale, acclamato da quarant’annitra le figure più innovative della scena internazionale. Per il teatro ha ideato e diretto spettacoli iconici che hanno rivoluzionato il linguaggio performativo sin dai primi anni ‘80. Caos e rigore, reiterazione e follia, metamorfosi e anonimato sono tra gli elementi caratterizzanti il teatro di Jan Fabre.
Sonia Bergamasco, nata a Milano, a teatro lavora con Thomas Ostermeier, Thodoros Terzopoulos, Carmelo Bene, Giorgio Strehler. È interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Nel corso della lunga collaborazione artistica con il compositore Azio Corghi interpreta ruoli di cantante-attrice in Italia e all’estero. Protagonista di numerosi film di successo, ha lavorato con Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Piccioni e Franco Battiato.
Ruggero Cappuccio è drammaturgo, regista, attore e scrittore pluripremiato con pubblicazioni con Feltrinelli, Einaudi e Sellerio. Da regista dirige diverse opere liriche per Il Festival di Salisburgo, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro dell’Opera di Roma, con la direzione d’orchestra di Riccardo Muti, Pinchas Steinberg, Bruno Campanella, Boris Brott. Intensa la sua attività di sceneggiatore. Dal 2016 è direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia.
Stef Kamil Carlens (Anversa, 1970) è compositore, cantante, musicista, collabora con musicisti della scena belga quali Tom Pintens, Bjorn Eriksson, Tomas De Smet, Aarich Jespers. Artista visivo e compositore di musiche per il teatro.
Nika Campisi diplomata in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera e in costume cinematografico al Centro Sperimentale di Cinematografia con i maestri Pietro Tosi e Maurizio Millenotti. Impegnata in produzione di due opere liriche con la regia di Daniele Menghini. E’ la prima volta che firma i costumi per un acclamato artista internazionale.
Teatro Antico
26 agosto 2023 20:00
dom27agosto19:30La buona novella in siciliano di Fabrizio De AndrèTeatro Antico19:30
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adattamento in siciliano di Francesco Giunta
per voci femminili, pianoforte, violoncello e percussioni
adattamento e produzione Francesco Giunta
voce Cecilio Pitino, Alessandra Ristuccia, Laura Mollica, Giulia Mei, Valeria Graziani
pianoforte Beatrice Cerami
violoncello Daniela Santamaura
percussioni Virginia Maiorana, Federica Russo
cura editoriale e promozione progetto Edoardo De Angelis
orchestrazione Alberto Laruccia
ingegneria del suono e coordinamento Giuseppe Greco
produzione Musica del sud con l’affettuosa complicità della Fondazione Fabrizio De André Onlus
durata 75 minuti
Per presentare questo tributo al capolavoro di Fabrizio De André, che parte dal riadattamento di Francesco Giunta e diventa omaggio corale, potrebbe bastare la definizione che ne ha dato Dori Ghezzi: “La buona novella in siciliano è un atto d’amore”. Così come è ormai ampiamente documentato, la decisione di autorizzare la pubblicazione del riadattamento in siciliano di uno degli album più rappresentativi della canzone d’autore italiana (autorizzazione non necessariamente scontata né facile da ottenere), è stata per la moglie del grande cantautore genovese, presidente della Fondazione a lui intestata, la naturale conseguenza della profonda emozione suscitata dall’ascolto di quell’opera a lei notissima, ma ora per la prima volta in dialetto e in un dialetto non suo. Un dialetto, una lingua ma, soprattutto, un codice espressivo ricco di suggestioni ed espressioni che restituiscono, amplificandola, tutta la drammatica e universale sofferenza umana di cui è densissima la scrittura di De André. E un ulteriore segno di vicinanza all’impianto narrativo dell’opera originale sta nell’avere scelto di affidare l’esposizione in concerto a una compagine interamente al femminile. La scrittura musicale, dovuta ad Alberto Laruccia, è ricca poi di richiami ad altri componimenti del repertorio di De André ispirati ai temi propri de La buona novella che dimostrano, per altro, quanto costante e profonda sia stata, in questo straordinario artista, la sua laicissima indagine nel sentimento religioso. Il concerto, la cui durata è di 75/80 minuti in un unico tempo, nasce dalle pubblicazioni discografiche del progetto, curate editorialmente da Edoardo De Angelis che è anche curatore delle iniziative culturali di promozione de La buona novella in siciliano.
Teatro Antico
27 agosto 2023 19:30